Luigi Paladini XV-XVI sec (Aloisio, Aloysius, Luise de Paladinis), Barone di Salice e Guagnano, alla corte degli Aragona, conobbe San Francesco di Paola, menzionato dal Galateo, accompagnò Isabella del Balzo, moglie di Federico d’Aragona, nel viaggio da Lecce a Napoli

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ricerche a cura del dott Giovanni Grecomedioevo

Luigi Paladini XV-XVI sec. (Aloisio, Aloysius, Luise de Paladinis), Barone di Salice e Guagnano, alla corte degli Aragona, conobbe San Francesco di Paola, menzionato dal Galateo, accompagnò Isabella del Balzo, moglie di Federico d’Aragona, nel viaggio da Lecce a Napoli

Questa ricerca su Luigi Paladini del XVI secolo è stata abbastanza lunga e corposa, ma affascinante, in quanto ho scoperto un importantissimo personaggio che mi era quasi completamente sconosciuto. Ho faticato non poco a scovare materiale, ma ho avuto il “bel” premio di scoprire che è stato barone del mio paese, Salice, e che fu ambasciatore del Regno di Napoli a Venezia e quindi a costante e diretto e personale contatto con le principali autorità del suo tempo, a cavallo fra il XV e il XVI secolo, come con la casata d’Aragona, con San Francesco di Paola, con il Galateo, con Isabella del Balzo e con i tanti altri principi e monarchie del meridione e di Venezia … Sua figlia Giulia, fu amica intima di Isabella del Balzo e anche per lei è dedicato un poemetto ne “lo Balzino” sulla vita di Isabella, Principessa e Regina di Napoli. Testo analizzato in seguito anche da Benedetto Croce. Ho trovato del materiale dicevo, ossia vari testi e documenti del suo tempo; ma non è stato affatto semplice tradurre dal latino medioevale e poi fare le comparazioni con altri testi di altri ricercatori. Talvolte le notizie su Luigi Paladini le ho ricavate spulciando testi del XV e XVI e XVII secolo, dove fra le righe ogni tanto è stato menzionato questo personaggio, ma non con il suo nome in Italiano, ma con la versione latina, che variava da caso a caso : da “Aloysius Palatiniis” (il più “gettonato”), a “Loysio”, o “Aloisio”.

Aloysius è un nome allotropo (un insieme di parole che derivano dalla medesima matrice) di Luigi, Ludovico, Aligi, Alvise e Clodoveo. Etimologicamente, tutti questi nomi risalgono infatti al germanico Hlodwig, composto da hlod (“fama”, “gloria”) e wig (“battaglia”). Il nome “Aloisio”, nella specifico, deriva da una forma occitano medievale dell’originale germanico, Aloys, latinizzata poi in Aloysius e diffusasi in Italia. Il nome prese piede in ambienti cattolici, specie nel XIX secolo, per via del culto di san Luigi Gonzaga, noto anche con il nome di “Aloisio Gonzaga”. Va notato che la maggioranza delle occorrenze della forma femminile, Aloisia, risalgono al XVI e XVII secolo, e potrebbero costituire delle evoluzioni di Eloisa.

In fin dei conti ritengo di aver sviluppato una buona ricerca; non fosse altro per il fatto che questo personaggio merita maggiore risalto vista la sua importanza nell’epoca in cui è vissuto … cosa che non ha avuto fra i ricercatori contemporanei, sino ad ora. Una delle cose che “rimpiango” però, è stato non aver trovato una sua immagine! Pertanto il mistero, a mio avviso, si infittisce ancora di più. E infatti nonostante non sarà affatto semplice ritrovare un suo ipotetico profilo fisionomico in disegni o sculture, ho già iniziato un’altra ricerca sul nome di Aloysius.

