26 novembre 2019 ore 03:54 Terremoto in Albania avvertito anche nel Salento. Magnitudo 6.5

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a cura del dott Giovanni Greco

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26 novembre 2019 ore 03:54 Terremoto in Albania avvertito anche nel Salento. Magnitudo 6.5

26 novembre 2019, alle 03.54 la scossa è stata avvertita nel centro-sud Italia e tra l’Albania e l’adriatico meridionale. ha raggiunto la magnitudo 6.5 sulla scala richter con ipocentro a 10 km di profondità. L’epicentro è stato lungo la costa albanese nella città di Durazzo, dove la terra ha tremato per oltre un minuto, con probabili gravi danni sismici. Secondo il ministero della difesa albanese si tratta della più forte sismica degli ultimi trent’anni. 

Non si hanno ancora informazioni su eventuali vittime o danni.  Nel Salento la terra ha tremato per oltre 20 secondi, ma non dovrebbero esserci stati danni a cose o persone. Ma si è avvertito da Napoli sino in Calabria. E pare anche sino in Germania come si vede dalla foto accanto.  

https://www.volcanodiscovery.com/app/earthquakes/quake-info/2598548/M6-Tue-26-Nov-Albania.html

Non è certo a caso riprendere in esame la mappa del gasdotto Tap/Snam che, non credo a caso, che ricalca esattamente una parte del tracciato delle zone più a rischio sismico in Europa e nel Mediterraneo.

Nel 2013 il prof. Dino Borri spiegava alle Commissioni riunite Esteri e Ambiente dalla camera dei deputati cosa accade realizzare un gasdotto su faglie attive in caso di terremoto. Qui al minuto 18:10

Personalmente alle 03:55 ho sentito il letto spostarsi ed era un terremoto, immediatamente ho avuto la conferma di un lampadario di casa mia che infatti oscillava. 

