Dalla colonia risorgimentale di fine 800 alla medicina cancerogena nella -terra (chimica) dei due mari-

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

Dalla colonia risorgimentale di fine 800 alla medicina cancerogena nella “terra (chimica) dei due mari”

Proprio in queste ore si fa sempre più concreta una (anche mia) vecchia ipotesi in base alla quale l’uso massiccio del pesticida della Monsanto (la “Medicina” a base di glifosate) sia strettamente collegato alle politiche coloniali e risorgimentali di fine ‘800.  Un sottilissimo filo rosso, macchiato di molto sangue, congiunge questi eventi.

cartina del Regno d’Italia nel 1924

Questa politica coloniale è partita nel 1861 e si è poi sviluppata tramite le logiche industriali o “mercatali” (che divennero anche razziali, vedi il Lombroso) che si costituirono proprio nel periodo post borbonico e liberale e con lo sfrenato patriottismo risorgimentale perdurato per tutto l’800 sino al ‘900 inoltrato. In quel 1861/62 nacque la questione meridionale, o meglio al plurale : le questioni meridionali, che da allora ad oggi ancora non sono state risolte.
Nell’insieme parlo di quell’ideologia liberale e antiborbonica, che si concretizzò l’indomani dell’invasione savoiarda nel meridione, il conclusivo bombardamnento di Gaeta e la cacciata dell’ultimo re Borbone Francesco II delle Due Sicilie. Con quell’irruenta conquista del meridione si compiva quindi l’unità d’Italia e si gettavano le basi per trasformare radicalmente il paesaggio agrario meridionale … Si iniziò calpestando per intero il sangue del Sud, imponendo la chiusura delle scuole per 15 anni, attuando la lotta del brigantaggio (con centinaia di paesi razziati o rasi al suolo, migliaia di contadini, avvocati, medici, preti, donne e bambini uccisi sul posto perchè ritenuti “briganti“); poi ci sarà lo smantellamento delle tante opulente industrie del sud (la Taranto borbonica ne è un esempio) e il loro trasferimento al nord; e ancora la (s)vendita dei beni demaniali e la soppressione delle corporazioni religiose e dei conventi … Con quella invasione si pretese di “liberare” il meridione (che era già libero) da un ipotetico oppressore – che nell’ideologgia liberale del tempo era impersonificato dai re Borbone. Si omise però l’imbroglio : ossia che le mire risorgimentali celavano una conquista armata ed una intera colonizzazione del meridione; ma anche di una vera *colonizzazione interna* all”italia unita”. E come accadde per l’intero Mezzogiorno, il Salento fu privato del suo sviluppo economico autonomo e fu sottoposto al giogo di un monopolismo mediato dallo Stato.

Intorno la storia delle grandezza di Borbone e del conseguente brigantaggio post-unitario, oggi III millennio, c’è ancora in atto una congiura negazionista da parte del mondo accademico (…) così come pure per ciò che riguarda le poco conosciute e nefaste vicende che avvennero l’indomani la sconfitta del Regno delle Due Sicilie, con l’unità d’Italia stabilita dal nuovo regno savoiardo, nel “primo campo di sterminio” europeo di Fenestrelle sulle montagne piemontesi.

Una volta conquistata e depredata, la colonia meridionale doveva essere sfruttata. E dopo aver strappato con la forza terre e immobili ai legittimi proprietari (i meridionali), bisognava quindi usare a vantaggio del nord le terre e gli immobili del sud, attraverso l’impiego di leggi e del consenso popolare utile alla realizzazione del progetto coloniale. Per ottenerlo il popolo meridionale sarà indotto SIN DAL PRINCIPIO a votare a favore del suo carnefice.

Lo sfruttamento del sud infatti è stato uno di quei disegni politici che per completarsi e prendere sempre più corpo negli anni seguenti il 1861, già sin dalla metà dell’800 e nei decenni successivi ha necessitato del supporto dei peggiori nemici che il sud abbia avuto : ossia alcuni stessi meridionali : Liborio Romano, Antonietta De Pace, Giuseppe Libertini, Giuseppe Pisanelli, Giuseppe Massari … i quali prepararono la società contadina e aristocratico-liberale a partire dagli anni ’50 del XIX secolo. Seguirono poi tutti gli altri liberali meridionali loro amici ad appoggiare la “necessità” di liberarsi dalla presenza dei Borbone e contemporaneamente per favorire l’ascesa di Garibaldi prima e dei Savoia poi, e infine per far nuova luce nel Mezzogiorno con l’arrivo dei “liberatori” garibaldini e savoiardi appunto. In seguito ci sarà un elenco abbastanza lungo di politici (sempre meridionali) che hanno tradito il proprio Territorio “per garantire lo status del Sud come colonia interna nazionale, da sfruttare e sottomettere culturalmente ed economicamente in tutti i modi” in una sorta di guerra perenne e Manipolazione di massa nel Sud – che sono 10 costanti che si perpetuano ciclicamente dal 1861 ad oggi.