Le origini dell’antica ed assai nobile famiglia Paladini, che secondo la leggenda proviene dalla Francia, ebbe per capostipite Ponzio de Baladuno, commilitone del conte di Tolosa nella prima crociata, caduto nel 1099, durante l’assedio di Tell Arqa. Il primo riferimento storico in Italia Meridionale è una copia di un privilegio del 1271, conservato nell’Archivio di Stato di Lecce, nel quale Carlo I d’Angiò concede a un Roberto Paladini alcune terre in Aprutium col titolo di barone (Leognano, frazione di Montorio al Vomano, Cotignano, possibile frazione di Cortino, Sant’ Angelo, forse l’attuale contrada di Colonnella, Leonessa). Nel XIV secolo la famiglia Paladini divenne insieme a quelle dei Melatino e dei De Valle una delle più notabili di Teramo (intorno al 1380 un Cola Paladini risulta tra i plenipotenziari della città.
Agli inizi del Quattrocento, in seguito alle sanguinose lotte fra fazioni rivali, i fratelli Berardo e Tommaso Paladini, figli di Giovanni di Cola, abbandonarono Teramo e si rifugiarono in Terra d’Otranto. Berardo Paladini (capostipite del ramo di Lecce) noto anche come Verardo o Averardo, partecipò nel 1407 alla congiura dei Melatino che portò all’uccisione del signore di Teramo Andrea Matteo Acquaviva. Onde sfuggire alle vendette della fazione rivale, dopo il 1417 si rifugiò nel Salento, dove divenne nel 1423 vicegerente per la provincia di Terra d’Otranto e poi nel 1436 divenne primo barone di Lizzanello e Melendugno. baronia ottenuta dalla contessa Maria d’Enghien, già moglie del re di Napoli Ladislao. Suo nipote, Luigi, nel 1488 ebbe da re Ferdinando la baronia di Salice e Guagnano, mentre il figlio di questi, Ferrante, acquisì nel 1522 anche il feudo di Campi. In seguito la nobile famiglia Paladini pare sia passata per “giustizia” nell’Ordine dei cavalieri di Malta fin dal 1558 in persona di CARLO (Gran Magistero di Roma processo 196).


Luigi Paladini (Lecce , … – Lecce , 1510 ), fu un diplomatico, dottore di diritto e primo barone del suo casato di Salice e Guagnano (dal 1488), al servizio del Regno di Napoli, e giurista molto stimato dalla monarchia aragonese. Nei testi è conosciuto anche con altri nomi : Aloysius, Loise, Aloisio de Paladinis, Loysius Palatinus.

1486-1487 le “istruzioni” che il Re Ferdinando Primo per i suoi ambasciatori.

1 giugno 1488 il Mag. M Loise de’ Paladinis di Lecce diviene dottore di diritto e regio consigliere. In questo giorno otteneva le terre di Saline (Salice) e Guagnano in terra d’Otranto in cambio di alcune possessioni in quel di Lecce e di certa quantità di moneta. Veniva con Alessandro Carafa arcivescovo di Napoli, Luigi d’Aragona marchese di Gerace, Pietro di Guevara conte di Potenza ed Antonio d’Alessandro mandato da re Alfonso d’Aragona nel 1494 a chiedere a papa Alessandro VI la condonazione del censo. Era da Federico d’Aragona, che andava a Napoli, lasciato il dì 19 dell’ottobre del 1493 vicerè di giustizia in Terra d’Otranto. Veniva deputato da re Federico nel giugno del 1498 a comporre con altri le differenze sorte tra nobili e popolari di Napoli intorno al reggimento municipale.(Sugli altri Aloysius, Aloisi che hanno vissuto nel Salento, vedi qui)

Quindi fu un membro della famiglia nobile dei Paladini, originaria di Teramo, visse in Terra d’Otranto. Era figlio di Gio.Francesco, barone di Lizzanello e Melendugno. Fu Barone di Salice e Guagnano, ricoprì numerosi e importanti incarichi per la corona aragonese di Napoli: all’inizio della sua carriera di funzionario politico, fu capitano di Matera nel 1470, regio consigliere e auditore a vita nella provincia di Terra di Bari, d’Otranto e Capitanata nel 1472, regio consigliere in Calabria nel 1478.

F.A.Zimbalo. Basilica di Santa Croce. Altare di San Francesco da Paola. Lecce (1614-1615)

Durante il suo soggiorno in Calabria a Paternò, secondo la testimonianza di Francesco Florio da Cosenza, conobbe San Francesco di Paola, di cui sperimentò le doti profetiche e taumaturgiche. (Francesco di Paola (1416-1507), taumaturgo famoso anche nel Salento, che aveva profetizzato la caduta di Otranto), al processo di canonizzazione (di Francesco di Paola, tenutosi dal 4 luglio 1512 al 19 gennaio 1513), Luigi e suo figlio si ammalarono di un male che li costringeva a letto e che i medici non erano in grado di curare. Ma entrambi furono miracolosamente guariti dal frate eremita, su sollecitazione della moglie Caterina Morosini (anche ricordata come Caterinella Morosina).

