L’ ERESIA DELLA MADDALENA INCINTA di Oreste Caroppo

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L’ ERESIA DELLA MADDALENA INCINTA

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nel Salento un mito popolare antico trasmesso di generazione in generazione

“A MADDALENA
SCIU ALLA VIGNA
E TURNAU PRENA!”

Traducendo dal dialetto salentino:

“la Maddalena si reco alla Vigna e da lì ne torno che era incinta”

Questo antico detto in rima licenzioso e scherzoso si tramanda nella cultura popolare salentina, in particolare nella zona di Maglie e Sanarica dove mi è stato trasmesso dai miei nonni e genitori. Quando viene pronunciato lo si fa sempre con un tono ironico, accompagnato da un sorriso che di fatto aggiunge quei particolari del messaggio non immediatamente presenti alla lettera in quel motto, ma ben sottesi tra le righe.
La vigna come luogo è molto probabilmente un riferimento alla “Vigna del Signore” che compare nelle parabole dei Vangeli cristiani, nei quali anche troviamo la figura di Maria Maddalena, (anche dunque nel Nuovo Testamento oltre che nei Vangeli apocrifi), e non è quindi assolutamente un’ ipotesi forzata, anzi, immaginare che tale vigna sia utilizzata come metafora per indicare Gesù Cristo stesso, non menzionato direttamente per una sorta di pudore religioso e rispetto, data anche la natura sessuofoba che connota spesso il Cristianesimo, in special modo nella sua versione cattolica dove vige per i preti il voto di castità, non altrettanto per i papas ortodossi.
Una forma più estesa dell’adagio popolare, in occasione del giorno della festa religiosa della Santa che ricorre il 22 luglio, è “osci è Santa Maria Maddalena ca se ne sciu alla vigna e turnau prena“.
Questo detto scherzoso ci rivela come la cultura popolare antica del Salento sapesse o comunque sviluppò e anticipò un’idea oggi divenuta molto ricorrente in quella che quasi si può considerare l’ultima eresia interna al Cristianesimo, che ha fatto vendere migliaia di copie di bestseller romanzati e saggi nei primi del 2000, da cui son stati tratti film di gran grido pubblicità e audience, che hanno trattato l’argomento, avallabile ancor più pare con l’ausilio dei Vangeli apocrifi, di un rapporto carnale e non solo spirituale tra Gesù Cristo e la Maddalena, che era nel suo seguito di discepoli, fino a giungere all’idea che questa concepì dei figli i quali diedero luogo soprattutto in Europa, dove la Maddalena si trasferì, secondo alcune leggende cristiane popolari, dopo la crocifissione di Gesù a Gerusalemme, ad una linea di sangue regale dei discendenti diretti di Cristo, tenuta segreta e tutelata da sette esoteriche nei secoli.
In tutto il Salento molto diffusa è la devozione popolare per la Maddalena, come rivelano luoghi religiosi, feste patronali, (ad esempio ad Uggiano la Chiesa), e varie opere d’arte sparse a lei dedicate, almeno dal medioevo sin in epoca moderna, come ben si descrive in questa bella raccolta al link: http://www.salentoacolory.it/il-percorso-della-maddalena-n…/.
Chissà che non vi fossero anche memorie di uno sbarco sulle coste salentine per rifocillarsi durante la navigazione dalla Terra Santa verso Marsiglia, che la leggenda vorrebbe compì la Maddalena attraversando il Mediterraneo in barca; barca con la Maddalena diretta a Marsiglia effigiata anche su alcuni affreschi nel borgo di Castiglione (frazione di Andrano) nella chiesa Matrice e nella Cappella della Maddalena. (Vedi link sopra).
Mentre a Tricase nella Cripta del Gonfalone, in un grande afresco datato intorno al XVI sec., è raffigurata una avvenente Maddalena a dimensione reale, ben indicata come spesso nel Salento da un’epigrafe con il suo nome che non lascia dubbi, che tiene sul petto un unguentario con coperchio a cono. L’ampolla con unguenti è uno degli attributi iconografici della Maddalena che ricorda l’episodio evangelico della Maddalena che si reca al sepolcro per spargere di unguenti il corpo di Cristo dopo la sua sepoltura. Non si può però fare a meno di notare come qui quell’unguentario abbia in realtà la forma di un calice di foggia eucaristica, che potrebbe ben richiamare l’iconografia del calice usato dal Signore nell’Ultima Cena dove secondo la leggenda fu raccolto il sangue di Cristo che sgorgava da lui dalle ferite della passione e crocifissione, (come si mostra in affreschi medioevali della crocifissione anche proprio nel Salento), un simbolo quindi molto forte per l’ipotesi di una Maddalena partoriente i figli carnali di Cristo, del resto il calice è simbolo femminile di grembo. (Vedi link sopra).
Anche nella città di Melpignano si venera la Maddalena come protettrice della città che, si narra, intercedendo con un miracolo salvò da un’ epidemia di peste nel XVII secolo il paese che non ne ebbe alcuna vittima. (Vedi link:
http://eventi.leccenews24.it/eventi/santa_maria_maddalena_melpignano.htm).

Come immagine semplicemente il bellissimo dipinto di un sensualissimo viso angelico attribuito ad un allievo di Leonardo da Vinci.

Riporto anche qui questo ricco commento di Umberto Panico sempre a questo post: “Nella Torre di Belloluogo a Lecce c’è una cappela del XIV sec interamente dedicata al viaggio della Maddalena, e un affresco in particolare testimonia il suo arrivo ad Otranto. Ma di questo c’è traccia anche ad Uggiano ed anche nella chiesa crociata di Castiglione dove anche qui è la s .patrona. Inoltre ad osservare gli affreschi del XV sec e la stessa statua di Uggiano la Chiesa, ci si accorge facilmente che la Maddalena è incinta. Inoltre bisogna leggere lo stemma di Uggiano è importante. La cupola della chiesa di Uggiano è la prima cosa che si vede dal mare del salento venendo in nave, inoltre ad Uggiano da diversi anni abita affianco alla chiesa il più grande esperto al mondo di tesori nonché critico d’arte Alvaro Gonzales Palacios. Ancora Uggiano insiste sul più grande e antico santuario d’Europa dedicato alla dea madre, la Grotta dei Cervi”.

santa-miroforaDa Natalia Semjonova di religione cristiano ortodossa, che ha commentato questo stesso post condiviso altrove (copio/incollo):

“La Santa mirofora [la portatrice della mirra per ungere al salma del Cristo] Maria Maddalena è venerata pure nella Chiesa Ortodossa, la sua memoria e’ pure 22 luglio (vecchio stile) che nel nostro calendario [quello ortodosso] è 4 agosto.
Lei dopo una vita nel peccato e’ stata guarita da Cristo che ha scacciato da lei sette demoni. Dopo la guarigione ha cominciato una nuova vita pura senza fluttuare e senza cadere di nuovo nei peccati che faceva prima. E’ rimasta fedele a Cristo fino alla fine e predico’ Vangelo in Italia, a Roma, dove porto’ all’imperatore Tiverio un’ uovo rosso – il simbolo di Risurrezzione, dicendo le parole “Cristo e’ risorto”. Da questo deriva la tradizione di colorare le uove nel colore rosso per la Pasqua.”

Dunque è stata in Italia secondo la tradizione ortodossa, dunque non è impossibile che sia passata anche lungo le coste salentine come la tradizione della sua devozione qui, e la posizione del Salento potrebbe fare immaginare.

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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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