la Lince chiamata “Gattopardo” presente in Salento nei secoli passati – di Oreste Caroppo
A quale precisa specie di Lince corrisponde la Lince chiamata “Gattopardo” presente in Salento nei secoli passati?
Si ritiene che vivano in Europa oggi due specie del genere Lynx, due specie di Lince:
-) la Lince pardina iberica (Lynx pardinus) presente nella Penisola Iberica;
-) la Lince comune (Lynx lynx) presente nell’ area Alpina e Balcanica.
La Lince pardina era in passato ritenuta una sottospecie della Lince comune, oggi invece la si ritiene una specie a sé e si ritiene che le due specie nel Pleistocene vissero entrambe insieme nell’ Europa centrale.
La presenza di Linci (genere Lynx) è paleontologicamente attestata in Salento, e più in generale in Puglia, tanto nel Pleistocene quanto nell’Olocene, e fino almeno ai primi dell’Ottocento come numerose fonti storiche descrivono.
Gli studi paleontologici ci permettono di dire se per la Puglia si trattava di Lince comune (Lynx lynx) o della iberica Lince pardina (Lynx pardinus)?
L’ attuale distribuzione geografica lascia pensare che si trattasse di Lince comune.
Un piccolo dubbio viene però dal fatto che nella Penisola Iberica la Lince pardina vive anche in ecosistemi molto simili a quelli mediterranei propri del Salento, e dal fatto che le descrizioni letterarie delle Linci del Sud Italia per le caratteristiche del mantello, anche dal pelo più corto, maggiormente sembrano ricordare la Lince pardina rispetto alla Lince comune, ma non si può escludere che anche la Lince comune si fosse adattata anche agli ecosistemi mediterranei planiziali italici, oltre a quelli montani e collinari, convergendo nel Sud Italia verso le caratteristiche della Lince pardina adattata agli stessi ambienti ma iberici. Del resto si tratta sempre di due specie di Linci dalla antenato comune.
Del resto sarei portato maggiormente a credere che la Lince pardina stessa sia più una sottospecie della Lince comune che una specie del tutto a sė, anche se in merito non è oggi questa l’idea più in voga.
Per capire se si tratta di due specie davvero diverse sarebbe necessario capire se dall’accoppiamento tra loro ne nasce, se nasce, prole sterile. Anche il fatto poi che queste due presunte specie praticamente non sono state mai divise da invalicabili barriere geografiche, in più le forti somiglianze fra loro mi fanno pensare di più all’ipotesi della sottospecie.
Stessa posizione critica che avanzo sulla questione Lepre europea-Lepre appenninica (Lepre corsicana), oggi la Lepre appenninica che era tipica del sud Italia la si considera una specie a sé mentre anche qui troverei più plausibile che fosse considerata una sottospecie della Lepre comune europea.
Se si osservano infatti le distribuzioni geografiche delle specie, si osservano i vasti areali nel continente euroasiatico della Lince comune come della Lepre comune europea, ma poi giunti in Italia si scopre qui la presenza di una specie (?) a sé di lepre e giunti in Penisola Iberica si scopre in piccole aree una specie di lince a sé, sorge allora come la legittima idea che il tutto sia più legato a un certo campanilismo di alcuni zoologi locali, fermo restando che trovo giustissimo parlare di sottospecie e di ecotipi particolari da tutelare e favorire, ma dove non possibile bene ricorrere e mantenere gli esemplari della specie di origine eventualmente reintrodotti, il territorio farà il resto nella riselezione dei suoi tipici ecotipi!
Così in Italia oggi c’ è chi afferma la esclusività dei Cinghiali italiani e si oppone alla reintroduzione dei Cinghiali dal centro ed est Europa, esagerazioni pazzesche dei nostri giorni, la specie è sempre la medesima Sus scrofa! Tutti questi casi di specie e varietà di mammiferi analizzate sono accomunate dal fatto che le differenze in gioco sono comunque basse quando non anche irrisorie.
Resto comunque di vedute più aperto sulla possibilità della Lince pardina come specie a sé, e altro.
Del resto si parlava dell’Homo di Neanderthal presente in Europa e in maniera coeva dell’Homo sapiens presente in Africa come di specie distinte salvo poi scoprire da studi genetici sugli uomini odierni europei che le due specie si incrociarono in Europa generando pertanto prole fertile, aspetto quindi che mi porterebbe a dire che non si può parlare correttamente di due specie distinte a sé quanto più correttamente di due sottospecie della stessa specie differenziatesi in zone differenti prima di incontrarsi e rimescolarsi geneticamente.
Questioni importanti per poter capire se sia giusto utilizzare la Lince comune della regione alpina e della prossima area balcanica per i progetti di reintroduzione di Lince nel Sud Italia in Natura, del resto in assenza della pressione antropica fisiologicamente queste Linci spontaneamente tenderebbero a ridiffondersi in sud Italia!
Riflessioni.
Tra i tanti sinonimi della Lince in Italia, nelle fonti di scrittori salentini dei secoli scorsi il nome più frequentemente utilizzato è “Lupo cerviero“, nome che certamente indica la capacità di questa Lince di predare Cervidi (quali Cervi propriamente detti, Daini e Caprioli, tre specie che sempre le medesime fonti dicono essere presenti nel Salento forestale dei recenti secoli passati). Qui in foto si mostra una Lince comune (Lynx lynx) che si nutre di un Capriolo (Germania), una capacità predatoria questa che si riscontra nella Lince comune.
Oreste Caroppo 12//09/2016
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dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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