Mentre i Panama Papers svelano verità nascoste, nel Salento l’intero paese di Melendugno (Le) è militarizzato per la Tap 13 nov 2017

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di Giovanni Greco.
Nell’articolo : l’appello dei noTap, l’intervento di Nicola Marra e l’articolo di Pino Aprile

13 nov 2017 Mentre i Panama Papers svelano verità nascoste, nel Salento l’intero paese di Melendugno (Le) è militarizzato per la Tap

mappa tap

Per realizzare la Tap, il 13 novembre 2017 cinquecento agenti hanno militarizzato l’area e circondato e isolato l’intero territorio di San Basilio impedendo l’accesso o il transito a chiunque : è interdetto “l’ingresso e lo stazionamento a chiunque, fatto salvo ai proprietari dei terreni e ai titolari di diritti reali sugli stessi”. Il cantiere per la realizzazione del gasdotto e le aree limitrofe sono “assegnate nella disponibilità delle forze di polizia, in relazione alle esigenze funzionali alla tutela del cantiere e alla prevenzione di gravi turbative dell’ordine pubblico”. Il Prefetto: “Strade chiuse per un mese. Territorio nelle disponibilità della polizia”. Il cantiere si trova in piena campagna, mentre l’intera zona (che è presidiata) sarà chiusa con otto cancellate. L’ordine parte dal 13 novembre e per un intero mese non sarà possibile alcun transito in quella zona: la viabilità “sarà affidata al questore di Lecce la regolamentazione dei tempi e delle modalità di accesso nelle aree” interdette da parte “dei titolari di diritti reali sui fondi”.  “I trasgressori saranno puniti ai sensi dell’articolo 650 del codice penale”. L’ordine del Prefetto di Lecce Claudio Palomba si rifà ad un regio decreto che risale al 1931, ed è stato inviato nella notte fra il 12 e il 13 novembre. Per tale massiccio impiego di agenti nell’ordinanza è scritto che  “È assolutamente prevedibile in considerazione dei precedenti una forte reazione del movimento di opposizione all’opera, sin dalle primissime ore successive all’inizio dei lavori”.
Gli attivisti NoTap e la cittadinanza hanno urlato “Sembra di stare in guerra”, “Siamo stati sequestrati per tutta la notte”. Mentre il vicesindaco Simone Dima ha riferito : “Non c’è stato modo di tornare a casa per chi, come me, è rimasto nella cintura compresa tra contrada San Basilio (dove è in costruzione l’opera) e il paese. La polizia ha detto che ha l’ordine tassativo di non far entrare o uscire nessuno”. Dopo le proteste e i presidi, le manifestazioni di piazza e gli incontri a Roma, nulla sembra possa scalfire gli interessi alla realizzazione del gasdotto. Il sindaco di Melendugno (Lecce), Marco Potì, già in data 4 settembre 2017 aveva presentato in Procura a Lecce, una denuncia-querela contro la multinazionale Tap per i lavori di realizzazione del gasdotto con le firme di decine di cittadini (un centinaio circa) che resiedono a pochi chilometri dal sito della prossima centrale di depressurizzazione del gasdotto. La cittadinanza ritiene che l’intera opera del gasdotto (compreso lo stesso tubo che dall’Azerbaijan giungerà nella marina di San Foca, Melendugno, in località San Basilio) sia rischiosa per la salute e per l’incolumità pubblica. Infatti nella relazione tecnica allegata alla denuncia, l’ingegnere Alessandro Manuelli ha rilevato che il quantitativo di gas naturale che sarà scaricato in atmosfera, potrà immettere  40 tonnellate di gas naturale in atmosfera ogni 15 minuti; ossia 10 miliardi di metri cubi l’anno e che, come sarebbe evidenziato nel documento ‘Sintesi non tecnica» del progetto Tap, tale capacità potrebbe aumentare sino ad 80 tonnellate, per una portata di 20 miliardi di metri cubi/anno. La centrale di pressurizzazione prevede anche l’installazione di due ‘torce freddè, alte circa 10 metri, che verranno utilizzate per ridurre la pressione del gas ad una velocità prossima a quella del suono. L’onda acustica che si produrrà sarà dannosa per l’apparato uditivo degli esseri viventi.
Ma i sindaci del Salento pare siano spaccati; da una parte c’è il fronte dei sindaci noTap dubbiosi sulla verà utilità del tubo, dall’altra quelli che non esprimono timori sulla salute della cittadinanza che dovrà convivere con queste scelte calate dall’alto.


tap Melendugno 13 nov 2017

QUI DI SEGUITO L’APPELLO DEI “NO-TAP”

