ricerche a cura del dott Giovanni Greco
La soppressione delle corporazioni religiose in Terra d’Otranto dal 1862 al 1881

I primi interventi del neonato Regno d’Italia sul ricchissimo patrimonio culturale in corso di annessione, riguardarono la soppressione di varie corporazioni religiose – sparse in tre distinti territori. L’intera operazione sarà poi completata nell’intera nazione nel 1866 e infine estesa a Roma nel 1873. Nel 1861, il neonato stato sabaudo doveva impadronirsi del potere. Quindi cancellò la memoria e gli archivi secolari del mondo cattolico in primis – appunto per cancellare la memoria storica dei luoghi appena conquistati e annullare le testimonianze del passato culturale, sociale, economico e politico dei territori del meridione; inoltre così facendo, si potè “impedire ogni forma di contestazione da qualsiasi rappresentante del corpo sociale“, in definitiva “significava conquistare con la forza della sopraffazione sociale quello status di possidente terriero che ha caratterizzato le borghesie meridionali e le cui conseguenze si sentono ancora oggi“. Cfr : http://www.sa-ero.archivi.beniculturali.it/fileadmin/template/allegati/pubblicazioni/Fiorano/Conseguenze_arch_eccles-Mo_2012.pdf
La soppressione degli ordini religiosi aveva obiettivi finanziari, economici, sociali, ideologici e politici. Si scardinava un ricco e un notevole patrimonio culturale secolare fatto di chiese, conventi, chiostri, ma anche di arredi, archivi, biblioteche, quadri, monili … che era stato commissionato, incrementato, conservato e accudito proprio da quegli stessi ordini soppressi dal governo sabaudo.
Furono venduti terreni misti, ed oliveti; il totale delle vendite realizzate attraverso la “Società anonima” superava gli otto milioni di £. Attraverso la vendita dei beni ecclesiastici si venne a creare una nuova classe sociale (dice Annalisa Bianco in “La Vendita dei Beni Ecclesiastici). Ma per l’acquisto dei lotti (anche quelli piccoli avevano un valore molto caro), furono esclusi coloro che non disponevano dei capitali necessari. Solo le terre con scarsa resa furono vendute a basso prezzo; mentre quelle ad alta resa furono poste all’incanto con un valore che talvolta arrivava al doppio di quello di apertura. Gli unici a trarre vantaggio dalla vendita dei beni della Chiesa furono una cordata di ricchi imprenditori agrari che poterono accaparrarsi notevoli estenzioni di terreni di buona qualità. In particolare le “Congregazioni di Carità” acquistarono fabbricati ed ospizi che destinarono poi ad ospedali, lazzaretti, asili e scuole.
3) Ne fu trasferito il senso: giacchè quel patrimonio artistico e librario prima tutelato in chiese, conventi, chiostri … una volta musealizzato o posto nelle biblioteche, cominciò a perdere il suo “naturale” valore cultuale per lasciar posto al più generico valore culturale. Il patrimonio edilizio divenne funzionale a nuovi utilizzi come caserme, scuole ospedali, carceri tribunali. Il patrimonio archivistico divenne utile allo stato sabaudo per documentare i beni ex claustrali indemaniati, divenendo poi strumento di soppressione e di liquidazione dell’asse ecclesiastico.
