Quegli operai morti a Lecce il 25 settembre 1945 perché chiedevano pane e lavoro

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco; segue l’articolo di Valentino De Luca ed Enzo Bianco

Quegli operai morti a Lecce il 25 settembre 1945 perché chiedevano “pane e lavoro”

Era appena finita la Seconda Guerra Mondiale, scoppiata il 1 settembre 1939 e conclusa l’8 maggio 1945 con la resa tedesca e in quello asiatico il successivo 2 settembre con la resa dell’Impero giapponese dopo i bombardamenti nucleari su Hiroshima e Nagasaki. Eppure nel Salento, in una Lecce ancora profondamente monarchica, nel primissimo dopoguerra uno sciopero generale indetto per reclamare pane e lavoro venne represso – nel cuore del barocco leccese – dalla polizia asserragliata davanti alla prefettura con una scarica di pallottole che fecero 3 morti e numerosi feriti.

I fatti : la mattina del 24 settembre 1945 oltre 5.000 persone si radunarono  in piazza San Oronzo (Lecce) spinte dalla fame, dalla rabbia per le promesse mancate e dalla disoccupazione. Era uno sciopero per le lotte operaie che durerà l’intera giornata del 24 sino al pomeriggio successivo, una manifestazione di protesta che fu promossa dalla “Lega dei Muratori”, dalla Camera del Lavoro e dai gruppi politici salentini del PCI, PSI, Partito d’Azione e Cln. Già la mattina del 25 i manifestanti divennero il doppio tutti al grido “Pane! – Lavoro!”; e man mano che gli animi si incitavano la folla si spostò in massa nel cuore del Barocco Leccese fra il Palazzo dei Celestini e la Basilica di Santa Croce; sino al portone del Palazzo dei Celestini, sede della Prefettura. La gente era composta da operai, muratori, imbianchini, contadini, … tutti esausti e adirati al punto tale da riuscire a penetrare lo schieramento di carabinieri e marinai della “San Marco” posti all’ingresso della Prefettura.  E così la folla riuscì a forzare il portone e ad  entrare nel cortile, occupando gli androni. E proprio dalla Prefettura i marinai della ”San Marco” aprirono il fuoco e spararono su quella folla che chiedeva pane e lavoro. Morirono in tre : Francesco Schifa muratore, Oronzo Zingarelli pizzicagnolo e Nicola Fatano venditore ambulante.  Ma vi furono anche dei feriti fra i quali un bambino di nove anni che proprio in quell’istante era uscito incuriosito dalla porta della propria abitazione per vedere cosa accadeva in strada.

di Giovanni Greco

Funerali di Francesco Schifa muratore, Oronzo Zingarelli pizzicagnolo e Nicola Fatano venditore ambulante caduti a Lecce il 25 settembre 1945 al grido di “Pane e Lavoro”.
25 settembre 1945 targa posta in via Umberto I (cortile Prefettura) – Lecce

Il 25 settembre 1945 tre lavoratori furono uccisi sotto le finestre della Prefettura di Lecce durante uno sciopero generale

QUEI MORTI PER “PANE E LAVORO”

