ricerche a cura del dott Giovanni Greco
Dal XVI secolo fino alla metà del Settecento in tutta Europa vi fu un lungo inverno talmente rigido conosciuto con il nome di “Piccola Età Glaciale” (PEG).
Già i primi decenni del 1600 iniziò il periodo noto come della “Piccola Età Glaciale” (PEG), caratterizzato dal declino di una lunga fase di crescita demografica, associato a un calo dei salari reali. quellla fu l’ultima volta che è accaduta un’era glaciale in Europa e causò inverni molto freddi in molte parti del mondo; ma sono documentati dettagliatamente soltanto in Europa ed in America del Nord. Nella metà del diciassettesimo secolo i ghiacciai delle Alpi svizzere avanzarono gradualmente inglobando fattorie e distruggendo interi villaggi. Il fiume Tamigi ed i canali dei fiumi dei Paesi Bassi si congelarono spesso durante l’inverno e la gente pattinò e perfino tenne fiere sul ghiaccio. Nell’inverno del 1780 il porto di New York ghiacciò, consentendo alle persone di camminare da Manhattan a Staten Island. In particolar modo, viene ricordato l’Inverno 1709 che, secondo gli esperti, è considerato il più freddo degli ultimi 500 anni per il continente Europeo.
Diventa mecenate Patreon di BelSalento.com nella piattaforma del mio crowdfunding e scopri i vantaggi che ho riservato solo per te. Con la tua donazione potrò sviluppare al meglio le mie attività di creator e in cambio avrai tanti benefit e premi super esclusivi disponibili solo per chi entrerà nella mia comunity Patreon 😉 Non esitate a scrivermi con nuove idee o suggerimenti :)) Qui il mio invito per voi lettori.
Cause della Piccola Età Glaciale
Gli scienziati hanno identificato due possibili cause principali per la piccola era glaciale: la diminuzione dell’attività solare e l’aumento dell’attività vulcanica. Tuttavia, mancando degli elementi certi ed assoluti, vi sono molte altre ipotesi che tentano di spiegarne le cause. Approfondimenti qui http://www.evoluzioneclima.it/articoli-clima/verso-una-nuova-peg/?lang=it
Nello studio degli eventi climatici poi, il crollo dell’attività solare è notoriamente chiamato “Minimo di Maunder” (dall’astronomo Edward Maunder) – il Minimo di Munder è il nome dato al periodo che va circa dal 1645 al 1715 che fu caratterizzato da una attività solare molto scarsa, ovvero una situazione in cui il numero di macchie solari divenne estremamente basso. Quando si verificò il Minimo di Maunder, esso fu brusco, tanto che avvenne in pochi anni e senza alcun fenomeno precursore; mentre durante la sua fase finale, tra il 1700 ed il 1712, l’attività solare riprese gradualmente ad aumentare. Le macchie solari (l’attività del sole) sembra quindi abbiano una influenza sul fenomeno del riscaldamento terrestre e quindi su una ipotetica mini era glaciale in arrivo. Negli anni Settanta del ‘900, l’astronomo americano John A. Eddy ha richiamato l’attenzione il fatto che tra il 1645 e il 1715, proprio in pieno periodo di raffreddamento, le macchie solari scomparvero quasi del tutto dalla superficie della nostra stella. Eddy con una serie di controlli sulle antiche osservazioni solari di cui già si era occupato Maunder e su altre fonti, è giunto infatti alla conclusione definitiva che in realtà le macchie quasi scomparvero dal Sole per circa 70 anni proprio in coincidenza con il cuore della piccola era glaciale. Da un secolo e mezzo è noto che le macchie aumentano e diminuiscono seguendo un ciclo (però irregolare) di 11 anni. Alcuni cicli sono caratterizzati da migliaia di macchie, altri da poche decine. Tra la fine del Seicento e l’inizio del Settecento, in ottant’anni, furono registrate meno macchie di quante di solito si osservano in un singolo ciclo undecennale. Secondo l’americano “National Snow and Ice Data Centre” in Colorado (Centro dati neve nazionale), il ghiaccio estivo del mare artico è aumentato di 409.000 metri quadri, il 26 per cento, dal 2007: persino i più devoti attivisti del Global Warmin non lo discutono. L’attività delle macchie solari infatti è sempre sotto l’osservazione degli astronomi. E il comportamento del Sole si sta rivelando diverso dal previsto: anziché avvicinarsi alla sua massima attività, il dinamismo della nostra stella pare attenuarsi, con uno sviluppo di macchie solari molto inferiore alla norma. Questo potrebbe portare il Sole ad un nuovo ‘minimo di Maunder‘, il periodo di 70 anni che trascorse