Schiavizzati in un giornale – lavoro è dignità – l’esperienza londinese e l’inganno all’italiana

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del dott Giovanni Grecoresize

L’Italia è un paese di abusi di potere, infiniti e che valicano anche i confini nazionali, come è stato ad esempio “Lavorare” per un Giornale italiano a Londra, dove dal 2008 al 2012 quel direttore ha schiavizzato la sua stessa redazione – IL GIOCO DEL BELL’INGANNO ALL’ITALIANA E’ QUESTO : CHE E’ PALESE ED EVIDENTE che il lavoro altrui gratifica il datore – e non poco – soprattutto quando quel capo (il boss) schiavizza il lavoratore, con le false promesse che poi ci sarà una ricompensa … che non verrà mai. E poi ° … come mai se un cittadino prova a fare tre volte una denuncia per tre minacce ricevute, colui che “dovrebbe” essere competente (…) gli risponde per tre volte di seguito : “naaa e io all’interpol dici che vado? Vai vaiiii, vai via”. Il fatto deve interessare tutti: dalla Digos alla cittadinanza attiva. I “ridicoli” che danno risposte “ridicole” vanno isolati. 14915528_10202367492466816_6227434713317471974_n

Vogliate comprendere questo mio sfogo sul libero sfruttamento italiano all’estero, e a Londra nel caso di cui vi scrivo questo denso articolo, perchè dal 2008 al 2012 ho lavorato in Gran Bretagna alla direzione di un giornale della comunità italiana in Uk LONDRASERA. Bene, il lavoro è dignità, non è carità, giusto? Infatti a Londra il mio direttore di quel giornale (un signore siciliano in foto giù in questa pagina) mi trattò malissimo e nonostante adesso 2016 quella testata italiana all’estero sia più curata rispetto a pochi anni fa, voglio esporVi come è stata la sua evoluzione in quegli anni 2008 – 2012. Quando mi dicevano : “perchè ti dai tanto da fare per quel giornale se poi il tuo direttore ti sfrutta e non ti paga?“, rispondevo che ero fiducioso del riconoscimento del mio impegno e che per me quella non era una critica ma era un pregio dare supporto organizzativo ad un giornale che, in quegli anni, aveva solo me in persona come segretario, webmaster e procacciatore di business da tutte le regioni italiane. http://www.londrasera.com/ Per un breve periodo creai anche una piccola redazione, ma non potendo sostenere alcuna spesa per loro, tornai ad essere io la redazione occupandomi contemporaneamente di advertising, creazione di webpages e di segreteria. E attendevo solo le promesse di una giusta retribuzione … che quel direttore mi aveva fatto giornalmente … Cosa che non avvenne mai, però. Dopo cinque anni di sudatissimo lavoro infatti il mio capo non mi ha pagato. In totale avrei dovuto percepire circa 100.000 euro e non mi ha neanche rilasciato il tesserino da giornalista. Ecco che l’idillio svanì, e feci fare una interrogazione parlamentare, come spiegherò più giù.
E successivamente anche il “Fatto Quotidiano” ha svolto delle ricerche su quel mio capo scoprendo che in quegli anni egli prendeva parecchi soldi dallo Stato italiano, essendo LONDRASERA la testata italiana all’estero meglio retribuita rispetto a tutte le altre sparse nell’intero pianeta terra. Con tutti quei soldi però, a me e quindi alla sua redazione non mi ha mai dato una lira! Tranne qualche rarissimo pagamento di poche decine di sterline due – tre volte l’anno, qualche cena offerta al ristorante cinese di Soho, qualche mangiata ai caterng del jet set italo inglese (dove andavamo a fare i servizi per il giornale, quindi non pagava nulla comunque), e qualche scheda della Metro londinese. Questa era la paghetta che elargiva il direttore.