LA VENDITA DEI BENI ECCLESIASTICI IN TERRA D’OTRANTO dal 1862 al 1881
Cfr : “LA TERRA D’OTRANTO NELLA SECONDA META’ DELL’OTTOCENTO“, Italgrafica, Oria, 1984, pagg 38-57 (Testo della collezione privata del dott Giovanni Greco)
L’art. 1 dichiarava soppressi “quali enti morali riconosciuti dalla legge civile tutte le Case degli ordini monastici di ambo i sessi esistenti nelle provincie napoletane, non escluse le Congregazioni regolari, ad eccezione di quelle che saranno designate con nostro successivo decreto come benemerenti per riconosciuti servigi che rendono alle popolazioni nella sana educazione della gioventù, nell’assistenza agli infelini, ed in altre opere di pubblica utilità”’ (…) I beni posseduti al momento della soppressione passavano in amministrazione alla Cassa Ecclesiastica dello Stato. La Direzione della Cassa doveva procedere “immediatamente alla presa di possesso e alla formazione dell’ inventario degli stabili, mobili, crediti e rendite …” (…) Ai religiosi, che potevano continuare a vivere comunitariamente nei loro conventi, o essere concentrati in altri conventi designati dal Governo, veniva assegnata una pensione (Collezione delle leggi e de’ decreti emanati nelle provincie continentali dell’Italia meridionale durante il periodo della luogotenenza, vol. 1 Decreto n° 251, Napoli 1861, p.727-728).
Il 13 ottobre 1864 il ministro delle finanze Quintino Sella, per incamerare in tempi brevi congrue somme di denaro, stipulò una “Convenzione” con i “Promotori di una Società anonima” per la vendita dei beni demaniali. I promotori erano : Felice Genero (Banco di Sconto), Giacomo Lacaita (Presidente del Comitato della Società Anonima per le terre italiane), D. Balduino (Società generale di credito mobiliare italiano), Teodoro Alfurno e C. Perrazzi (Cfr : Raccolta Ufficiale delle Leggi e dei Decreti del Regno d’Italia, vol. X, anno 1864, p. 1594 – in “LA TERRA D’OTRANTO NELLA SECONDA META’ DELL’OTTOCENTO”, Italgrafica, Oria, 1984, p. 41). In particolare si stabiliva che i promotori della Società anonima, avrebbero dovuto procedere alla “vendita a nome e per conto del Governo dei beni demaniali a partire dal 1 gennaio 1865″.

In pratica l’episcopato liquidava tutto l’asse ecclesiastico, convertendolo in beni mobiliari e versando allo Stato 100 milioni annui per la durata di sei anni. E nonostante le proteste (dell’intero mondo ecclesiastico meridionale in particolare) lo Stato sabaudo nel 1866 portò a termine il progetto di disgregare il clero liquidando l’intero asse ecclesiastico esistente sino al regno Borbonico.
Alla proposta dello Scialoia fece seguito una forte opposizione del clero e del laicato cattolico, come riporta la rivista “La civiltà cattolica”: La legge di nuova spogliazione della Chiesa proposta dal ministro Scialoia (Serie VI, vol. IX, fasc. 406, 1 febbraio 1867, pp. 385-402); Le ragioni di alcuni cattolici per consigliare al clero l’adesione alla legge dello Scialoia (Serie VI, vol. IX, fasc. 408, 2 marzo 1867, pp. 641-661).
Nella “Raccolta delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, anno 1867, vol. XIX, Firenze, Stamperia Reale, decreto n° 3848, p. 1323, si legge che con la legge del 15 agosto 1867 lo stato sabaudo determinava la negazione della qualifica di enti morali e della capacità giuridica di possedere, rivolta a cattedrali, collegiate, chiese ricettizie, commende, capellanie corali, canonicati, benefici, cappellanie di patronato regio e laicale, abbazie, priorati, prelature. Tutti i beni di questi enti vennero devoluti al demanio; ossia alla casa Savoia.
