Ponzio Paladini commilitone del conte di Tolosa, nella prima crociata (1096-1099), caduto nel 1099 in Terrasanta, durante l’assedio di Tell Arqa

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 a cura del dott Giovanni Grecomedioevo

Ponzio Paladini commilitone del conte di Tolosa, nella prima crociata (1096-1099), caduto nel 1099 in Terrasanta, durante l’assedio di Tell Arqa

PONZIO PALADINI – Fu il capostipite di questa assai nobile ed antica famiglia, detta Paladini – o Palladini. Qui la casata Paladini. La tradizione dice che la casata provenga dalla Francia e che si fosse poi trasferita in terra d’Otranto dove visse Luigi Paladini, probabilmente il più illustre personaggio del suo casato, ambasciatore sotto re Ferrante nel 1493 e re Alfonso,  nel 1494, diplomatico, dottore di diritto e primo barone del suo casato di Salice e Guagnano (dal 1488).

Il 27 novembre 1095 Papa Urbano II tenne un discorso al concilio di Clermont, e con esso INIZIANO LE CROCIATE per aiutare i bizantini a respingere l’attacco dei turchi selgiuchidi, che si trovavano ormai a 100 chilometri da Costantinopoli, mentre i pellegrini cristiani in Terrasanta erano sistematicamente sterminati dopo essere stati sottoposti a raccapriccianti torture.
Alle crociate parteciparono i principi europei per “liberare il Santo Sepolcro” e stabilire un regno cristiano a difesa dei Luoghi Santi, con capitale Gerusalemme. A seguito di questo appello, sarebbe stata organizzata la Prima Crociata (1096-1099). La spedizione principale fu la “Crociata dei Baroni” con oltre 30.000 persone verso la Terra Santa, al comando di importanti e carismatici baroni ma senza un re.

Ponzio Paladini partecipò alla prima crociata (la crociata dei baroni 1096-1099). Alcune fonti lo menzionano come commilitone ed amico intimo del conte di Tolosa (Raimondo IV di Tolosa) Da “soldato della Croce” morì  in Terrasanta nel 1099 sotto le mura di Archis (Arqa, nel Libano settentrionale), durante l’assedio di Tell Arqa. Pertanto anche Ponzio, come i guerrieri della prima crociata nel 1095-1099 d.C., avrà gridato la famosa frase latina Deus Vult. (La propaganda pontificia, il famoso “Dio lo vuole”: la Santa Romana Chiesa guidata da Papa Urbano II, in Clermont nel 1095 fu l’artefice di una strategia di proselitismo di massa, basata su un appello ai fedeli per un pellegrinaggio armato in Terra Santa, al fine di: liberare Gerusalemme e il Santo Sepolcro dalla piaga degli infedeli, per tornare nelle mani dei cristiani).
Le fonti crociate lo ricordano per lo più come Pontius de Baladuno oppure de Balan (Guglielmo di Tiro: VII, 17; Raimondo d’Aguilers: prefazione, cap. XI e cap. XV; Roberto monaco: VIII, 18; ecc.). A quella prima crociata partecipò anche Tancredi di Taranto per i Normanni di Puglia e Sicilia.

Con la Crociata dei Baroni, nell’autunno del 1098 furono conquiste le città di Ma’arrat al-Nu’man e di Antiochia, dove venne alla luce la Santa Lancia di Longino da parte di un monaco provenzale di nome Pietro Bartolomeo il quale, scavando nel pavimento della chiesa di San Pietro in Antiochia, aveva trovato la Santa reliquia.

la scoperta della Lancia di Longino in Antinochia (Terra Santa) durante la prima Crociata del 1098

Dopo Antiochia il 14 febbraio 1099 i crociati cominciarono l’assedio di Arqa, una cittadina nei pressi di Tripoli. L’assedio durò alcuni mesi ma anche questa città fu conquistata il 15 luglio 1099. In quell’assedio ad Arqa morì Ponzio Paladini.
Cfr : https://books.google.it