“IL PRESIDIO E’ ZONA ROSSA, LO ABBIAMO DOVUTO ABBANDONARE _ Melendugno 13.11.2017” È forse questo il messaggio più brutto, quello che non avremmo mai voluto darvi, il PRESIDIO “sentinella della libertà” è scoperto, abbandonato, per la prima volta dopo 8 mesi di resistenza senza tregua. Questo a causa di un’ordinanza prefettizia che nega l’accesso in tutta la zona limitrofa all’area cantiere. La Multinazionale è diventata proprietaria del territorio e ne dispone a suo piacimento. Questa notte una ventina di persone sono state SEQUESTRATE all’interno del Presidio di San Basilio, nessuno poteva uscire dalla campagna di proprietà privata, né tantomeno accedere nella “zona rossa” dichiarata per un mese off-limits. Una ragazza è stata colpita da una crisi allergica e ha dovuto attendere per lungo tempo il permesso di uscire dall’area, dopo essere stata identificata insieme ai suoi accompagnatori ed in seguito scortata fino al pronto soccorso, per assicurarsi della veridicità del suo malore. Riportiamo alcuni dei messaggi che abbiamo letto e ascoltato fin dalle primissime ore del giorno, messaggi di alcune tra le persone che erano lì, di notte, a proteggere la propria terra e con essa i propri diritti: “Sono centinaia, hanno circondato tutta la zona di San Basilio”; “Siamo sequestrati nel presidio, ci viene impedito di uscire dalla zona. Ci viene detto “c’è un ordine del prefetto”; “Oggi.. la morte della democrazia! Ci stanno negando i nostri diritti!”; “Melendugno completamente militarizzata. I presidianti sono bloccati dentro e tutta la cittadinanza è tenuta fuori. Posti di blocco in ogni stradina e provinciale chiusa al traffico anche pedonale”; “Il sistema sta tentando di reprimere anche i più resistenti sussulti d’orgoglio. Melendugno è SCHIAVA a casa sua!”; “Melendugno è tutta bloccata, le persone che devono andare a lavoro non possono andarci”; dal vicesindaco di Melendugno: “Quello che sta accadendo ha del surreale! questa mattina a causa di questo blocco messo in piedi abbiamo avuto ritardi con il servizio di raccolta rifiuti! chiedo scusa ai miei concittadini per il disagio creato! Il nostro territorio non merita tutto ciò! Io non mi sento Italiano! #NoTap”; dallo scuolabus: “Scusateci, siamo partiti ora da Melendugno perché c’è un blocco dei carabinieri, non fanno passare nessuno, dopo numerose discussioni abbiamo avuto il permesso, un attimo di pazienza e arriviamo ragazzi”. “Siamo in guerra?” si chiede un cittadino, dopo aver appreso dell’ordinanza prefettizia. Sì, forse siamo proprio in guerra, la guerra di uno Stato contro il suo popolo, in nome del malaffare.

PRESIDIO IS A RED AREA, WE HAD TO ABANDONED IT _ Melendugno 13.11.2017 This is perhaps the worst message that we never wanted to give you, the PRESIDIO “sentinel of freedom” is discovered, abandoned, for the first time after 8 months of resistance without respite. This is due to a prefectural order denying access to the area around the site. The Multinational has become the owner of the territory and has it at its disposal. This night, about twenty people were KIDNAP inside the San Basilio Presidio, no one could leave the privately owned campaign, nor even access the “red zone” declared for a month off-limits. A girl was hit by an allergic crisis and had to wait for a long time to leave the area after being identified with her caregivers and later escorted to the emergency room to ensure the truthfulness of her illness. We include some of the messages we have read and heard since the very first hours of the day, messages of some of the people who were there, at night, to protect their land and with it their rights: “There are hundreds, they have surrounded the whole area of San Basilio”; “We are seized in the garrison, we are prevented from leaving the area. We are told “there is a prefect’s order”; “Today .. the death of democracy! They are denying our rights! “; “Melendugno completely militarized. Presidials are locked in and all citizenship is kept out. Block posts in every street and provincial closed to pedestrian traffic “; “The system is also trying to suppress even the most resilient thrills of pride. Melendugno is SLAVE at his home! “;”Melendugno is all blocked, people who have to go to work can not go there”; from the deputy mayor of Melendugno: “What is happening has a surreal! this morning because of this lock put up we had delays with the waste collection service! I apologize to my fellow citizens for the discomfort created! Our territory does not deserve all this! I do not feel Italian! #NoTap”;from the school bus: “Excuse me, we left now from Melendugno because there is a block of carabinieri, nobody passes, after many discussions we had permission, a moment of patience and we get kids”. “Are we in war?” A citizen asks, after learning the prefectural order. Yes, maybe we are in war, the war of a state against its people, in the name of malaffar.

https://www.facebook.com/nicola.morra.63/videos/852718838229520/

Nicola Morra Il silenzio o quasi su Melendugno
L’ordine del prefetto di Lecce 13 novembre 2017 “Si comunica che in data 12/11/2017, è stata emanata ORDINANZA DEL PREFETTO DI LECCE, AI SENSI DELL’ART.2 del TULPS, DI INTERDIZIONE (ingresso e stazionamento) DELLE AREE CIRCOSTANTI AL CANTIERE TAP IN LOCALITÀ SAN BASILIO e delle vie comunali ed interpoderali intorno, per motivi di sicurezza ed ordine pubblico per la durata di 30 giorni a partire da oggi. Inoltre sono interdette al traffico la sp 145 per San Foca dalle 0,00 del 13/11 alle h.12 del 14/11.”