Le origini del casato Morosini sono incerte, ma di sicuro molto antiche. Tutte le tradizioni sono concordi nel collocarla tra le dodici famiglie apostoliche che parteciparono all’elezione del primo doge Paolo Lucio Anafesto del 697, nel governo della Repubblica di Venezia. Forse questa nobildonna Caterina Morosini era figlia di Marcantonio Morosini (1434-1509) che nel 1480 fece parte del Collegio in qualità di savio di Terraferma; nel 1481 Marcantonio fu podestà di Bergamo, nel 1487 si recò a Napoli come ambasciatore presso il re Ferdinando II d’Aragona per mediare un accordo tra re Ferdinando II e il Papa Innocenzo VIII; nel 1491 fu podestà di Verona; nel 1494 assunse il capitanato di Padova; nel 1495 prese parte alla Battaglia di Fornovo e nel 1497 entrò a far parte del Consiglio dei dieci.

Ma per il figlio di Caterina e Luigi San Francesco di Paola ne predisse la morte qualche tempo dopo, essendo il fanciullo caduto nuovamente malato [Giulio Cesare Infantino (a Lecce Sacra , Lecce, 1634, pagg. 95-96) accenna alla familiarità del Santo con i coniugi Paladini e ne ricorda alcune reliquie da loro possedute, tra cui un miracoloso fazzoletto, donato dal Santo alla moglie di Luigi, Caterina Morosini]. Si è pensato perciò che fu proprio il Paladini a informare minuziosamente di tutto il conterraneo Galateo, il quale dopo la morte del padre e gli studi a Casole, soggiornò a Napoli tra il 1485 e il 1498, godendo la stima di nobili e intellettuali e perciò fu aggregato all’Accademia Pontaniana. (Cfr : “Un eremita singolare elogiato in vita dai suoi contemporanei – L’Heremita di Antonio De Ferrarriis” a cura di Pietro De Leo)

Il 15 settembre 1484, a seguito del ritmo di Bagnolo, fu col conte Alberico di Lugo e Giovan Battista Caracciolo uno dei procuratori incaricati di ricevere per conto della Città di Gallipoli, precedentemente occupata dai Veneziani [G. Guerrieri, Le relazioni tra Venezia e Terra d’Otranto fino al 1530 , Trani, 1903, pp. 82-83] .
 
Nel 1488 Luigi Paladini acquistò da Ferrante la baronia di Salice e Guagnano, già confiscata al ribelle Salvatore Zurlo, che aveva partecipato qualche anno prima alla seconda Congiura dei baroni (un movimento rivoluzionario che si sviluppò nel XV secolo, nato principalmente in Basilicata come reazione agli Aragonesi che si erano insediati sul trono del Regno di Napoli).
Ferrante = Ferdinando I di Napoli, Ferdinando d’Aragona, ramo di Napoli, meglio conosciuto come Ferrante I e detto anche Don Ferrando e Don Ferrante (Valencia, 2 giugno 1424 – Napoli, 25 gennaio 1494), era l’unico figlio maschio, illegittimo, di Alfonso I di Napoli, fu re di Napoli dal 1458 al 1494.
Fu poi ambasciatore del Regno di Napoli a Venezia (1490) e a Roma (1491-94) (Cfr : S. PANAREO, Notizie su Luigi Paladini, agente e governatore degli Aragonesi di Napoli, “Rivista Storica Salentina”, VI (1909), pp. 255-270), ove presentò la chinea bianca sia a Papa Innocenzo VIII sia a Papa Alessandro VI, ricevendo da quest’ultimo l’ufficio dello scrittore apostolico e il titolo di conte palatino. La chinea bianca era il tributo che il re di Napoli pagava allo Stato Pontificio, per il privilegio che il pontefice disponeva, in quanto detentore dei diritti feudali sul regno di Napoli. Il 1493 segna l’anno della sua maggiore attività diplomatica quando i rapporti tra Santa Sede e Corte di Napoli divennero molto travagliati e si risolsero solo nel 1494, dopo la morte di Ferrante e il matrimonio tra Sancia d’Aragona e il sedicenne Joffré Borgia, al quale il Paladini era stato precedentemente incaricato di dare una buona educazione equestre e militareSi vede in particolare dalle numerose lettere a lui indirizzate in quell’anno 1493 13 settembre dal re Ferrante e pubblicato nel Codice aragonese, vol. II parte II, a cura di Francesco Trinchera, Napoli, Cataneo, 1870.
In quel tempo il re Alfonso II d’Aragona (ramo di Napoli, duca di Calabria e poi re di Napoli dal 25 gennaio 1494 al 23 gennaio 1495), preparando la difesa del Regno contro l’invasione di Carlo VIII incaricò il Paladini di assoldare Giovanni e Joffré Borgia, figli del papa, e Guidantonio da Montefeltro, duca d’Urbino, e contemporaneamente fare richiesta al papa – insieme all’arcivescovo di Napoli, il marchese di Gerace, il conte di Potenza e Antonio D’Alessandro – per la condonazione del censo.
*Carlo VIII di Valois Re di Francia dal 1483 al 1498 e brevemente Re di Napoli, come Carlo IV, nel 1495; la Pace di Cateau-Cambrésis del 1559 mutò profondamente la geografia politica dell’Italia.
*Goffredo Borgia, noto anche come Jofré Borgia, figlio illegittimo di papa Alessandro VI e della sua amante Vannozza Cattanei, fu il fratello minore di Cesare Borgia, Giovanni e Lucrezia figli del papa, e Guidantonio da Montefeltro, duca d’Urbino
Codice argonese: pt. 1-2. 2.ottobre 1491 al 24 gennaio 1494 pag 234  Cfr : https://books.google.it