La sola realtà è che dal 2008 al 2012 quel  direttore mi aveva solo illuso che mi avrebbe dato la tessera da giornalista, che mi avrebbe pagato e che tutto sarebbe stato sempre più bello … ma che in quel momento non era possibile, ripeteva sempre, perchè non aveva soldi. E io da bravo pollo son cascato nella sua favola. E si, perchè all’epoca, ha schiavizzato per benino la sua stessa redazione, dicendo favole e promettendo mari. monti, tessere giornalistiche e soldi appunto. 13087347_10201681617760377_5138326277413428146_nFattostà che “er boss” voleva solo incassare il meglio che poteva trarre dal mio sudore. In effetti di sudore ce ne è stato parecchio, ogni settimana di ogni mese per cinque anni, trasportavo nel sito internet le 16 pagine dei pdf che lui ogni settimana mi inviava via mail  – di cui conservo ancora tutte le centinaia di mail in cui mi chiedeva di organizzare quel materiale da inserire nel web, il cui dominio fu creato a nome mio in html http://www.londrasera.com/. E ho fatto così, settimana dopo settiamana circa 8.000 pagine web tutte in html. Oltre questo lavoro poi contattavo tutte le venti regioni italiane – piccole e medie imprese, per trovare nuovo mercato Made in Italy da inoltrare in quel giornale italiano in Uk come sponsor, sia nel cartaceo sia in internet … 13124694_10201681616880355_6770133797838378256_nQuindi sulla base della pianificazione del mio lavoro, dopo cinque anni da stacanovista, un bel giorno questo direttore decise di cacciare via me e tutta la redazione. Pertanto a lui rimase il cartaceo ma perse il dominio del sito internet; poi mise su qualche altra soluzione web … fu allora che io gli feci fare quell’interrogazione parlamentare

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=822558.a-2 bDopo uscì anche l’articolo del “Fatto Quotidiano  14900440_10202373759303483_604155691721512358_n per i Contributi all’editoria, ossia i soldi dei giornali italiani all’estero, e in particolare quelli che prendeva il mio ex direttore … devo dire … sulle spalle mie e dell’intera redazone web (che con fatica avevo cercato di metter su in Londra).
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/18/contributi-alleditoria-fare-un-giornale-italiano-allestero-conviene/1157894/ Il Fatto Quotidiano nell’ottobre del 2014 scriveva “Con 62.000 euro annui, tra i più finanziati anche Londra Sera, che però solleva più di un dubbio sulla qualità informativa nella comunità italiana della capitale britannica. Diretto dal fotografo Tommaso Bruccoleri, che lo pubblica dal 1976 con pochi e mal pagati collaboratori (come denuncia il webmaster, che dal 2012 ne ha addirittura bloccato la versione online), il settimanale mette insieme agenzia stampa sulla vita degli italiani d’oltremanica, molte foto e pubblicità riuscendo a uscire in formato cartaceo di 16 pagine con una tiratura che, stando alle certificazioni arriva a 16.000 copie a settimana.13094202_10201681617080360_8853499874474101744_n
Vero è che in Italia circa cinque giornalisti freelance su dieci lavorano a gratis sfruttati dai loro direttori e che la politica condiziona 8 giornalisti su 10.
Ma non solo! Nel 2012 sempre questo direttore ha fatto fare delle minacce (da gentaglia di ultimo ordine) a noi della sua redazione! La Metropolitan Police di Londra mi aveva detto che essendo io residente in Italia questo fatto doveva essere risolto con le autorità italiane qui in Italia.  E il colmo è stato quindi nell’Italia del sud, quando ho tentato di fare tre volte una denuncia (per le tre minacce ricevute), allorchè un tale (…) che “dovrebbe” essere competente (…) una specie di pseudo colletto bianco … che da bravo ignorante cronico quale è, per tre volte di seguito ha rifiutato di accogliere le tre denuncie che tentavo di fare e per di più, ognuna delle tre volte che ho provato a fare quelle denuncie, quest’individuo ogni volta mi ha risposto con aria pesantemente strafottente “naaa e io all’interpol dici che vado? Vai via vai” – cioè mi ha trattato come se io fossi un alcholizzato !