Certo è interessante anche sapere le circostanze della sua morte. Probabilmente avvenne come riportato nel testo “STORIA DELLE CROCIATE 1842” Cfr : https://books.google.it, dove viene narrata una cronaca del tempo, in base alla quale il 14 luglio 1099 (era un giovedi) “allo spuntar del giorno suonaronsi le trombe nel campo de’ Crociati, i quali tutti armaronsi e tutte le macchine furono mosse; balliste e mangani scagliavano contro il nimico fitta grandine di ciottoli, e infrattanto le testugini e le gallerie coperte e gli arieti avvicinavansi al piè delle mura (…) arcieri, balestrieri (…) intrepidi guerrieri, sotto i loro scudi, appoggiavano le scale (alle mura della città da conquistare) fra il tumulto e le grida degli operai e de’ soldati (…) Il pimo scontro fu d’inenarrabile furore; (…) le freccie, i giavellotti, l’olio bollente, il fuoco greco (…). I Mussulmani esciti per una breccia, corsero a bruciare le macchine degli assediatori e gli disordinarono (…) Due grandine di sassi e di saette colse nel vivo (i Cristiani) i più valorosi esponevansi ad ogni pericolo per impedire la consumazione (distruzione) delle torri e degli arieti (dei Cristiani). Poichè rimanevansi sotto le rovine di quelli sepolti e le fiamme divoravano persino i loro scudi e le armature. Molti dei più intrepidi guerrieri erano caduti sotto le mura; molti di quelli che combattevani dalle torri moventi, per le ferite avute non potevano più combattere“.

Non posso dire se il Ponzio (capostipite della famiglia Paladini giunta poi in Terra d’Otranto nel XV secolo al servizio degli Aragona), abbia partecipato alla scoperta della Lancia di Longino in Antiochia, ma sicuramente Ponzio fu presente nell’esercito crociato in Terra Santa nel 1098-1099. 

Con ogni probabilità è lo stesso Pontius Palatinus che, in un documento dell’XI secolo tratto dal Cartulario dell’abbazia di Savigny presso Lione, lasciava al priore di Sal (Salt-en-Donzy, nella regione geografica del Forez) ciò che aveva in feudo nella terra di Muravallel, in vista della sua imminente partenza per la Terrasanta (Colléction de document inédits sur l’histoire de France, vol. 40, Cartulaire del’Abbaye de Savigny, Paris, Aug. Bernard, 1853, docum. 921, pagg. 494-495).

Dal testo (Scritti varii di arte e di storia – Bacile, Filippo, 1827-1911., Croce, Benedetto, 1866-1952. https://quod.lib.umich.edu) riporto il testo : seguendosi, per sedici generazioni, la serie degli individui di questa casa, accade spesso d’incontrarsi in molti di costoro, che presero parte segnalata nei più notevoli avvenimenti storici, specialmente del Reame di Napoli, delle sue varie provincie, e vie della nostra Terra d’Otranto. Dalla prima Crociata (1096), sotto Urbano II, predicata da Pietro l’eremita, e dove, con Goifredo da Buglione a capo, e con altri duci, eravi Raimondo di Saint-Gilles Conte di Tolosa, presso del quale si trova Ponzio Paladini, che si pone a stipite di questa famiglia (continua in “La casata Paladini – Ponzio Paladini nelle crociate del 1099 – Luigi Paladini barone di Salice e Campi (Le) e Ambasciatore degli Aragona nel 1480 – Angelantonio Paladini Sindaco di Lecce nel 1866).

Raimondo IV di Tolosa, chiamato anche Raimondo di Saint-Gilles (Tolosa, 1045 circa – 28 febbraio 1105), fu conte di Saint-Gilles e marchese di Gotia, dal 1160, Conte di Tolosa, marchese di Provenza, effettivo dal 1088 (titolare dal 1094); fu uno dei baroni della Prima Crociata (Crociata dei baroni) e dal 1102 fu conte di Tripoli.

Ora, vista la difficoltà oggettiva nel rintracciare le fonti su eventi dell’anno Mille, discernere i probabili casi di omonimia e anche per le tante coincidenze che si rincorrono fra nomi, date e luoghi, tutti si accavallano nello stesso arco temporale, resta dunque un mio quesito, ovvero se quel Ponzio Paladini di questa ricerca non sia lo stesso Ponzio conte di Tolosa (ossia Raimondo IV di Tolosa).

Addirittura da altre fonti (Cfr : https://books.google.it) ad es trovo un “Ponzio II di Tolosa” figlio primogenito del conte di Tolosa, duca di Settimania, conte di Nimes e conte d’Albi, come risulta da una donazione del 999 che si trova negli Archives du Gard in cui Emma di Provenza è citata come moglie di Guglielmo III Tagliaferro e dove sono ricordati anche i figli, tra cui un Ponzio.