Dopo l’invasione di Carlo VIII e la successiva reazione aragonese, Luigi Paladini fu al fianco di Federico d’Aragona (1451-1504, re di Napoli dal 1496 al 1501, figlio di Ferdinando I e di Isabella di Taranto) nell’assedio di Taranto, ove i francesi si erano legati.

Sestino di Federico d’Aragona (qui una replica in ottone)

E quando il 19 ottobre 1495 dovette partire per Napoli, Federico affidò il comando delle operazioni, oltre che al fratellastro Cesare e Leonardo Prato, anche allo stesso Paladini, che nel 1496 era stato intanto nominato viceré di giustizia nelle province di Terra d’Otranto e di Bari. Esiliato dai francesi a Lauro nel 1502, riabilitato da Ferdinando il Cattolico, che nel 1507 lo reinsediò nei feudi di Salice e Guagnano. Antonio De Ferraris (detto il Galateo) gli indirizzò nel 1501 circa una epistola in latino. E ricopriva ancora quest’incarico nel 1497, quando accompagnò Isabella del Balzo, moglie di Federico, nel viaggio da Lecce a Napoli.

Isabella del Balzo (Minervino Murge, 24 giugno 1468 – Ferrara, 22 maggio 1533) fu regina consorte di Federico I di Napoli e, dopo la morte del padre, 3ª principessa d’Altamura, 5ª duchessa d’Andria, 2ª duchessa di Venosa, duchessa di Castel del Monte e 4ª contessa di Bisceglie.
Isabella Del Balzo Ferrandina e Federico d’Aragona

Sotto Re Federico, Luigi Paladini fu nominato credenziere [Ufficiale incaricato di funzioni di controllo in materia finanziaria e soprattutto fiscale] della dogana di Lecce ed ebbe ancora incarichi diplomatici tesi a conciliare i rapporti tra la corona e Roberto II Sanseverino, principe di Salerno, e ad appianare la disputa fra nobili e popolo a Napoli circa il reggimento municipale (giugno 1498).