E questo colletto bianco del profondo sud : non è stato ridicolo? Ma voi che leggete, non la trovate ridicola tutta questa storia? Per molti versi lussuosa, poi simil drammatica ma soprattutto ridicola. Pertanto si potrebbe fare un film tragi-comico all’italiana, perchè gli elementi ci sono tutti, sono veri e … quotidiani per certi aspetti.
senza-titolo-1Niente, quel mio capo del giornale a Londra, lui voleva che io e la mia redazione lavorassimo a gratis! Per lui. Nonostante io abbia lavorato sodo dal 2008 al 2012 ossia 5 anni ogni settimana per quella testata, durante la notte fino all’alba per ogni giorno di ogni settimana di tutti quegli anni … questo direttore non mi ha riconosciuto nulla, nè soldi, ne patentino da giornalista. E quale è stata la sua risposta a questa ingloriosa vicenda che lui stesso ha scatenato?  Sulle prime diceva di non avermi mai conosciuto, tentava di farmi passare per haker addirittura! Poi scrisse volgarità e diffamazioni su me, che successivamente con la polizia postale facemmo cancellare … Mentre in questo 2016, il “caro” boss, mosso da austera e immacolata verginità, ostenta la sua rinnovata e candida indifferenza. Basta vedere come si presenta ringiovanito in questi ultimi tempi!
Ma addirittura, dopo tutta questa storia che vi ho appena esposto, da luglio del 2016 quel giornale pubblica nel suo profilo facebook che “inizia una scuola educativa di praticandato per tutti quelli che vogliono fare carriera nel mondo dei media” …
E IO CHE HO LAVORATO COME UNO SCHIAVO OGNI SETTIMANA PER CINQUE ANNI PER QUEL GIORNALE E ANCORA STO ASPETTANDO ALMENO QUEL PATENTINO DA GIORNALISTA CHE AVEVA PROMESSO? E certo che è spropositatamente ridicolo questo direttore. Ridicolo, ridicolo, ridicolo! Io so solo che ho diretto la sezione web e la segreteria di quel settimanale. E l’ho fatto per 5 anni con serietà, malpagato ma con onestà. L’ho innalzato e fatto diventare grande. E che il compenso è stato il nulla!
Invece quando un giornalista ha il coraggio di lottare per il diritto all’informazione è necessario affiancarlo nel suo impegno. Ossigeno per l’Informazione, l’osservatorio sui giornalisti minacciati e le notizie oscurate in Italia è un buon punto di partenza per conoscere e attivarsi. Ma se uno il tesserino non ce l’ha dopo che ha diretto un giornale settimanalmente per cinque anni, che deve fare? Che dire : CHE BISOGNA FARLO QUESTO FILM ! Un film tragi-comico all’italiana, Giusto?
Certo, ultimamente quel giornale italiano a Londra si è ripreso, fa molti più servizi, è maggiormente distribuito rispetto a prima … E VABENE, IL GIOCO DEL BELL’INGANNO ALL’ITALIANA E’ QUESTO : CHE E’ PALESE ED EVIDENTE che il lavoro altrui gratifica il datore e non poco, soprattutto quando schiavizza il lavoratore, con le false promesse che poi ci sarà una ricompensa (il tesserino da giornalista per esempio) – ma dopo 5 anni che ci ho lavorato (in pratica a gratis per lui) ora che vedo che distribuisce pure tessere da giornalista con una certa semplicità … mi fa pensare che la meritocrazia sia davvero un concetto astratto per certe persone  e per questi direttori di giornale. Giornale che troverete in Facebook https://www.facebook.com/Londra-Sera-560439973968406/, sempre nel top dell’Italia che conta a Londra e … nella sua nuova veste di “bravo guaglione” tanto : …

