Riproduzione 3d di una iscrizione messapica in greco latino della grotta Porcinara presso Santa Maria di Leuca

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

Riproduzione 3d di una iscrizione messapica in greco latino della grotta Porcinara presso Santa Maria di Leuca a cura di Giovanni Greco per Www.BelSalento.com  

(messapico) Klauhi Zis  –> (italiano) Ascolta Zeus.
Sono molto poche le iscrizioni messapiche decifrate. Bene, presso Santa Maria di Leuca (sul versante orientale di Punta Ristola in località Castrignano del Capo in provincia di Lecce), c’è la GROTTA PORCINARA, che in epoca messapica è stata un importante santuario che risale all’età Arcaica (VI – V secolo a.C.) quando erano frequentissimi i rapporti commerciali con gran parte del mondo ellenico. In quel santuario era venerato Zis, dio maschile che dominava le folgori e le forze atmosferiche. A lui si rivolgevano le preghiere di protezione dei naviganti. E nelle pareti della grotta sono conservate tuttora almeno circa una trentina di “tabelle”, ossia iscrizioni incise nella roccia in lingua greca e latina contenenti ringraziamenti e preghiere rivolte al dio, ma anche invocazioni di protezione o fortuna per una nuova traversata in mare; oltre a altre dediche e grazie. Navigando in internet ho trovato questa foto di una delle iscrizioni in greco/latino presenti nella grotta Porcinara:

dalla quale ho estratto un file in 3d, che ho dipinto per dare maggiore risalto alla scritta. Ed ecco il risultato:

Il lavoro eseguito è stato relativamente semplice in quanto son dovuto partire dall’unica foto che avevo a disposizione (quella in bianco e nero qui sopra) pertanto ho preferito eseguire una scansione per litofanie e poi con il programma di modellazione 3d Meshmixer ho smussato e ricalcato le zone che la scansione non poteva rendere ottimale, cioè ho aggiustato la tabella per renderla stampabile e coerente all’originale. Per dare l’idea di quanto “meticoloso” sia stato tutto il processo di “estrazione” dell’immagine, le incisioni delle scritte che ho ottenuto nella copia elaborata in 3d, sono profonde circa 4  millimetri. Certo, è molto simile, ma è pur sempre una copia, direi fedele al 90% come vedete nella foto qui accanto. 

elaborazione grafica computerizzata con il programma Meshmixer

La cosa interessante è che, come spesso accade in queste ricostruzioni archeologiche, grazie alla tecnologia del 3d è sempre probabile intravedere dettagli (o ricostruirne delle parti) che messi adeguatamente in risalto, potenzialmente possono offrire una nuova lettura del documento. Parlo di alcune zone specifiche di questa incisione che, a prima vista parevano avere delle forme (scolpite) di umanoidi con le braccia aperte. Ovviamente occasionalmente queste strane “apparizioni” sono dovute ad effetti della luce o della stessa foto, oppure potrebbero davvero essere dettagli nuovi o addirittura inediti e quindi appena conosciuti. Infatti è vero che in questo caso, avendo una sola foto a disposizione e non avendo io alcuna nozione sulla lingua messapica, quelli che apparentemente sarebbero stati dei particolari che il 3d  avrebbe messo in risalto, in realtà sono solo delle immagini (…) diciamo fantasiose, che la stessa scansione lascia trarre in inganno. Un po come quando in una nuvola riconosciamo delle forme che in realtà non sono altro che delle ombre casuali. Ed è quello che mi era parso di intravedere in questo punto, nella zona in alto a destra della tabella :  

Peccato non abbia incontrato la parola del dio Zis, o almeno ritengo non sia presente; pertanto deve essere una preghiera o invocazione alle antiche divinità della folgore e guide per una navigazione agiata, che i nostri antenati hanno inciso nella roccia. Sarà interessante scoprire il senso dell’intero testo dagli studiosi della lingua messapica. In definitiva il mio modestissimo contributo è stato solo aver maneggiato la foto di questo reperto archeologico e nel mentre che ho eseguito una pulitura (sono le imperfezioni create dal rendering della scansione al computer), qua e la ho solo rimodellato meglio l’intera sezione e poi, giacchè, anche quello che “sembra” sia la cifra “1” che appare nell’angolo sempre in alto a destra. Quindi il computer ha generato un file in formato Stl, utile per essere letto dalla stampante 3d (ho usato una delle mie stampanti Creality Cr10) e dopo ben 9 ore di stampa è finalmente uscita la nostra bella replica. Che quindi ho poi dipinta, usando del nero per le incisioni e del giallo nello strato superiore per dare maggiore risalto alle scritte; ed eccomi con la piccola ricostruzione in mano 🙂

Nel passare dei secoli poi il nome (e i nomi) del dio messapico, hanno subito una progressiva evoluzione e omologazione ai canoni romani, pasando da Batas, a Batis, Zis, Iupiter Batius, Kyrius Bateios, Iuppiter Vatius. Molto probabilmente la figura del dio Zis aveva gli stessi elementi tipici di altre statue di epoca magnogreca realizzate a Taranto in età Messapica; ognuna deve aver avuto la stessa iconografia dello Zis Batàs, ossia dello Zeus Saettante della cultura messapica. Cfr lo Zeus di Ugento

Lo Zeus di Ugento

Il piccolo tempio  della grotta Porcinara nasce in età arcaica su di un impianto votivo precedente risalente approssimativamente al VIII secolo a.C. del quale resta un altare, detto eschara. Nel VI secolo a.C. l’area di culto si sposterà nella grotta adiacente, che fu scavata artificialmente e che resterà culturalmente attiva per i culti messapici, fino al II secolo d.C. In seguito si avvierà la romanizzazione delle genti messapiche. 

FONTI:

CAVALERA M., “Antica Messapia. Popoli e luoghi del Salento meridionale nel I millennio a.C.” (Scirocco Editore, 2010).
Rita Auriemma, “Salentum a salo. Porti, approdi, merci e scambi lungo la costa adriatica del Salento”, Congedo Ed. 2004
Archivio Associazione Culturale Archès.
FEBBRARO N., Cavalera M., “L’età japigio-messapica nel Salento centro-meridionale e nel territorio di Salve, in “Archeologia del Salento. Il territorio di Salve dai primi abitanti alla romanizzazione” (a cura di N. Febbraro), Libellula Edizioni, 2011, pp. 184-185.


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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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Se la conoscenza può creare dei problemi, non è con l’ignoranza che possiamo risolverli (Isaac Asimov)

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