tra il 1645 e il 1715 durante il quale sul Sole non erano presenti macchie. E siccome in quegli anni sulla Terra si registrò una piccola glaciazione, alcuni scienziati prevedono che questa condizione si possa ripresentare. Secondo i nuovi dati rilasciati la settimana scorsa dal Met Office e l’Università della Ricerca East Anglia Unità climatiche (di fama Climategate), c’è una possibilità del 92 % che i cicli delle macchie solari nei prossimi decenni saranno deboli come, o più debole rispetto al Minimo di Dalton (dal 1790 al 1830 – Il Minimo di Dalton fu un periodo di bassa attività solare che andò dal 1790 al 1830 circa. Fu così chiamato dal nome del meteorologo inglese John Dalton che lo osservò. Come il Minimo di Maunder e il Minimo di Spörer, il minimo di Dalton coincise con un periodo di temperature globali sotto media). Durante il Minimo di Dalton le temperature medie in alcune parti d’Europa sono diminuite di 2C°. “Tuttavia è anche possibile che il crollo dell’energia solare potrebbe essere profondo come il ‘minimo di Maunder’ tra il 1645 e il 1715 nella parte più fredda della ‘Piccola Era Glaciale’”.
La “piccola era glaciale” dal 1600 al 1850
cfr : https://keynes.scuole.bo.it/sitididattici/farestoria/approfondimenti/a05_01.html
Applicati al XVII secolo questi metodi convergono a presentare il quadro di un periodo climatico più freddo e piovoso e con forti irregolarità da un anno all’altro. I primi sintomi del peggioramento del clima sono registrabili già dagli anni 1540-60 ed è solo con i decenni centrali del XIX secolo che si concluderà quella che gli storici del clima hanno denominato “piccola età glaciale”. Rispetto alla prima metà del Cinquecento la diminuzione della temperatura media annua raggiunse al massimo 1°C, che, non tenendo conto degli inverni eccezionalmente freddi, fu anche più alta limitatamente alla stagione primavera-estate (con 1,5-2 gradi in meno). Questo fatto è ampiamente documentato dal ritardo di diversi giorni che risulta nell’inizio delle vendemmie nella Francia settentrionale confrontando il 18-26 settembre della prima metà del Cinquecento con i due successivi cinquantenni (anche dopo il 15 ottobre) e seguendo la regola data da Le Roy Ladurie: «vendemmie precoci, annata calda; vendemmie tardive, annate fredde, o, più esattamente, periodo vegetativo (i sei mesi successivi a marzo-aprile) freddo».
Nel quadro è raffigurato il ricordo della “Piccola Età Glaciale” della Laguna Veneta congelata nel terribile inverno del 1709. Great Frost per gl’inglesi, Petit Âge glaciaire per i francesi … nella notte d’Epifania tra il 5 e 6 Gennaio il freddo eccezionale che stava affettando a Russia, irrompe in Europa, in particolar modo la parte centrale e mediterranea, anche se nessun territorio del Vecchio Continente venne risparmiato. In poche ore si congelarono pozzi, fontane, rivi e piccoli laghi, fino toccare minime di – 20 gradi. Colpì tutta Europa e si ritiene che fosse stato il più freddo degli ultimi 500 anni. Nella Pianura Padana cadde un metro e mezzo di neve, a Venezia – 17,5 gradi con forte bora.
cfr : https://www.venetostoria.com/?p=6450
Le Globe. Revue genevoise de géographie
cfr : http://www.persee.fr/docAsPDF/globe_0398-3412_1985_num_125_1_1198.pdf
(…)
Sebbene non via sia completo accordo sulla sua durata e rilevanza a carattere globale, la Piccola Età Glaciale (PEG) nelle Alpi si ritiene sia cominciata all’inizio del secolo XIV, quando il maggiore dei ghiacciaialpini, il Ghiacciaio dell’Aletsch, da posizioni simili a quelle attuali iniziò ad avanzare, raggiungendo intorno al 1370-1380 la sua massima estensione (HOLZHAUSER ET AL. , 2005). Anche gli studi storici sul clima in Europa pongono l’inizio della Piccola Età Glaciale all’inizio del secolo XIV (LEROY LADURIE, 2004). Dopo la prima fase di avanzata nel secolo XIV, l’Aletsche molti altri ghiacciai alpini hanno lasciato tracce di due fasi successive di massima avanzata, nel secolo XVII e nel secolo XIX. Le tre maggiori fasi di avanzata sono state intercalate da minori fasi di ritiro e da pulsazioni intermedie. Nei ghiacciai italiani l’ultima fase di avanzata della PEG è stata in generale la più estesa, cancellando o nascondendo le tracce delle precedenti. Quasi tutti i ghiacciai italiani mostrano morene laterali e talora frontali ben sviluppate, edificate o comunque accresciute nella fase finale della PEG.