Il 15 giugno 1501 fu tra i baroni fedeli a Federico, che furono convocati alla Selva di Vairano per opporsi all’invasione dell’esercito francese, che era in combutta con quello spagnolo in virtù di un accordo diplomatico segreto tra Luigi XII e Ferdinando il Cattolico per spartirsi il regno di Napoli.
Con la caduta degli Aragonesi, fu esiliato da Lauro dai Francesi nel novembre 1502, ma venne poi riabilitato da Ferdinando il Cattolico, nel 1507 gli riconfermò la baronia di Salice e Guagnano. Morì intorno al 1510.
Antonio De Ferraris (detto il Galateo)

La cultura al tempo di Luigi Paladini

Luigi Paladini da Salice, fu anche menzionato dal famoso umanista Antonio De Ferraris (detto il Galateo) presumibilmente intorno all’anno 1500-1501 nell’epistola in latino Antonius Galateus medicus Loysio Palatino sd sul tema della storia della Terra d’Otranto [Antonio De Ferrariis Galateo, Epistola a Luigi Paladini in Epistole Salentine (a cura di M. Paone), Galatina, Congedo, 1974, pp. 23-31] e che fu pubblicata come prologo nella prima edizione del De situ Japigiae (Basilea, 1558).

Rogeri di Pacienzia di Nardò, descrisse il contemporaneo Luigi Paladini nel poemetto “Lo Balzino” (*):
« Questo Luise è un vero sincero,
Di grand’ingegno, pratico ed usato,
Per esser fido, molto esperto, intero,
Dal signor Re è sommamente amato.
Uomo sì bene ed a mal severo,
In grandi offici sempre esercitato,
Egli è di Lecce, casa Paladina,
Di tal virtude quanta il ciel destina. »

(Rogeri di Pacienzia, Lo Balzino) (*)

Girolamo Marciano, erudito dal secolo XVII, annota sul Paladini, “e per il suo divino ingegno, la faconda eloquenza, la saggia destrezza ed arguta favella, parve che fosse il re di Sparta mandato ambasciatore ai Trojani”
 
Dei figli avuti da Caterina Morosini, si ricordano :
il primogenito Ferrante, che alla morte del padre ereditò i feudi di Salice e Guagnano e nel 1522 acquisì la baronia di Campi, in seguito alla morte senza eredi della nipote Giovanna Maremonti, figlia della sorella Giulia;
Giulia, che sposò il barone di Campi Bellisario Maremonti ed è ricordata come intima di Isabella Del Balzo. Di lei ci rimane un felice ritratto fatto da Rogeri di Pacienzia (o Patientia ) nel poemetto “Lo Balzino” (*), del 1499, che narra in ottave la vita di Isabella del Balzo dalla nascita fino al trionfo regale del 13 febbraio 1498, quando Federico rientrò nella sua Napoli festante dopo la sua vittoria sul Principe di Salerno :
[De Salice la Baronessa Catherinella
D’ogne virtù e fama viva fontana
Cum Iulia sua figlia tanto bella
Che è più celeste e divina che umana
De Campie è Baronessa questa stella
Che splende in omne loco si è soprana
Cum tal honestà accompagna sua bellezza
Che vera Dea da ciaschun s’apprezza

(Rogeri di Pacienzia, Opere , a cura di Mario Marti, Lecce, Milella, 1977)];
Fabrizio, che datosi alla vita ecclesiastica, fu abate commendatario di San Giovanni in Venere, nella diocesi teatina.

Vittoria, che sposò Dionisio Sanseverino dei baroni della Càlvera.

(*) “Lo Balzino” fu analizzato da Benedetto Croce (La regina Isabella del Balzo, Napoli 1897) e pubblicato dal professor Mario Marti nella biblioteca Salentina di cultura. Il manoscritto F27 si trova nella Biblioteca Augusta di Perugia, una bella copia preparata per la nobildonna leccese Giulia Paladini, signora di Rogeri e amica d’Isabella.


Nel proseguio delle mie ricerche poi, nel testo “Giornale araldico-genealogico-diplomatico, Volume 6” del 1878-1879 a pag 324 ho trovato questa corposa notizia su Aloysius (Luigi paladini) che appare come nobile Conte. Riporto la trascrizione e le immagini del testo citato con la fonte. Tutto inizia dal 1427, quando tal Averardo, dottore di leggi, comprò il castello di Lizzanello e parte del casale di Melendugno.