Nella ricorrenza dell’anniversario dei tragici avvenimenti del 25 settembre del 1945, quando durante uno sciopero generale per chiedere “pane e lavoro” furono uccisi tre lavoratori leccesi Francesco Schifa, Nicola Fatano e Oronzo Zingarelli, sentiamo il dovere civile e la necessità storica di riparlarne. Anche alla luce di nuovi documenti e di inedite immagini.
Per precisa volontà dell’Amministrazione provinciale presieduta dal sen Giovanni Pellegrino e delle Organizzazioni sindacali, la commemorazione ufficiale in Consiglio provinciale per il 60° e l’ emozionante manifestazione dello scoprimento della targa – tenuta nel 2006 nell’ingresso del Palazzo dei Celestini alla presenza di quasi tutte le più alte cariche istituzionali a cominciare dal Prefetto – hanno di fatto non solo recuperato ad una conoscenza storica più diffusa una vicenda incredibilmente rimossa dalla memoria collettiva ma nel contempo hanno sollecitato la cittadinanza a collaborare nella ricerca di ulteriori singoli frammenti e partecipate testimonianze sull’onda del “si ricordo, c’ero anch’io”; e in questa azione di riappropriazione delle nostre migliori pagine di una recente microstoria non va sottaciuto il ruolo importante e presente degli organi di informazione che a più riprese hanno pubblicato ampi servizi al punto che quel triste episodio è tutt’ora riscontrabile anche in più siti Internet.
In quella fine di settembre del ’45 a pochissimi mesi dalla sciagurata avventura bellica e dalla successiva nascita della Repubblica la città di Lecce vive momenti di estrema tensione sociale a causa del disagio economico tra il mercato nero, il razionamento dei viveri, l’aumento dei prezzi e la mancanza di opportunità lavorative per i tanti reduci e i disoccupati nei ceti popolari. Le rappresentanze politiche e sindacali si fanno interpreti della gravissima situazione e portano la cittadinanza prima ad una grande manifestazione il 24 settembre e allo sciopero generale del giorno successivo con la partecipazione sentita e disperata di oltre diecimila cittadini con donne, giovani e anziani che determina la paralisi di tutte le attività commerciali e lavorative.
Nonostante i vari tentativi per ottenere risposte e risultati positivi da parte di un Prefetto timoroso e burocrate, la situazione diventa esplosiva in poche ore con dirigenti dei partiti e sindacalisti impossibilitati a frenare l’urto di una folla sempre più decisa a far valere le proprie richieste. Al grido di “pane e lavoro” l’assalto al Palazzo dei Celestini chiuso e serrato porta allo scontro e al fuoco improvviso dei militari: restano a terra senza vita Schifa, Fatano e Zingarelli che sono a ridosso del portone; molti altri presenti, mai individuati, rimangono feriti in un fuggi fuggi generale. Puntualmente registrati e commentati dalle cronache del tempo e dalle testimonianze gli’imponenti commossi funerali del 27 settembre si fermano ai piedi dell’obelisco di Porta Napoli con la partecipazione di un popolo di circa ventimila lavoratori giunti anche a piedi dai paesi dell’hinterland leccese: l’onoranza funebre è tenuta da Fortunato Caracciolo, sindacalista della Camera del Lavoro, che con inaspettate misurate parole e con toni di pacificazione invita tutti i presenti a ricordare con dignità le tre vittime nella certezza di un futuro migliore. Nei giorni successivi il CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) provinciale si fa interprete della nuova situazione con una Relazione agli Organi centrali della costituenda Repubblica italiana. Tuttavia l’unica conseguenza è il trasferimento del Prefetto mentre la mancanza di una pronta inchiesta sugli scontri lascia per sempre nel dubbio i reali colpevoli della tragedia.
Solo a distanza di oltre sessanta anni, si può forse sperare che almeno i familiari delle incolpevoli vittime possano ottenere, da parte dello Stato italiano, almeno un cenno di vera attenzione e onorare in termini e modalità ufficiali la memoria dei loro cari.
E di questo tenore è stata la nostra recente richiesta alle tre più alte cariche della Repubblica Italiana: democraticamente fiduciosi aspettiamo!
Nel frattempo ci appare giusto che le novità documentarie in questa ricorrenza siano rese pubbliche; pervenute e ritrovate successivamente alla stampa del nostro volume, è opportuno in questa ricorrenza che siano portate all’attenzione della memoria storica collettiva che di sicuro deve essere ulteriormente risollecitata.
Il sacrificio di quelle giovani incolpevoli vittime resta impresso per sempre sul luogo dell’eccidio e su tutti i documenti che lo ricorderanno alle future generazioni, con l’auspicio che anche da parte della Città di Lecce una diversa e aggiornata riconsiderazione di quei fatti del 25 settembre 1945 trovi un giusto riscontro nella toponomastica cittadina.

Valentino De Luca
Enzo Bianco
in “Il Corsivo”, 27 settembre 2008


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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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