Infatti in oltre 150 anni, sino ad oggi non c’è stata nessuna grande personalità istituzionale del Sud (apparte Francesco Saverio Nitti, Giorgio Amendola, Nicola Zitara e alcuni altri meridionalisti) che abbia denunciato massacri e saccheggi accaduti nel 1860 nel Sud come anche le palesi differenze nei finanziamenti, nei servizi, nelle strutture e nelle infrastrutture fra nord e sud. Perdipiù in tanti anni pur essendoci stato chi ha voluto rivendicare le realtà storiche offuscate per fare l’unità d’Italia (i documenti “atroci” stanno uscendo fuori), bene chiunque (storici, studiosi, neoborbonici …) abbia alzato la testa e si sia informato su come si sia arrivati a farla questa unità (…), è stato additato come “vittimista”, “piagnone”, “nostalgico”, “pericoloso” o “scemo”. Ultimamente anche “massone”. Beh … dopo che per decine e decine di anni ci hanno chiamato “terroni” … è paradossale … ma anche segno che queste verità fanno paura a coloro che non vogliono che cambi questa situazione, in cui qualcuno ha tratto e continua tutt’ora a trarne vantaggio a scapito di qualcun’altro.

Quindi cosa collega la colonizzazione interna con il glifosate? Durante il primo ventennio postunitario il mondo agrario salentino iniziò la sua grande involuzione che precederà l’abbandono dalle campagne e l’uso della chimica. Mentre il Regno delle due Sicilie era il terzo Stato più ricco ed avanzato al mondo. Ma con l’invasione dei savoia nel 1861 e in particolare sin dagli anni ’80 del 1800, emerse una esosa politica fiscale che in Puglia fu la causa principale del malessere economico del Salento. E in essa trovavano grande vantaggio due categorie di imprenditori : i ricchi proprietari terrieri locali ed extraregionali (di ideologia filo-liberale e antiborbonica), che a differenza dei piccoli proprietari, potevano comprare i beni e i terreni del Salento svenduti da Vittorio Emanuele II di Savoia; e la nuova borghesia agraria locale, la quale in particolare rappresentò il miglior tramite con la monarchia sabauda insediatasi con la forza delle fucilazioni di Cialdini & co. Nel primo ventennio postunitario iniziava a delinearsi la necessità di preservare un’economia di piantagione centrata sulla massificazione; e le tipicità agroalimentari del mediterraneo potevano e dovevano servire a questo scopo.
Quindi nel sud Italia si è attuata una sorta di colonizzazione interna, dicevo, per garantire la massificazione e la (s)vendita di determinati prodotti dell’agricoltura per trarre profitto e voti … Certo,  sin dagli inizi del 1900 diventerà cosa facile per gli ideatori di questo progetto complesso, man mano che saranno distrutte la produzione di grano millenario mediterraneo, quello del tabacco con le conseguenti lotte delle tabacchine, e dopo aver quasi smembrato parte delle reazioni contadine salentine nei giorni sanguinosi delle lotte dell’Arneo. Per proseguire poi con l’attacco alla terra con la svendita dei campi di uva per lasciar posto ai pannelli fotovoltaici di una decina di anni fa ed ora con la eliminazione dei millenari alberi di ulivi, probabilmente dando la colpa alla sputacchina.

Quindi eccoci al punto … “chimico” del discorso. Dal sito “briganti.info/area-depressa-dunque-il-mezzogiorno-no-colonia/ : “E’ un processo di colonizzazione, in definitiva, che si verrebbe ad operare dove l’azione statale, sul piano tecnico ed economico, ma anche su quello politico e militare, precorre i tentativi espansionistici dei gruppi monopolistici, la cui azione finanziaria è fortemente intrecciata con quella dello Stato. [……]”. Cfr : http://briganti.info

Per la massificazione industriale dei beni dell’agricolura (badi ben : non per “l’industrializzazione del Sud”) tornava molto utile l’impiego dei fertilizzanti e dei pesticidi : erbicidi, lombricidi, moschicidi, funghicidi … Operazione che fu ben promossa negli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo (50 anni fa); anch’essa come una “pratica” spacciata per modernizzare l’agricoltura. E da allora il Salento ha avuto chilometri di flacconi contenenti ulteriori tonnellate di chimica cancerogena, che i contadini, a loro insaputa, hanno chiamato “medicina”, pensando che fosse un medicinale utile al loro lavoro. E senza neanche sapere la differenza fra Roundup, glifosate e Monsanto – che sono la stessa cosa. Il fatto che nessuno ha mai detto loro però è che quell’erbicida contiene glifosate, potentemente cancerogeno e che la ditta che glieli ha venduti (la Monsanto) è la stessa che pochissimi anni prima aveva prodotto l’Agente Arancio, ampiamente irrorato dagli americani su tutto il Vietnam del Sud, tra il 1961 e il 1971, durante la Guerra del Vietnam e che oggi a 40 anni dalla guerra uccide ancora.