… il settimanale adesso si può trovare, grazie ai nostri distributori, anche nelle maggiori città e ristoranti d’Inghilterra. Per la vostra pubblicità contattateci via email a: londrasera@…, o telefonate alla nostra hotline: 020 … (24 ore).


Ecco l’interrogazione parlamentare 

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=822558
Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03136
Atto n. 4-03136 Pubblicato il 16 dicembre 2014, nella seduta n. 366
BUCCARELLA , BERTOROTTA , CASTALDI , MONTEVECCHI , CAPPELLETTI , SANTANGELO , DONNO , VACCIANO , ENDRIZZI , PAGLINI , GIROTTO , PUGLIA , CIOFFI – Al Presidente del Consiglio dei ministri. –

Premesso che:

si apprende da notizie di stampa (“il Fatto Quotidiano” del 18 ottobre 2014) che anche i giornali per gli italiani all’estero, testate che raggiungono tirature molto modeste, ricevono contributi governativi per l’importo di 2 milioni di euro, che nel 2014 sono stati portati a 3 milioni; “I soldi vengono ripartiti tra meno di un centinaio di pubblicazioni molte delle quali ricevono contributi modesti intorno ai 10.000 euro annui. Spiccano però alcune testate che staccano decisamente le altre. Stando ai dati del 2012, gli ultimi disponibili, il primo fra tutti è L’Italiano (Argentina) con 219.000 euro l’anno, seguito da Comunità Italia (Brasile) 76.000, Corriere Italiano, Specchio e Cittadino Canadese (Canada) rispettivamente con 65.000, 60.000 e 47.000, fino alle riviste edite in Italia ma diffuse all’estero come Il messaggero di Sant’Antonio che riceve 66.000 euro e all’agenzia stampa Aise, con sede a Roma, che ne prende 53.000”; “Con 62.000 euro annui, tra i più finanziati anche Londra Sera, che però solleva più di un dubbio sulla qualità informativa nella comunità italiana della capitale britannica. Diretto dal fotografo Tommaso Bruccoleri, che lo pubblica dal 1976 con pochi e mal pagati collaboratori (come denuncia il webmaster, che dal 2012 ne ha addirittura bloccato la versione on line), il settimanale mette insieme agenzia stampa sulla vita degli italiani d’oltremanica, molte foto e pubblicità riuscendo a uscire in formato cartaceo di 16 pagine con una tiratura che, stando alle certificazioni arriva a 16.000 copie a settimana”;

considerato che:

l’articolo prosegue riportando le dichiarazioni del Dipartimento per l’informazione ed editoria (Die) della Presidenza del Consiglio dei ministri relativamente alla ripartizione dei contributi: “La torta dei contributi viene ripartita sulla base di alcuni criteri, tra cui qualità informativa della pubblicazione, numero delle pagine, tiratura e copie diffuse. I gruppi editoriali più grandi sono di solito più organizzati e riescono a ricevere più soldi”; per quanto riguarda i controlli limitatamente alle riviste realmente diffuse e di interesse tale da meritare denaro pubblico il Dipartimento informa: “Per le testate che hanno effettivamente sede all’estero non abbiamo modo di verificare se non affidandoci alla rete consolare che ben conosce il territorio e può capitare che le pubblicazioni più collaborative con le istituzioni possano ricevere maggior attenzione”; inoltre il quotidiano riporta che le sedi consolari si limitano a registrare la presenza di pubblicazioni che richiedono il contributo pubblico per l’editoria all’estero, in quanto come riferiscono dal consolato di Londra: “Alla rappresentanza diplomatica, la legge non richiede di entrare nel merito della sostanza della pubblicazione. Nella commissione che decide la ripartizione delle quote i funzionari delle rappresentanze diplomatiche non figurano”;

considerato inoltre che:

è giunta agli interroganti la segnalazione di un cittadino italiano, G.G., che lamenta di essere stato sfruttato dal direttore di “Londra Sera”, avendo lavorato diversi anni senza ricevere alcun compenso economico per il giornale italiano, nonché di essere stato sottoposto a mobbing e stalking. Inoltre il lavoratore riferisce di aver subito svariate minacce ed intimidazioni da persona poco raccomandabile affinché lasciasse la direzione web con tutti i relativi contatti ottenuti con il suo impegno; in particolare il cittadino avrebbe ricoperto diversi ruoli presso il suddetto giornale tra cui quello di webmaster di edizione web, segretario, venditore e promoter, e per ragioni di marketing contattava ogni settimana tutte le Regioni d’Italia, i consorzi, presidenti, senatori, assessori, produttori, testate giornalistiche per fare pubblicità del “Made in Italy” da tutte le Regioni a Londra,

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza della deprecabile vicenda che ha visto coinvolto il webmaster, che non avrebbe mai ricevuto compensi per la direzione del web e per il lavoro di aggiornamento che dal 2008 al 2012 ogni settimana ha sempre curato per il giornale “Londra Sera”; se non ritenga urgente adottare iniziative, anche di carattere normativo, al fine di garantire una maggiore trasparenza nella gestione dei contributi pubblici per l’editoria all’estero, anche alla luce del caso esposto in premessa; quali iniziative di competenza intenda assumere affinché si giunga ad un puntuale controllo dei periodici pubblicati all’estero, valutando se si tratti di periodici diffusi e di interesse tale per la comunità da considerare il contributo governativo, eliminando ogni possibile margine di discrezionalità che potrebbe portare a favorire “le pubblicazioni più collaborative con le istituzioni”.

Le brutte esperienze all’estero – Londra – truffate dal bell’inganno all’italiana !!!


papafrancesco-lavoro


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dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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