Raimondello Orsini del Balzo in BelSalento

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

personalità storicheRaimondello Orsini del Balzo

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nato a Soleto, morto il 17 gennaio 1406

orsini del balzo
Raimondello Orsini del Balzo ai piedi di S. Antonio nella chiesa di S. Pietro di Galatina di Puglia.

Raimondello Orsini Del Balzo è stata una delle figure più importanti nella storia del Mezzogiorno tra il XIV e il XV secolo. Ma poche sono le notizie su di lui. Raimondo Orsini Del Balzo, conosciuto anche come Raimondello, era il secondo figlio di Nicolò Orsini, conte di Nola e Cancelliere del Regno di Napoli. Nobile del Regno di Napoli, fu Conte di Soleto e Galatina  (1382), Duca di Benevento (1385-1401), Principe di Taranto (1393-1406), Conte di Lecce (1401-1406), Duca di Bari, Gran Contabile del Regno di Napoli, Gonfaloniere della Sacra Romana Chiesa. Aggiunse al suo cognome Orsini quello dei Del Balzo (De Baux) in quanto venne adottato dallo zio Raimondo Del Balzo (conte di Soleto e gran camerario del Regno di Napoli) e dalla moglie Isabella D’Apia, contessa di Campagna e Casaluce, per dare loro una discendenza. Ecco perchè antepose al cognome e allo stemma Orsini quelli dei Del Balzo.

In guerra contro gli ottomani in Oriente, di ritorno dalla Terra Santa nel 1380, occupò militarmente la contea di Soleto (con giurisdizione sulle terre di Galatina e Cutrofiano, i casali di Zollino, Aradeo, Sogliano ed il castello di Sternatia) donatagli dallo zio Raimondo Del Balzo ma usurpatagli dal padre a favore del primogenito Roberto, Sposò nel 1384 Maria d’Enghien (https://belsalento.altervista.org/maria-denghien/), contessa di Lecce (1367-1446), aggiungendo alla contea di Soleto, la contea di Lecce ed il Principato di Taranto che includeva metà del Regno di Napoli ed il Principe vi governò quasi indipendentemente dal Re, diventando il feudatario più ricco d’Italia con entrate che superavano quelle del Re di Napoli. Fece costruire la chiesa dedicata a Santa Caterina in Galatina.

Favorevole agli Angioini dopo il 1380 fondò Salice Salentino, e a Galatina commissionò la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria, capolavoro d’arte francescana, dove è ritratto all’interno. Un’altra opera importante da lui voluta e commissionata fu l’omonima guglia a Soleto, un magnifico campanile in stile tardo gotico.

Questo pannello nella Basilica  di Santa Caterina d’Alessandria a Galatina, raffigura Sant’Antonio Abate. Si trova sulla faccia interna del pilastro orientale della navata laterlale e reca una firma e una data:Franciscus de Arecio fecit anno 1435″.

La chiesa fu fatta edificare da Raimondello Orsini del Balzo, marito della contessa di Lecce Maria d’Enghien  e terminata nel 1391 – come dalla data incisa sull’architrave della porta laterale della chiesa, posta alla sinistra dell’osservatore – con l’intento di diffondere il rito latino. Raimondello fece costruire anche l’attiguo ospedale (attualmente denominato Palazzo Orsini e sede del Municipio) ed un monastero (che non è più quello che vediamo oggi ma quello ricostruito nel XVII secolo a ridosso della chiesa) per i frati francescani della Vicarìa di Bosnia ai quali fu conferito nel 1392, insieme alla cappellanìa dell’ospedale, l’incarico di officiare in latino nella chiesa di S.Caterina.
Il 25 novembre di ogni anno si festeggia Santa Caterina d’Alessandria vergine e martire. Dice la leggenda, che il corpo di Caterina fu trasportato dagli angeli sul monte Sinai dove, nel VI secolo, l’imperatore Giustiniano fondò il monastero che porta il nome della santa (Monastero di Santa Caterina).
Nella basilica di Santa Chiara a Napoli vi è la cappella gentilizia della Famiglia, ove, tra gli altri riposa in pace il sarcofago di Raimondo del Balzo  (~1303  Napoli,1375)
Sarcofago di Raimondo del Balzo

L’epitaffio cita :

MAGNANIMUS, SAPIENS, INSIGNIS, PROVIDUS UNUS CLAUDITUR HOC SAXO, NON FAMA, CARNE SEPULTUS BAUCIA QUEM GENUIT CLARA ET GENEROSA PROPAGO MIGNIFICOSQUE EDUXIT AVOS SIBI BAUCIA TELLUS MENTE DEUM VERITUS RAYMUNDUS ET IPSE VERENDUS NON TERRENA FUIT POTIUS COELESTIS IMAGO SOLETIQUE COMES REGNI CAMERARIUS HUIUS MILITIAEQUE DECUS VIRTUTIS AMATOR ET OMNES JURE BONOS COLUIT QUANTUM RESPUBLICA PASSA EST MORTE SUA DOCUIT AD COELICA REGNA VOCATUS.

“Magnanimo, saggio, insigne, provvido, da solo è rinchiuso in questa tomba, sepolto col corpo non nella fama, colui che la nobile e generosa stirpe del Balzo generò onde la terra del Balzo allevò per sé splendidi antenati, Raimondo, rispettoso degli dei ed egli stesso degno di rispetto, il suo aspetto non fu terreno, piuttosto divino, conte di Soleto e camerario del regno, onore del suo esercito, amante della virtù, rispettò tutti i buoni secondo giustizia, chiamato al Regno celeste insegnò con la sua morte quanto vale lo stato.

Le statuette delle tre Virtù GiustiziaFortezza e Mansuetudine sorreggono il sarcofago sul cui fronte è raffigurato il defunto posto su un palco con sei falconieri. E’ un eccellente esempio di studio scultoreo per la rappresentazione della falconeria, molto diffusa nel Regno di Sicilia a partire dal secolo precedente con il *De arte venandi cum avibus *di Federico II di Svevia. Un riferimento si ha nel 1393, quando abbandona la causa di Ladislao d’Angiò per mezzo del conte di Conversano Luigi d’Enghien e passa al servizio di Luigi II d’Angiò. Gli è concessa una condotta di 500 lance il cui pagamento è assicurato dalle entrate fiscali delle terre di Bari e di Otranto. In quell’occasione Raimondo Orsini del Balzo invia da Lecce al pretendente al regno di Napoli un presente di 1500 libbre di argento lavorato, 3 destrieri, un cammello, due schiavi, alcune scimmie ed altri animali esotici per il tempo.
particolare del sarcofago di Raimondo del Balzo con sei falconieri
Nell’immagine la reliquia del dito di santa Caterina d’Alessandria custodita nella basilica di Galatina

La basilica a lei dedicata in Galatina, fu realizzata tra il 1369 e il 1391, da Raimondello Orsini del Balzo, quando, di ritorno dalle crociate, si spinse sino alla sommità del Monte Sinai per rendere omaggio al corpo di Santa Caterina; secondo la leggenda, nel ripartire, baciò la mano della santa, strappandole il dito con i denti. Tornato in Italia portò con sé la reliquia che fu poi incastonata in un reliquiario d’argento, e che è tuttora conservato nel tesoro della chiesa. L’edificio, alla morte di Raimondello avvenuta nel 1405, fu completato dalla moglie, la principessa Maria d’Enghien, e poi dal figlio, Giovanni Antonio Orsini Del Balzo.
Nell’immagine il dito di santa Caterina custodito a Galatina

 

 

 

 

 

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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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