La disinformazione ha fatto la sua parte (fenomeno anch’esso indotto da politici, scuole e giornali : un po come dire “al contadino non far sapere quant’è buono il formaggio con le pere) ed è stata talmente elevata che è miracolosamente divenuto normale e scontato anche scrivere “ATTENZIONE – VELENO” all’ingresso dei campi irrorati con il glifosate.

A partire dai decenni successivi la monarchia sabauda quindi, i vari governi non si sono mai preoccupati della salute della popolazione meridionale e dei danni sull’ambiente delle terre vergini pugliesi e salentine in particolare, perchè in fondo, anzi in pratica è sempre così che ragionano i colonialisti. A tante tonnellate di chimica cancerogena sversata nei terreni corrisponde (a monte) la distribuzione di un capillare giro d’affari internazionale (…) di tonnellate e tonnellate di denari dipanato di decennio in decennio, che ha dell’incredibile e che non ha mai soddisfatto ne la salute di consumatori e contadini, ne le necessità concrete dell’agricoltura, ne quelle del lavoro nei campi; in quanto gli unici che ci guadagnano sono e restano sempre le stesse ditte produttrici, accompagnate dagli enti che hanno fatto approvare l’impiego di questi abomini della scienza. Cit.: “Dal 1860 la gente continua ad accogliere salvatori che vengono da un nord predatorio, restando sempre più a mani vuote.

Difatti ancora oggi 2019 molti pesticidi come il famoso glifosate della Monsanto, sono approvati dal consiglio europeo e ritenuti sicuri. A pensar male si pecca di qualcosa? Ad esempio i dati su cui si sono basati per approvarli, sono quelli forniti direttamente dai produttori. E infatti sul pesticida Roundup (a base di glifosate) l’autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha copiato i dati che gli aveva passato la stessa Monsanto.

In conclusione va detto comunque che se pure il Salento sino ad ora è rimasto sottomesso e colonizzato (dal 1861), bene è cominciata una nuova era; pare stia cominciando a svegliarsi in seguito alle vicende dei drastici tagli degli ulivi millenari, in cui è stato detto che la causa fosse la xylella e  che le uniche cose da fare fossero i tagli delle piante e l’irrorazione massiccia di pesticidi. Coloro che hanno dato gli allarmi modello ebola, individuavano la xylella “a vista” come farebbe Superman, ma hanno tralasciato il Co.Di.Ro e che per decenni la terra del Salento è divenuta “terra (chimica) dei due mari” per l’eccessivo uso di glifosate che si è protratto in modo abnorme dagli anni ’60 del ‘900 sino ad oggi, causando la sterilità di ettari ed ettari di campi un tempo produttivi.

Indubiamente anche sulla xylella c’è sempre qualcuno che ha paura che la verità venga a galla
Cfr : https://www.pugliareporter.com/2019/03/02/xylella

Per fortuna il Salento è anche incoraggiato in questi nostri giorni contemporanei, anche dal supporto della comunità internazionale, che è in ferrea guerra contro la Monsanto e il suo regno globale. Infatti è di queste ultime settimane la notizia che ci sono più di 11.000 cause contro Bayer per il glifosato e che il glifosato fa male anche alla stessa Bayer, l’azienda che lo vende: la Bayer crolla in Borsa a Francoforte dopo la condanna negli Usa per gli effetti di quel diserbante a base di glifosato e archivia il 2018 (anno in cui ha chiuso l’acquisizione di Monsanto) con un utile netto in calo del 76,9% a fronte di un danno quantificato in 78,6 milioni di dollari, 68,38 milioni di euro.

Detto ciò : QUANTI DAL SALENTO FAREBBERO ORA CAUSA ALLA BAYER PER LE TONNELLATE DI GLIFOSATE CANCEROGENO sversato da 50 anni nella “colonia (chimica) dei due mari” ?

Risorgimento – dopo il 1861 – Notizie dal fronte = Notizie dalla “Colonia”

Siamo COLONIZZATI ? Torchiarolo 8 ott 2015 – Servizi di BelSalento


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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco

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