DOVE PASSA LA TAP, SALENTO INTERDETTO AI SALENTINI, PER ORDINE DELLO STATO. NON LASCIAMOLI SOLI!

di Pino Aprile

Gli abitanti delle zone di San Foca, Melendugno, Vernole, Calimera destinate allo stupro del Tap, sono state interdette agli abitanti del posto, salvo chi ha lì la casa o un terreno. E persino gli aventi diritto potranno accedervi solo “singolarmente” e “disgiuntamente”. Cioè? Se uno ha famiglia numerosa, potranno entrare insieme genitori e figli, a lotti, a uno a uno (se “singolarmente” e “disgiuntamente”…)? E se, siamo gente ospitale da queste parti, uno invita degli amici? Può, posto pure che entrino “singolarmente” e “disgiuntamente”?
E se pur avventurandosi “singolarmente” e “disgiuntamente” nella zona franca (che sarebbe il loro paese, una volta si diceva “patria”, ma da cui sono stati dichiarati, di fatto, “persone non gradite”. Alla Tap, si capisce), questi amici fossero attivisti anti-Tap: potranno varcare lo stesso il Check Point Charlie del nuovo muro di Berlino, o la guardia imperiale tap-pista selezionerà i pur “singoli e disgiunti”, per impedire ogni pericolo di turbativa dello stupro territoriale, ambientale e umano legalmente in corso?
Insomma, siamo sicuri, considerata l’accoglienza delle tap-piche voglie, che non si corra rischio non solo quantitativo (singolarmente e disgiun… ok, abbiamo capito!), ma persino qualitativo?
Dice che sto esagerando? Accade, quando non ti fidi più. Abbiamo visto gli ulivi di Puglia (come dire: papà) condannati a morte per un batterio che non è patologico per l’ulivo; ci siamo visti esclusi, da immonda legge dello Stato renzianamente multinazionale, dal dire la nostra su trivelle e altri scempi territoriali; abbiamo visto la Lucania regalata alle compagnie petrolifere e sottratta ai lucani che pur, avendo risorse per essere i più ricchi d’Italia, hanno uno dei più alti indici di emigrazione giovanile (e di diffusione di cancro, specie nelle aree benedette dai colonizzatori con il loro olio santo e con chissà cos’altro, in quei buchi di chilometri nella terra vergine).
E non sia mai, nell’aria interdetta ai locali e graziosamente posta nella disponibilità di sua maestà la Tap, si desse una festa (ci sono i compleanni, gli anniversari, i battesimi, la gente si sposa…) gli invitati devono cominciare a entrare “singolarmente” e “disgiuntamente” dal giorno prima, per fare in tempo? E gli sposi, gli sposi: insieme, o prima lei (prima le donne…) e poi lui? E se lui è geloso (sapete questi terroni: dove che vuoi andare da sola, appena usciti dalla chiesa? Come dove? A casa, scemo!) e succede qualcosa e litigano?
Per riassumere: salentini che erano padroni di casa nella loro regione, nei loro paesi, nella loro terra, adesso sono ospiti malsopportati dalla Tap che calpesta dove vuole, come vuole, chi vuole. Con la protezione delle autorità.
Non ditemi la legge. La legge può essere due cose: il tentativo di avvicinarsi più possibile alla quantità di giustizia raggiungibile da esseri falliìbili quali siamo; oppure la certificazione del potere più forte che rende reato la motivata protesta del più debole. Gli ebrei furono sterminati a norma di legge; i neri dovevano restare in piedi negli autobus in Alabama, a norma di legge.
Quando la legge è ingiusta, ribellarsi è giusto (non è mia, ma di Jean Paul Sartre che, come tutti, ha detto cose geniali e qualche cretinata. Questa era del primo tipo).
Ricordate come Gandhi e gli indiani piegarono gli inglesi colonizzatori? Per esempio: c’era un terreno che i prepotenti sua maestà, a norma di legge, si capisce, avevano interdetto agli indiani. I quali si presentarono dinanzi al cancello, in fila (come li volete in fila, gli indiani? Bravi: in fila indiana), “singolarmente” e “disgiuntamente” (ma che avevano letto l’ordinanza?). Devo entrare. Non si può. Questa è terra indiana e io sono indiano. E io ti dico che c’è ordine (o ordinanza… boh, non mi ricordo) di non fare entrare. E stumpf, radellata in testa, sangue, malimortè; avanti un altro: devo entrare. Non si può… Stumpf, randellata, sangue, malimortè; avanti un altro…
Fino a che aprirono i cancelli. Oh, occhio, non sto invitando nessuno a farsi spaccare la testa. Ma una fila indiana… Chi sei, abiti qui? No, ma sono marito della cugina di terzo grado del cognato, della sorella della zia di uno che abita qui e vado a fargli visita. Chi sei? Sono stato invitato alla festa dell’anniversario dell’acquisto della seconda batteria di pentole di uno che abita qui. Chi sei? Sono il Salento, e questa è casa mia e tu non ci pisci sopra.


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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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