Stemma di Ferdinando II di Aragona, (1474-1492)

Suo figlio Giovanni Francesco fu barone di Lizzanello, che ebbe tre figli : Antonello, Jacomo e Aloysio (Luigi Paladini); quest’ultimo “diè principio alla casa di Salice hora detta di Campiè (…) fu di genio volto alle buone lettere e riuscì dottor di leggi famosiss.mo incominciò servendo gl’Aragonesi per gradi a camminare fu fatto da Ferdinando P.o d’Aragona governatore di mattera appare dalle commissioni della cancelleria nel 1470 al registro di privilegi 37 continuò l’istesso governo l’anno seguente del 71 appare per la commissione nel registro de’ privilegi 34. Fu consigliero in vita di terra d’Otranto … fulle donato bello luogo opera deliciosa del principe di taranto Giovanni Ant mentre che consigliere in calabria si trovava di unito la felice memoria di Gio. Francesco di paula al quale fu molto caro nel registro di privilegi 49 1483 come dal … di certe botteghe nella piazza di lecce, e certi magazzeni la riva del sangue over lo scanneggio (1), et nel territorio di lecce il tenimento del bosco, il feudo della Chianca padula longa padula fetida, et il corrente. nel 1484 fu adoprato come nel registro primo dei mandati di Ferdinando suo Signore in recuperare la città, e Rocca di gallipolj e da Ruberto sindaco della rep.ea Venetiana che la teneva occupata come s’era conchiuso tra quella sig.ria e li procuratori della santissima lega a 7 di agosto di quell’anno. fulle nel 1486 da federico all’hora principe di Altamura e conte di Lecce confirmato il dono del bello luogo e ratificata la vendita del bosco, scanaggio et feudi della chianca et padule perchè invero esso haveva sborsato poco denaro che il resto l’era stato dato per i suoi grati et accetti serviggij a quelle maestà fatti, appare nel registro delle confirmattioni primo. Fu Ambasciadore di Ferdinando come da una lettera regia si raccoglie nel 1490 data nella Terra di Foggie a 3 del mese di Xbre. l’istessa ambascieria si coglie da una bolla di Alessandro VI l’anno 1492 et insieme ancora di quanta affettione li fusse (da questo punto c’è un breve testo in latino che ho tradotto – leggi traduzione dopo il testo) Cupientes igitur ut Ecclesia seu cappella beatae Mariae Annuntiatae liciensis ad quam sicut accepimus dilectus filius nobilis vir Aloysius de paladinis U. J. D. miles et domicellus litiensis ac carissimi in xpo filij nostri Ferdinandi Siciliae Regis illustris orator ad nos missus ipsius ecclesiae patronus singularis etc. donolla
(Traduzione : di quanta affettione li fusse Desiderando mostrare, quindi, che la chiesa, o la cappella della Beata Vergine Annunciata, concede la licenza, alla quale, come comprendiamo, il nostro amato figlio, il nobile conte Aloysius, dei Paladini UJD un cavaliere e una signora, litiense e anche dei padri in Cristo, figlio del nostro Ferdinando di Sicilia, l’illustre re, il patrono, l’illustre ecc.)
detto pontefice per farle utile l’officio della scrittoria della lettera apostolica come si vede motu proprio.
«Magnifico Aloysio de paladinis militi liciesis U. J. D. Aulae Sacri Palatij lateranensis etc.; l’affettione a quella legatione inoltre contorne per lettere di credenza da quel Re al papa nel 1491. Portò l’anno 1493 la chinea bianca di ordine del Re Ferrante al pontefice, tributo solito nel Regno di Napoli nella festa de’SS.mi Apostoli Pietro e Paolo e l’istessa chinea portò (si andò anche Ambasciadore di Alfonso secondo
(Alfonso II d’Aragona) ad Alexandro VI) più anni de’ quali atti ne apparono anchora le ricevute, procurò col costui mezzo Alfonso al suo soldo il Duca di Ursino famoso capitano di quelli tempi che memoria se ne vede nei registri de’ privilegi al N° 1. Sotto Federico accordò Federico suo padrone col principe di Salerno Sanseverino come memoria ne appare fatta procura nel registro primo de’ mandati. fu Vicerè nella provincia di Terra d’Otranto come appare magnifico militi Aloysio de paladino U. J. D. in provintia terrarum bari et hydrunti Vice regi consiliario nostro fideli dilecto «intus vero» Rex Siciliae etc. datum in castris nostris felicitus contra Cayetam die VI mensis novembris 1496 Rex Federicus.»
Costui cambiò con la Regia Corte bel luogo le padule li magazenei et le botteghe il tenimento del bosco et il feudo della chianca con haver havuto incambio la baronia di Salice e di guagnano et il resto perchè valeva molto più di quel che lui haveva dato l’hebbe in dono per li molti et grati serviggi a quei gratissimi principi fatti, l’anno si potria circa quelli tempi della S. V. trovare perchè i privileggi non si han potuti havere trovandonosi una con la baronia in potere dei Sig.r Gio. Ant.o Albrizzi che ultimamente li comprò. Da questo Aloysio e di Caterina Morosini, nobile Tarentina nacque fabritio, Aurelio, Alfonso, Gio. Francesco e ferrante il quale ferrante heredò la baronia e comprò dalla Corte il castello di Campiè, alla quale era discaduto per la morte di Giovanna Maramonte sua nipote figlia di belisario Maramonte ultimo barone di quello di tal gente e di giulia paladini sua sorella, ferrante sopradetto da Martia Guarini dei baroni di S. Cesareo hebbe Aloysio detto baron di Campie il quale vende la baronia di Salice, dal quale usci Ferrante e Carlo Cavaliere hyerosolimitano morto gloriosamente nella guerra di Malta nella espugnattione del castello di S. Ermo da un colpo di artiglieria (1), e niccolo e Marco aurelio, da Marco aurelio ultimamente morto non restano eccetto due fanciulle, da niccolo, Bellissario e loisi e da Ferdinando primogenito e da Giovanna Capece Scondito baronessa di barberano esce Carlo e Ferrante, e da Carlo e da Lucrezia petrarola baronessa di burgagna trovan giunti insieme si spera col favor di Dio prole non dissimile dagli honorati loro predecessori etc.”
.

