ricerche a cura del dott Giovanni Greco
Le monete furono il primo manufatto di produzione di massa e, contemporaneamente, strumento di comunicazione a massima diffusione, molto prima dell’introduzione della stampa. Le seguenti ricerche sulla monetizzazione del Salento, non solo presentano un utile contorno allo studio di BelSalento.com sulle vicende storiche di questa straordinaria terra, ma soprattutto arricchiscono ulteriormente la nostra proposta artistica e culturale con la presentazione di alcune delle frazionatissime produzioni monetarie dell’Italia medievale e moderna. Infatti ogni scheda sulla NUMISMATICA qui presente, rappresenta un’epoca densa di vicende economiche, belliche e umane, alcune delle quali poco conosciute .
Devo ribadire che nel corso dei miei studi mai avrei creduto che mi sarei addentrato in questa nuova sezione “Numismatica” di BelSalento.com; ma una conoscenza del genere diviene importantissima per approfondire le dinamiche mercatali dei vari regni (e delle rispettive signorie, baronati etc) che in circa duemila anni si sono avvicendati nella terra dei due mari : il Salento.
Fra i più antichi conii del Salento devo ricordare quelli della “Otranto romana” (Hydruntum), conquistata dall’Urbe a partire dal 281 a.C. Nel 162 d.C. ottenne il diritto di battere la propria moneta, tanto che in tutto l’Impero divenne un attivo centro tessile-artigianale per la lavorazione della costosa porpora; e nel 151 a.C. ottenne lo status di Municipium, divenendo di fatto un operosissimo ponte marittimo-commerciale tra la Penisola Italica e le Coste greco-orientali. Ma giusto per fare un breve riepilogo dei contenuti di questa sezione “NUMISMATICA” in BelSalento.com, le monete qui elencate – al momento – partono dai tempi dell’Apulia antica, quella bizantina, attraversando alcune date fondamentali : il 1085 (anno che segna l’apertura della Zecca dei Normanni in Puglia con Brindisi e i suoi “Follari”, battuti da Ruggero Borsa duca fino al 1111); gli anni fra il 1197 e il 1250 età delle coniazioni di Federico II; poi dal 1250 al 1254 con Corrado I; dal 1254 al 1258 con Corrado II; dal 1258 al 1266 con Manfredi, principe di Taranto e reggente del Regno di Sicilia nel 1250, che batte monete in rame e mistura a Brindisi; alcuni denari di Manfredi hanno nel campo una grande “A” e altri denari “AP” in monogramma (Apulia). Gli stessi monogrammi “A” e “AP” sono riportati sui denari e mezzi denari di Federico II, battuti a Brindisi, quando Manfredonia non era stata ancora fondata. L’esistenza di queste monete, contrassegnate da “A” e “AP”, sta a dimostrare che Manfredi continuò a battere monete con gli stessi simboli a Brindisi. Pertanto, tutte le monete sveve riportanti “A” e “AP” sono da attribuire esclusivamente alla zecca di Brindisi.
Durante il periodo che va dal 1197 al 1266 a Messina, a Brindisi e a Manfredonia furono battute diverse monete in oro, argento-mistura e rame. Le Zecche di Messina e di Brindisi hanno funzionato per tutto il periodo del dominio svevo da Enrico VI e Costanza d’Altavilla a Manfredi: Messina dal 1194 al 1266 e Brindisi dal 1194 al 1263. Altre monete d’oro, dopo la morte di Manfredi e la chiusura automatica delle Zecche di Manfredonia e Messina, sono state coniate da Carlo d’Angiò con la riapertura della Zecca di Brindisi. Per cui è probabile che gran parte della monetazione aurea di Manfredi sia stata fusa, perché, come ci racconta Salimbene da Adam cronista medievale, re Carlo aveva in dispregio Manfredi.
Questa mia ricerca, dai più antichi albori giunge sino al 1861 – il regno borbonico, che è un periodo storico a me particolarmente caro.
Un enorme arco di tempo che racchiude quindi circa duemila anni dicevo, che pertanto nell’insieme rappresenta non solo un quadro complesso ma soprattutto un continuo susseguirsi di guerre, regni, governi, leggi, dominii … tutti legati a nuovi conii di monete; alcune delle quali le ho acquistate personalmente (come ho già fatto anche con tanti testi storici della letteratura salentina) proprio per possedere, in questo caso, uno scrigno numismatico, un archivio storico interamente dedicato al Salento, e a BelSalento.com per l’appunto. Qui di seguito un elenco dei coni (che sono circolati nel Salento e forgiati nella zecca di Brindisi), che man mano aggiornerò via via che la mia curiosità mi porterà ad affrontare nuove ricerche e a compilare nuove schede. Buona lettura 😉
Una moneta bizantina del XII sec di Ruggero II raffigurante San Demetrio del VI sec
La zecca di Brindisi sotto Corrado I di Svevia (AD 1250-1254)
1 Grano 12 Cavalli – la rara moneta del regno di Ferdinando IV
1/2 Tornese 1833, regno di Napoli Ferdinando II di Borbone (1830 – 1859)
Cambiale Regno Due Sicilie 20 maggio 1837 con timbro e carta filigranata
2 tornesi 1842, Regno delle due Sicilie, Ferdinando II di Borbone – riproduzione in 3d
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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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