https://www.facebook.com/giovanni.greco.925/posts/10206712708614504

TERREMOTO IN ALBANIA E LO SCENARIO SISMOTETTONICO CHE LO HA DETERMINATO

di Marisa Grande

Il 26 Novembre 2019 la terra ha tremato in Albania per il più forte terremoto che l’ha colpita negli ultimi trent’anni. Il movimento sismotettonico ha avuto il suo epicentro nel mare Adriatico, in prossimità della costa est. Nella città di Durazzo si sono registrati i maggiori danni e il maggior numero di vittime tra le vite umane. Il sisma ha avuto un’intensità pari a M 6.5 della scala Richter ed essendo stato alquanto superficiale, con ipocentro a 10 chilometri di profondità, è stato percepito per un’estesa area circostante.
L’Italia (soprattutto la Puglia situata a pochi chilometri dalla costa albanese) ha risentito del movimento della litosfera determinato dal fenomeno che ha interessato un tratto della faglia appartenente al sistema di formazione della catena delle Albanidi.
Le mappe indicanti i luoghi sismici del territorio italico indicano le aree alpine e le appenniniche a maggior rischio, poichè interessate da movimenti millenari di orogenesi, che corrugano ed elevano gli strati superficiali della litosfera. E’ come dire che la maggior parte degli italiani deve fare i conti con una terra che si muove modificando lentamente, ma costantemente, la morfologia del suo territorio.
Tale situazione presenta, pertanto, un quadro alquanto preoccupante, essendo l’Italia un territorio altamente antropizzato, che fonda anche la sua bellezza sulla presenza di insediamenti umani caratteristici per la loro posizione, ma oggi più che mai esposti a rischi sismici e a movimenti franosi.
Quando non vi erano gli strumenti tecnologici adatti a captare le vibrazioni della terra gli esseri umani, come ancora oggi alcuni animali, erano in grado di captare le onde sismiche -onde hertziane, ultrasuoni- di percepire l’aumento della quantità di radon emessa dalla profondità della terra prima di un terremoto, di distinguere l’odore sulfureo delle faglie attive da quello delle faglie quiescenti, tutti segnali preparatori di un evento sismico.
Con tempo, invece, l’essere umano ha perduto tali capacità percettive. Le ha sostituite con gli strumenti costruiti sulla base delle conquiste scientifiche che in pochi secoli hanno favorito una rapida evoluzione tecnologica.Eppure, di fronte ad alcune calamità atmosferiche, a quelle sismiche e vulcaniche che stanno interessando la terra, particolarmente determinate da superconduttività termica e superconduttività elettromagnetica (v. Marisa Grande “Asse terrestre e dinamiche planetarie” e “Punti caldi e dinamiche planetarie” in Anxa, da Novembre-Dicembre 2016 a Maggio-giugno 2017), che incidono anche sulle modificazioni climatiche attuali, la tecnologia non è sempre in grado di offrire le soluzioni più adeguate.
La comunità scientifica richiede, secondo i dettati del metodo galileiano, un modello matematico che è improbabile da elaborare allo stato attuale per la complessità derivante dall’alto numero delle variabili, che tenderebbero ad inficiare la correttezza del risultato.
E’ possibile, invece, costruire modelli geometrici verificabili, come dimostro nel mio blog http://synergeticart.wordpress.com
Sin dal 2012 applico nel blog un’ipotesi già presentata nel “Simposio mondiale di Cagliari 12-14 Dicembre 2004”, divulgata poi dalla Rivista Hicarus dell’Associazione “Non solo Terra” di Cagliari, essendo stata immediatamente verificata con il terremoto in Indonesia di M 9.3, seguito da tsunami, avvenuto il 26 Dicembre 2004 ai margini della cella geodetica e geomorfologica indonesiana, indicata in quel simposio come modello-base del sistema modulare delle macrocelle mondiali. Tale metodo include sia la descrizione geometrica di celle geomagnetiche e geomorfologiche e sia la descrizione dei vettori sismici perpendicolari che formano triangoli rettangoli geodetici.
La Regione Puglia, se vi fosse reale attenzione al fenomeno, potrebbe attuare un progetto-pilota, applicando un dispositivo, elaborato per il Salento sulla base della mia teoria dall’ingegnere Alfonso Rubino, utile a rendere coerenti le onde di flusso di elettromagnetismo caotico, ai fini di mitigare il grado di distruttività dell’energia sismica irradiata secondo l’armonica sei dai centri geomagnetici locali.
Sulle cartine dell’Italia meridionale e dell’area balcanica che qui espongo, pubblicate nel mio blog nelle date corrispondenti, ho correlato tra loro i terremoti registrati nelle mappe EMSC relativi al giorno 26 Novembre 2019, messi a confronto con la situazione sismotettonica precedente, quella risalente al periodo compreso tra 15 Ottobre e il 14 Novembre 2019.
Movimenti precursori del terremoto più devantante del 26 Novembre 2019 si erano avuti anche in precedenza, così come è possibile verificare nella mappa relativa al 21 Settembre 2019, nella quale vi sono registrate due scosse di terremoto in Albania di M 5.6 e M 5.2, più altre di minore intensità.
Nell’articolo La teoria delle celle geomagnetiche e geomorfologiche sul terremoto nei Balcani del 21 e 22 settembre 2019, pubblicato il 23 Settembre 2019 da BelSalento www.belsalento.altervista.org avevo già descritto la dinamica sismotettonica in relazione alle celle geomagnetiche attive, che hanno generato anche i terremoti che si sono manifestati successivamente in Italia e nell’area balcanica.
Il terremoto di M 6.5 che ha colpito l’Albania il 26 Novembre 2019 rappresenta pertanto una conferma della validità dello scenario sismico che avevo già prospettato in Settembre, descrivendo un ciclo della dinamica che aveva avuto origine nella profondità della cella tirrenica meridionale interessata dall’espansione del vulcano sottomarico Marsili. Corrispondente al centro geomagnetico di quella cella ed avendo caratteristica di dorsale oceanica, l’apparato vulcanico del Marsili tende ad espandersi comprimendo l’arco appennino-calabro e opponendo una controspinta a quella proveniente dall’Africa e incidente da sud sulla faglia ionica e sulla placca adriatica. Le ripercussioni di tale spinta sul punto di convergenza di tre faglie situato a sud del Capo di Leuca incidono anche sulla faglia della fossa bradanica, che tende ad attivarsi, e sollecitano l’attività della cella garganica. Nel raggio d’azione elettromagnetica di tale cella rientra, infatti, tanto l’area italica meridionale quanto la balcanica, compreso il tratto di faglia albanica attivata, ai cui margini, così come appurato dai sismologi dell’INGV, il 26 Novembre 2019, si sono verificati i terremoti di M 6.5 e M. 5.3 in Albania e quello di M 5.4 in Bosnia Erzegovina.
Nello stesso scenario sismico, derivato dall’incidenza delle spinte e controspinte contro il punto di convergenza nello Ionio delle tre faglie mediterranee, rientra anche il terremoto di M 6.0 avvenuto in Grecia il 27 Novembre 2019.
Per approfondimenti: Marisa Grande, La precaria armonia del cosmo, Besa 2012
Blog Http://synergeticart.wordpress.com
Articoli Riviste e Web:
Hicarus, Anxa, Scienza e conoscenza, Corriere salentino, Meteoweb, BelSalento

La teoria delle celle geomagnetiche e geomorfologiche sul terremoto nei Balcani del 21 e 22 settembre 2019 di Marisa Grande

Segui qui gli altri link sui terremoti nel Salento
https://belsalento.altervista.org/category/terremoti/

 

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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco

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