(Sugli altri Aloysius, Aloisi che hanno vissuto nel Salento, vedi qui)

Sul blasone della famiglia Paladini (ramo leccese) molto è andato perduto. Comunque in base alle mie ricerche lo stemma dovrebbe essere una croce e quattro gigli inquartati, che è storicamente documentata nel 1496 da  Vittorio Prioli (nobile leccese nato nel 1538 da famiglia originaria di Venezia e genero di Luigi Maria Paladini barone di Campi) in una lettera del 1586, lettera che fu pubblicata dal giornale araldico-genealogico-diplomatico nel 1879), contenente un sigillo di cera dell’abate di San Giovanni in Venere Fabrizio Paladini raffigurante l’arme dei Paladini di Lecce.

Arma: Inquartato da una croce d’oro e di rosso a quattro gigli dell’uno nell’altro

Bene, ora devo svelare un antefatto. Come prima cosa, davvero, appena ho fatto questa scoperta su Aloysius sono sobbalzato sulla sedia. E credo abbia qualcosa di trascendentale.
Infatti qualcuno di voi (in particolare fra i miei contatti nei social), sa o ricorda che anni fa (un po per gioco, ma soprattutto per lavoro …) mi inventai la figura del vampiro. Ero il Conte Vlad Aloysius Dracula (1460 – still live).
Aloysius” è stato il mio alter ego quando vivevo e lavoravo a Londra.
Infatti dal 2008 al 2012 lavoravo a Londra alla direzione di un giornale cartaceo settimanale italiano in Uk e avevo frequentissimi rapporti con tutta Italia : h24 tutti i giorni e con l’alta nobiltà e diplomazia italiana nella City; ma anche avevo a che fare con tutte e venti le regioni italiane, che contattavo giornalmente per inoltrare Made in Italy in Uk : quindi dalle piccole aziende alla grandi imprese. Pertanto talvolta mi capitavano anche delle persone con le quali non è facile trattare. Che io definivo degli zombie incartapecoriti. Ecco che inventai la figura di Aloysius : un vampiro che odia il fetore dei morti dentro e che preferisce coltivare legami con i vivi, quelli pulsanti e calorosi. Ossia meglio farsela con i vivi che con gli zombi.
https://www.facebook.com/giovanni.greco.925/media_set?set=a.1335069714965&type=3 E quale era il giochino? : a Londra tutti sapevano del vampiro Aloysius, (muà) e io, per avvisare chiunque fra i miei contatti, che ad un tal evento italiano a Londra ci sarebbe stato uno zombie (ossia un rompiscatole) cosa facevo? Qualche giorno prima dell’evento x (evento italiano nella City), mi bastava postare su facebook un qualunque riferimento al tenebroso Dracula … e senza dire nulla o fare nomi, tutti i miei (ormai ex) clienti sapevano che al prossimo evento ci sarebbe stato qualche “rompiscatole”.
Quel nome Aloysius lo avevo scelto nel dicembre del 2008; “a naso”, un nome antico, che mi piaceva e che ben si adattava alla figura di un potente vampiro a contatto con le monarchie contemporanee; la scelta quindi cadde … a intuito forse?
Fatta questa bella lunga premessa, in cui vi ho spiegato che a Londra dal 2008 al 2012 mi ero dato il nome di Aloysius, arriviamo ad oggi. Infatti, terminato il mio lavoro alla direzione di quel giornale, tornai in Italia (a Salice nel Salento), ricominciai a fare le mie ricerche sul Salento (Www.BelSalento.com) e pian piano scivolò via anche la “presenza” della figura del vampiro Aloysius che avevo inventato anni prima a Londra. Ma a fine giugno 2020, casualmente e nel corso di una ricerca sulle terre del Salento nel medioevo, mi son ritrovato davanti ad un documento : il “Giornale araldico-genealogico-diplomatico, Volume 6” che a pag 324 parla di Salice nel 1470 (io sono di Salice), e di un tale : Aloysio (Aloysius).