Popolazione ed economia tra Cinque e Settecento Il Seicento infatti ha avuto uno sviluppo diversificato a causa della “Piccola Glaciazione del XVII secolo”.
cfr : http://www.soc.unitn.it/sus/membri_del_dipartimento/pagine_personali/niccoli/lezioni01-02/lezione04.htm
- In Italia si avranno danni derivanti dall’eccessiva cerealizzazione; la diminuzione di pascoli per il bestiame diminuisce concime e impoverisce la terra = carestia (1619-22; 1628-30). Le calorie più economiche sono quelle derivanti dal pane, dai fagioli e soprattutto dal vino.
- Crisi dell’industria serica italiana; impoverimento lavoratori, ritardo dell’età del matrimonio, decremento demografico.
- 2 epidemie di peste: 1630 (Italia, Germania, Spagna) e 1656 (Inghilterra, Francia)
- Guerra dei Trent’anni (1618-1648)
- Le carestie risparmiano l’Inghilterra e l’Olanda (dove l’assenza di cerealizzazione e il miglioramento dell’allevamento bovino causano un aumento della produttività terriera)
- Quindi una situazione demografica e una evoluzione sociale assai diversificata: in Italia e in Spagna forme di rifeudalizzazione e di ripristino di diritti signorili (mantenuti anche in area germanica); in Olanda e in Inghilterra ampia ed efficiente attività commerciale anche con il nuovo mondo (compagnia delle Indie Orientali, 1602; delle Indie Occidentali, 1612); nell’Europa Orientale al ripristino dei diritti signorili si accompagna lo sviluppo della servitù della gleba.
Gli Inverni italiani durante il minimo di Maunder, nel pieno della Piccola Era Glaciale
Uno studio italiano, condotto dai ricercatori Dario Camuffo e Silvia Enzi, ha evidenziato le caratteristiche, anno per anno, degli Inverni italiani di quel quarantennio.
La raccolta di dati interessa tutte le stagioni, ma noi porremo in evidenza solo gli accadimenti del periodo invernale.
1676: Dicembre: freddo severo e neve
1677: Gennaio molto freddo, con gelo di alcuni fiumi italiani.
1679: Gennaio: lo scioglimento delle nevi sulle montagne provoca alluvioni.
1684: Grande inverno che inizia in Gennaio, con pesanti nevicate, e gelo di fiumi e di pozzi, nonché morte di persone, animali e piante.
1685: Inverno molto freddo che seguì il grande inverno del 1684. Il gelo iniziò appena passato Dicembre, ed imperversò soprattutto in Gennaio.
1691: Inverno molto mite in Dicembre e Gennaio. Dalla fine di Gennaio, grande freddo con congelamento dei fiumi. Poca pioggia in Inverno.
1694: Inverno freddo, alluvioni in Dicembre.
1695: Forti nevicate tra il Dicembre 1694 ed il Gennaio 1695, poi un mese e mezzo di piogge continue ed alluvioni.
1697: Forti nevicate in Febbraio.
1699: Forti nevicate in Gennaio, seguite da straripamenti di fiumi.
1701: Pesanti nevicate durante l’Inverno.
1702-03: Inverno mite, con piogge ed allagamenti in Dicembre.
1705: Pesanti nevicate in Febbraio.
1708: Inverno molto mite.
1709: Un grande Inverno, il più severo degli ultimi 500 anni. Gennaio: grande freddo, con -17,5°C misurati a Venezia sotto una fortissima bora, con un metro e mezzo di neve caduta sulla città. Gelo dei grandi fiumi e della Laguna Veneta, attraversata da carri ed artiglieria. Gelano vino e pozzi, muoiono persone, animali, e piante. Febbraio: Molto freddo e nevoso.
1715: Inverno molto secco.
Complessivamente, ne emerge un quadro di Inverni non necessariamente sempre freddi, e molto variabili nelle loro condizioni climatiche. A volte, si susseguivano anche inverni miti e molto asciutti.
