Oncia da 30 Tarì 1793 Ferdinando IV di Borbone

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

Oncia da 30 Tarì 1793 Ferdinando IV di Borbone 3° tipo Palermo

MONETE DEL REGNO DI NAPOLI

Oncia da 30 Tarì 1793 Ferdinando IV di Borbone 3° tipo Palermo — (collezione privata del dott Giovanni Greco) Questa moneta è una riproduzione

Nell’anno in cui moriva il nostro grande conterraneo Giuseppe Palmieri fu coniata un’altra importante moneta di estrema bellezza – che fa ora parte della mia collezione numismatica; sicuramente uno tra i più belli esemplari conosciuti di questa importante emissione; è l’Oncia da 30 Tarì, moneta in argento del 1793 coniato presso la Zecca Siciliana di Palermo durante Ferdinando IV di Borbone, 1759-1816. L’Oncia d’argento da 30 tarì, fu coniata a Palermo con l’argento proveniente dalle miniere siciliane ed è la più grande moneta d’argento coniata sotto i Borbone. Era una moneta che è circolata poco ed era raro che si vedesse in commercio. Nonostante ciò è stata presente anche nell’area mercatale del Salento.

Nel rovescio della moneta è presente la figura della Fenice sul rogo; infatti traendo ispirazione dalla legenda dell’Araba Fenice, si voleva intendere che l’oncia, rimasta per tanto tempo moneta ideale, risorgeva dalle sue stesse ceneri, come è stato scritto di questo favoloso uccello, secondo la spiegazione fornita dallo stesso maestro di zecca il marchese Gabriele Lancillotto Castelli, principe di Torremuzza come segue: “Alludendosi colla Fenice che l’Oncia rimasta per tanto tempo moneta ideale risorgeva dalle sue stesse ceneri come è stato scritto di questo favoloso uccello.“.
L’Oncia da 30 Tarì del 1793 è un tipo di moneta rarissimo con il volto nel sole a destra (rif. Gigante 5) ed è una delle tipologie più impressionanti di tutto il panorama numismatico, sia per l’ampio modulo, che per la maestria incisoria, e infine per la zecca di Palermo, ineguagliabile per le sue aquile e fenici. Ottimo anche il lavoro di incisione; prima di punzonare la fenice sul conio del rovescio vennero incisi i raggi del sole, questo lo si evince dal fatto che la stessa è sovrapposta ai raggi che risultano interrotti dalla figura centrale.

Ferdinando IV (I) di Borbone, 1759-1816. Oncia da 30 Tarì 1793
Dritto: FERDINAN DG SICIL ET HIER REX Semibusto corazzato a dx con parrucca; sotto il busto T 30; tutto entro doppio cerchio lineare.
Rovescio: EX AVRO ARGENTEA RE SVRGIT Fenice con ali spiegate sulle fiamme, illuminata da sole raggiante con volto umano al centro rivolto a dx. Tutto entro doppio cerchio lineare.
Ai lati, N d’ – OV Zecchiere Nicola d’Orgemont Vigevi, Barone de la Fontaine, maestro di zecca.

Contorno: Liscio

Le monete da 30 tarì furono coniate per la prima volta sotto gli austriaci con Carlo III di Sicilia (1720-1734) Carlo III di Sicilia era Carlo Sebastiano di Borbone, Duca di Parma e Piacenza con il nome di Carlo I dal 1731 al 1735, Re di Napoli e Re di Sicilia senza numerazioni dal 1735 al 1759, e dal 1759 fino alla morte Re di Spagna con il nome di Carlo III. Nel 1734 questa monetazione fu tralasciata per essere ripresa nuovamente da Ferdinando III nel 1785.

Questa del 1793 ha i rilievi più piatti rispetto alla precedente ma ha uno stile originale; la stessa del 1785 ha invece l’effigie al dritto punzonata dallo stesso punzone dei conii dei 12 tarì palermitani 1786/1793 (II e III tipo, rif. Gigante 7/13, pag. 635).

Ferdinando III figlio di Carlo III e Maria Amalia, nacque a Napoli nel 1751 e salì al trono all’età di 8 anni, succedendo al padre che era salito sul trono di Spagna. FERDINANDO IV DI BORBONE (Napoli 1751 – ivi 1825). Re di Sicilia come Ferdinando III (1759-1816), re di Napoli come Ferdinando IV, re delle Due Sicilie come Ferdinando I (1816-1825).
La monetazione di Ferdinando IV è stata vastissima e comprende tre periodi. Sotto il suo regno la coniazione aurea durò fino al 1785 e fu enorme, oltre 3 milioni di pezzi. Notevole anche la coniazione in argento e rame. La moneta da tre tornesi di Ferdinando IV aveva invece la scritta “PVBLICA COMMODITAS”. Sulla moneta da un tornese era scritta l’indicazione del valore “TORNESE CAVALLI VI” su quattro righe. Furono coniate anche monete da 10, 8, e 5 tornesi, tutte di rame.

Oncia da 30 Tarì 1793 Ferdinando IV di Borbone 3° tipo Palermo — (collezione privata del dott Giovanni Greco) Questa moneta è una riproduzione

Banconota 10 ducati Regno delle due Sicilie / con lo stemma della provincia di Lecce. 🙂 Nel Regno i Borbone non hanno mai emesso banconote di carta ma solo monete in metallo (come lo furono i ducati d’oro) e fedi di credito. Questa banconota che ho in mano qui in foto quindi, è una rielaborazione contemporanea ed un’opera d’ingegno sia graficamente che nella stampa, pertanto non ha valore, ma è, diciamo, una simpatica rievocazione, e anche un gradevole “falso d’autore” per collezionisti. E anch’essa infatti, fa oggi parte della mia collezione di “cimeli” della storia del sud. Giovanni Greco


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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco

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