Boemondo di Taranto il Crociato Normanno che nel 1098 fondò il Monastero di San Nicola di Casole a Otranto 

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ricerche a cura del dott Giovanni Grecomedioevo

Boemondo di Taranto il Crociato Normanno che nel 1098 fondò il Monastero di San Nicola di Casole a Otranto 

Il crociato Boemondo I, principe di Taranto e Antiochia, Boemondo I d’Altavilla, o Boemondo I d’Antiochia o Boemondo di Taranto, fu uno dei comandanti della Prima Crociata, nel corso della quale si insignorì del Principato di Antiochia.

Figlio primogenito di Roberto il Guiscardo, condottiero Normanno duca di Puglia e di Calabria, e Costanza, Boemondo I d’Altavilla o Boemondo I d’Antiochia o Boemondo di Taranto (San Marco Argentano, 1058 ? – Canosa di Puglia ?, 7 marzo 1111), Principe di Taranto e Antiochia, fu uno dei comandanti della Prima Crociata la “Crociata dei Baroni”, nel corso della quale si insignorì del Principato di Antiochia. Sposò nel 1106 Costanza figlia del re di Francia Filippo I.

LA PRIMA CROCIATA

Il 27 Novembre, si ricorda il celebre “Appello di Clermont” pronunciato da papa Urbano II, al secolo Oddone di Lagery (1040-1099), dal 18 al 28 novembre 1095, nel corso del Concilio di Clermont-Ferrand, nel settimo anno del suo pontificato.

Alle parole latine “Deus vult”, secondo la tradizione pronunciate dal pontefice, fece eco la folla, che rispose in occitano “Dieu lo volt”.

Con la Crociata dei Baroni, nell’autunno del 1098 furono conquiste le città di Ma’arrat al-Nu’man e di Antiochia, dove venne alla luce la Santa Lancia di Longino da parte di un monaco provenzale di nome Pietro Bartolomeo il quale, scavando nel pavimento della chiesa di San Pietro in Antiochia, aveva trovato la Santa reliquia.

La “Crociata dei Baroni”, partita nei mesi successivi, avrebbe messo in marcia oltre 30.000 persone verso la Terra Santa, al comando di importanti e carismatici baroni, ma nella totale assenza di sovrani, considerato che i due più importanti – l’Imperatore del Sacro Romano Impero e il Re di Francia – erano all’epoca in lite con il Papato. Il primo a causa della lotta per le investiture, il secondo per una contesa matrimoniale.
L’adesione popolare fu notevole, ma non altissima: si stimano venti milioni di abitanti nell’Europa cristiana dell’epoca, di cui, al netto di donne, vecchi e bambini, almeno quattro milioni di uomini potenzialmente abili alle armi, quindi partì meno di un centesimo di costoro. Non furono certamente solo poveri, cadetti o nullatenenti. Anzi, è stato stimato che, per finanziarsi il viaggio fino in Terra Santa, un uomo dovesse investire, tra armi, viveri ed equipaggiamento vario, circa quattro volte il proprio reddito annuale: molti furono infatti gli atti di alienazione di beni immobili o di preziosi, atti nei quali ampio spazio fu dato, più che alle clausole, alle sacre motivazioni del dante causa.

Boemondo e il Patriarca Daimberto in navigazione verso la Puglia. Miniatura da un’edizione dell’Histoire d’Outremer del XIII secolo. Nei percorsi intrapresi dai vari eserciti nella Prima Crociata Ponzio Paladini presumibilmente si aggregò al contingente di circa 500 uomini di Boemondo di Taranto allo scopo di liberare la Terra Santa dai musulmani. Boemondo era partito da Trani, nel Mare Adriatico e, dopo essere sbarcato a Durazzo, si diresse per la Via Egnatia alla volta di Costantinopoli.

Era lo stesso Boemondo che nel 1098 o 1099 aveva fondato il Monastero di San Nicola di Casole, situata a pochi chilometri a sud di Otranto allo scopo di aggraziarsi la simpatia dei monaci greci che vivevano nel Sud Italia, in particolare di quelli salentini nonché della popolazione salentina che appoggiava la religiosità greca. Molto probabilmente il monastero fu ampliato e ristrutturato su un’insediamento preesistente. Il nobile normanno donò l’appezzamento sul quale fu costruito il cenobio ad una comunità di monaci italo greci e concesse loro dei fondi cospicui. Tale scelta, tuttavia, non fu uno slancio di generosità. Il popolo normanno, infatti, giunto in Terra d’Otranto nell’XI secolo, mirava ad accaparrarsi la benevolenza dei salentini e dei Greci presenti in questa zona.

Questa è una mappa politica dell’Italia meridionale nel 1112 d.C. / CE , la data in cui Ruggero II di Sicilia raggiunse la maggiore età, mostrando anche il confine del Regno di Sicilia nel 1154, alla sua morte. Ma per la rarità delle fonti è impossibile tracciare una mappa delle realtà [dei conti] comitali nell’Italia meridionale all’inizio del XII secolo, poichè la situazione politica nell’Italia meridionale era molto complessa perchè esistevano numerosi conti e varie città semi-indipendenti. In un susseguirsi di ribellioni e conquiste quasi costanti che riorganizzano continuamente la mappa.
https://belsalento.altervista.org/labbazia-di-san-nicola-di-casole/

Ponzio Paladini commilitone del conte di Tolosa, nella prima crociata (1096-1099), caduto nel 1099 in Terrasanta, durante l’assedio di Tell Arqa


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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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