Gli inverni freddissimi furono due, nel 1684 e nel 1709.
Altri due furono gli inverni freddi, nel 1685 e nel 1691.
Si tratta dunque di quattro inverni molto rigidi in quarant’anni, con una media di uno ogni decennio, anche se tre di essi si sono presentati in soli sette anni, tra il 1684 ed il 1691, in uno dei decenni più rigidi di tutto lo scorso millennio.
Il gelo iniziava quasi sempre in Gennaio od in Febbraio, i mesi realmente interessati dalle ondate di freddo più intense, mentre solo nel 1676 viene segnalato grande freddo in Dicembre.
Gli inverni in cui viene segnalata molta neve sono invece 8, quasi il doppio.
Due gli inverni molto miti, nel 1703 e nel 1708.
Nel 1715 viene segnalato invece un solo Inverno molto asciutto, l’unico del quarantennio considerato.
E’ da segnalare un’importante differenza tra i due bacini del Mediterraneo, Occidentale ed Orientale.
Nessun Inverno severo è infatti segnalato sul lato orientale del Mediterraneo (escluso l’Adriatico), tra la fine del Seicento e gli inizi del Settecento, almeno a livello tale da gelare gli alberi di olivi e danneggiare il raccolto d’olio.
Questo significa che, durante gli Inverni severi, il percorso abituale dell’aria fredda era dalla Siberia verso le Isole Britanniche, la Francia, la Spagna e l’Italia, mentre il lato orientale del Mediterraneo era interessato da correnti più miti meridionali.
di Marco Rossi
Che cosa ha posto fine alla Piccola Era Glaciale ?
Che cosa dice la Scienza…
Sono state fatte delle simulazioni climatiche comprendendovi due fattori naturali che hanno influenze sul Clima: il Sole ed i vulcani. Le eruzioni vulcaniche provocano un raffreddamento globale per pochi anni dopo la eruzione. La diminuzione della attività vulcanica dopo il 1915 ha contribuito al lieve riscaldamento di inizio XX secolo. Comunque il contributo maggiore dal 1880 in poi venne dal Sole, che diede luogo ad un riscaldamento continuo fino agli anni ’40. Quando si tenga conto dei due fattori assieme, risulta spiegabile il riscaldamento dal 1880 al 1940. Il contributo del Sole e dei vulcani dal 1940 in poi invece è stato minore e complessivamente negativo.
Sostieni BelSalento ~ da 20 anni Servizi di Fruizione Culturale della Terra dei Due Mari
Patreon: https://www.patreon.com/BelSalento
Paypal: https://www.paypal.me/giogrecobelsalento
SitoWeb: Www.BelSalento.com
Facebook: BelSalento.com
Youtube: Giovanni Greco
Ebay: grec_10 https://www.ebay.it/usr/grec_10a cura di Giovanni Greco per i Servizi di Fruizione Culturale di BelSalento – SOSTIENI e mantieni in vita questo canale rivolto a fornire servizi di fruizione culturale sulla terra dei due mari.
DONA tramite PAY PAL o carta di credito.
Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco
Sostieni il sito di BelSalento.com – un progetto nato nel 1998 a cura del dott Giovanni Greco. Se ti sono piaciute le ricerche dei nostri articoli e trovi utile l’impegno e il lavoro di fruizione culturale che offriamo da circa venti anni, sostieni questo sito con una tua libera e preziosa donazione su PayPal; scegli tu l’importo che ritieni giusto donarci. Il tuo contributo è fondamentale per farci crescere e migliorare la produzione dei video-documentari e delle pagine internet che leggi sfogliando questo sito.
L’intera redazione di BelSalento.com te ne sarà infinitamente grata 😉
Segui BelSalento.com, arte storia ambiente e cultura della terra dei due mari. Dal 1998 servizi di fruizione culturale : Tradizioni, Mare e Terra del BEL SALENTO. Parco Letterario, Archeologia Industriale, Preistoria, Storia e Ambiente, Cucina, Arte, Musica, Poesie, Cinema, Teatro, Webtv, GreenLife, Foto, Giornalino e Video Documentari più un blog e due profili fb
— ~ —
BelSalento.com
cel : 373 7244103
mail : [email protected]
fb: Iscriviti al nostro gruppo : facebook.com/groups/belsalentoweb
— ~ —
[url=https://gcialisk.com/]cialis coupons[/url]