In una fonte “TOULOUSE , RE, DUCHI E CONTI
Cfr  : http://fmg.ac si menziona un Ponzio (Poncius) figlio di “Tolosani” : “Willelmus comes Provincie et uxor mea… Lucia” ha donato proprietà a Saint-Victor, Marsiglia con atto del 1030, firmato da “Poncius comes, filius Tolosani, Bertrannus frater eius” (Marseille Saint-Victor, Tomo II, ChartulariumMajus, 682, p. 22.). PONS Comte de Toulouse. “Poncius comes Tolosanus” fondò il priorato di Vigan, con il sostegno di “Bertrannus Heleziars et Ava uxor eius…“, con carta datata al [1050] e riprodotta in una carta datata 12 gennaio 1261 (Histoire Générale de Languedoc3rd Edn. Tome V, Preuves, Chartes et Diplômes, 230, col. 460). 

 “Poncius Tolosanus urbis comes” registra l’unione dell’abbazia di Moissac con l’abbazia di Cluny, con il consiglio di “uxoris meæ Adalmodis comitissæ“, con atto datato 29 giugno 1053 (Histoire Générale de Languedoc3a edizione. Tome V, Preuves, Chartes et Diplômes, 235, col. 470 e Cluny Tome IV, 3344bis, p. 825.). La clausola di datazione di uno statuto del 1060 fa riferimento a “Tolosanorum Pontio palatino comite” (Histoire Générale de Languedoc3a edizione. Tome V, Preuves, Chartes et Diplômes, 252.I, col. 502.). Appare poi una data incerta 14 settembre 1037 o 1044 in cui compare un “Poncius” che ha donato una proprietà a “sponse mee Maiore” in occasione del loro matrimonio con atto del 14 settembre 1037, firmato da “Willelmo patri suo, Bertramno…” (Histoire Générale de Languedoc3rd Edn. Tome V, Preuves, Chartes et Diplômes, 211, col. 428.).

Sempre nel testo “STORIA DELLE CROCIATE 1842” Cfr : https://books.google.it,, è riportato il Ponzio, e l’abbazia di Cluny: “Precedeva il patriarca col legno della Vera Croce e lo seguitavano (dice Roberto dal Monte) Ponzio, abate di Clugnì che portava la famosa lancia trovata in Antinochia, e il vescovo di Betlemme che teneva nelle mani un vaso miracoloso, nel quale era comune credenza, che fosse stato conservato il latte espresso dal seno Vergine Maria Madre di Gesù Cristo“. 
Il figlio o i figli di Ponzio, dopo la morte del padre, lasciarono la Palestina per trasferirsi in Italia meridionale, attratti probabilmente dalla politica normanna favorevole all’immigrazione di franchi. Lo stemma dei Paladini dell’Italia meridionale sintetizza questa ricostruzione storica: una croce, emblema della spedizione in Terrasanta, e quattro gigli inquartati, simboli del reame di Francia.

Ultima annotazione, non di poco conto a mio avviso, è un dettaglio ad una illustrazione nel testo “STORIA DELLE CROCIATE 1842” Cfr : https://books.google.it, dove è raffigurata la Deputazione di Ascalone, Cesarea e Tolemaide fa reverenza al re Goffredo (c.1060–1100); poichè i musulmani paventavano la potenza di re Goffredo, raccolsero una deputazione da Ascalone, Cesarea e Tolemaide che inviarono a Gerusalemme per far reverenza al re.

Deputazione di Ascalone, Cesarea e Tolemaide fa reverenza al re Goffredo

Bene la cosa che ho notato in quest’immagine è stato il blasone dell’arme alle spalle del re. La sorpresa è stato l’aver notato una buona similitudine con il blasone dei Paladini. Infatti nella illustrazione del testo del 1800, appare uno scudo sannitico con croce ancorata e nel campo quattro gigli inquartati (simboli del reame di Francia).

Mentre l‘arme del blasone Paladini di Lecce (vedi Casata Paladini e Luigi Paladini), riportata qui sotto con me che la espongo, è uno Scudo sannitico inquartato in una croce d’oro (emblema della spedizione in Terrasanta del 1099) e nel campo quattro gigli inquartati (simboli del reame di Francia). Qui in una riproduzione in 3d che ho eseguito in linea alle fonti documentarie che ho rintracciato.

Riproduzione in 3d dell’arme dei Paladini in uso nel XV secolo in terra d’Otranto

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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco

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