Conventi soppressi = ettari di terreno incamerati
Il Mazzotta (giustamente a mio avviso), sostiene che “la soppressione sabauda e quella francese furono due operazioni speculari“. Dice (il Mazzotta) che “secondo Roeder, ministro delle Finanze nel decennio francese, bisognava eliminare il latifondo monastico per migliorare l’agricoltura e aumentare la ricchezza del regno e conseguentemente delle popolazioni. E prosegue (sempre il Mazzotta) dicendo che per Ferrara, ministro delle Finanze sabaudo, l’eliminazione della proprietà monastica, incolta o mal coltivata, era il necessario presupposto per trasformare l’agricoltura in uno strumento di ricchezza a beneficio della collettività e in primo luogo della classe contadina. Uguali le premesse, uguali le modalità di esecuzione della confisca e uguali anche gli esiti. Infatti, i due progetti, nella fase esecutiva, dal mondo delle idee andarono a finire sul tavolo dei contabili del Ministero delle Finanze, come una qualunque operazione di bilancio. La soppressione francese, dal punto di vista quantitativo, cioè per il numero dei conventi soppressi e degli ettari di terreno incamerati, fu certamente più ampia, ma non necessariamente più rilevante (…) Dalla carta geografica monastica della Terra d’Otranto la soppressione murattiana su 193 conventi ne cancellò 165 (85,49%) con oltre 900 religiosi, sacerdoti e laici, e incamerò 22326 ettari di terreno sativo, 3218 di oliveto, 450 di vigneto, 249 di giardino, 2571 di macchia, 553 di bosco e una estensione non precisata con 16986 alberi di olivo. Il patrimonio zootecnico registrato nelle masserie era di 141 bovini, 5365 ovini e un numero di vaccini valutato 16613 ducati (…) quando fu possibile il fabbricato fu smembrato e si vendettero a parte posture di olio, magazzini, pagliere, stalle e altri locali adatti a diversi usi (…) i conventi femminili presenti in Terra d’Otranto nel 1861 erano conventi (…) che avevano alle spalle secoli di storia durante i quali avevano accumulato vistosi patrimoni, che in certi casi erano veri latifondi (…)
Cfr : La soppressione dei conventi in Terra d’Otranto durante il decennio francese
La soppressione dei conventi in Terra d’Otranto durante il decennio francese
Cfr : Il mondo agrario salentino nel primo ventennio postunitario
Diventa mecenate Patreon di BelSalento.com nella piattaforma del mio crowdfunding e scopri i vantaggi che ho riservato solo per te. Con la tua donazione potrò sviluppare al meglio le mie attività di creator e in cambio avrai tanti benefit epremi super esclusivi disponibili solo per chi entrerà nella mia comunity Patreon 😉 Non esitate a scrivermi con nuove idee o suggerimenti :)) Qui il mio invito per voi lettori.
Sostieni BelSalento ~ da 20 anni Servizi di Fruizione Culturale della Terra dei Due Mari
Patreon: https://www.patreon.com/BelSalento
Paypal: https://www.paypal.me/giogrecobelsalento
SitoWeb: Www.BelSalento.com
Facebook: BelSalento.com
Youtube: Giovanni Greco
Ebay: grec_10 https://www.ebay.it/usr/grec_10a cura di Giovanni Greco per i Servizi di Fruizione Culturale di BelSalento – SOSTIENI e mantieni in vita questo canale rivolto a fornire servizi di fruizione culturale sulla terra dei due mari.
DONA tramite PAY PAL o carta di credito.
Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco
Sostieni il sitodi BelSalento.com – un progetto nato nel 1998 a cura del dott Giovanni Greco. Se ti sono piaciute le ricerche dei nostri articoli e trovi utile l’impegno e il lavoro di fruizione culturale che offriamo da circa venti anni, sostieni questo sito con una tua libera e preziosa donazione su PayPal; scegli tu l’importo che ritieni giusto donarci. Il tuo contributo è fondamentale per farci crescere e migliorare la produzione dei video-documentari e delle pagine internet che leggi sfogliando questo sito.
L’intera redazione di BelSalento.com te ne sarà infinitamente grata 😉

Segui BelSalento.com, arte storia ambiente e cultura della terra dei due mari. Dal 1998 servizi di fruizione culturale : Tradizioni, Mare e Terra del BEL SALENTO. Parco Letterario, Archeologia Industriale, Preistoria, Storia e Ambiente, Cucina, Arte, Musica, Poesie, Cinema, Teatro, Webtv, GreenLife, Foto, Giornalino e Video Documentari più un blog e due profili fb

— ~ —
BelSalento.com
cel : 373 7244103
mail : [email protected]
fb: Iscriviti al nostro gruppo : facebook.com/groups/belsalentoweb
— ~ —