Come dicevo, appena ho letto quel nome, riferito al mio paese e che è vissuto nel medesimo arco temporale del mio alter ego londinese (metà del 1400), sono saltato sulla sedia.  https://books.google.it
La cosa naturalmente immagino possa apparire non credibile, ma questa è la verità. Ossia che io fra il 2008 e il 2012 abbia inconsciamente (ripeto, senza aver mai avuto alcuna idea di questo personaggio) scelto e “usato” un nome, individuato delle date e inserite in delle circostanze (per tanti versi affini alla vita diplomatica internazionale) … cose che le ho poi ritrovate in un personaggio realmente esistito secoli fa … fa riflettere un tantino, o sbaglio? Credo che vorrò tentare un cortometraggio su questo personaggio e penso anche che la sua presenza quindi, sia e sia stata, “trascendentale” appunto. E qui sotto ecco la scultura in cartapesta (e bottiglie di plastica 😉 ) che feci nel 2017 al conte Aloysius (ossia in riferimento al mio alter ego a Londra) e che ho nella galleria d’arte “la Colonna”; in questo caso era la mostra di mio padre SANDRO GRECO – “FARFALLE E FIORI”  del 4 marzo 2019. E la stessa galleria la Colonna è per la colonna protogotica con trifora presente alle spalle della scultura, e che era una delle 4 colonne della sede del SEDILE di Salice nel XIII, XIV secolo, probabilmente convissuta dallo stesso Luigi Paladini (Aloysius), barone di Salice nel 1400.  

Del mio alter ego Aloysius a Londra, nel 2017 feci una scultura in cartapesta e bottiglie di plastica, e che si trova nella galleria d’arte “la Colonna”, sede del SEDILE di Salice nell’epoca del (vero) Luigi Paladini (Aloysius).

Il Blasone del 1400 della casata Paladini in Salice Sal – Le. Ricostruzione in 3d per BelSalento

La casata Paladini – Ponzio Paladini nelle crociate del 1099 – Luigi Paladini barone di Salice e Campi (Le) e Ambasciatore degli Aragona nel 1480 – Angelantonio Paladini Sindaco di Lecce nel 1866

Ponzio Paladini commilitone del conte di Tolosa, nella prima crociata (1096-1099), caduto nel 1099 in Terrasanta, durante l’assedio di Tell Arqa

Il grande edificio gotico del 1100 – 1300 in Salice Salentino – contemporaneo della basilica di Santa Caterina a Galatina

Martiri di Otranto

Antonio De Ferraris, detto il “Galateo” – in BelSalento

Girolamo Marciano – Leverano 1571 – 1628 Descrizione, origine e successi della provincia di Otranto

Isabella del Balzo 1468 – 1533 Principessa e regina di Napoli

Ferdinando d’Aragona detto Ferdinando II il cattolico 1452 – 1516

Sestino di Federico III d’Aragona 1496-1501 – Rara moneta riproduzione in 3d e con il crogiolo per metallo

Aloysius o Aloysio nei feudi di Salice e Acaja fra 1300 e 1400 – Luigi Paladini


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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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