L’autunno il giorno dell’EQUINOZIO – BelSalento

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

L’autunno il giorno dell’EQUINOZIO – BelSalento

Generalmente l’equinozio d’autunno si verifica il 22 e il 23 settembre e molto raramente il 21 e il 24. Infatti, solstizi e gli equinozi scandiscono il cambio delle stagioni, nell’intervallo periodico di circa 3 mesi da solstizio a equinozio e così via. Mentre i due solstizi (solstizio d’estate e solstizio d’inverno), indicano il giorno in cui l’emisfero nord e quello sud della Terra ricevono rispettivamente il massimo e il minimo numero di ore di luce solare dell’anno, gli equinozi, invece, che segnano l’inizio della primavera e dell’autunno, sono i momenti dell’anno che indicano che la durata del giorno e della notte sono uguali, con 12 ore di luce e 12 di buio in tutti i punti del pianeta. Infatti la parola equinozio deriva dal latino “equi-noctis“, ossia “notte uguale al giorno”, in quanto l’asse di rotazione terrestre si colloca perpendicolarmente alla direzione presa dai raggi del sole, Pertanto nel giorno dell’equinozio, il sole sorgerà quasi perfettamente a est e tramonterà quasi perfettamente a ovest.

Ad esempio nel 2016 l’autunno è iniziato alle ore 16:21 del 22 settembre nel momento astronomico in cui si verifica l’equinozio di autunno. L‘Equinozio del 2016 è stato segnato da un forte maltempo nel Salento, in alcune località salentine dopo ben 15 giorno di pioggia durante il mese di settembre. Ma in Puglia, e soprattutto nell’Italia, non pioveva così tanto neanche a novembre o a dicembre. I forti temporali del 2016 nel solo mese di settembre hanno scaricato 36mm di pioggia a Soleto e Spongano, 12mm a Galatina, 5mm a Supersano e Cerfignano. Un Violentissimo temporale ha portato anche grandine molto grossa a Botrugno. 

Nel 2019 il giorno dell’equinozio, e del primo giorno d’autunno,  è il 23 settembre, alle 07:50 UTC09:50 ora italiana.

Qui l’equinozio di primavera

La Primavera 2016 di BelSalento

Per calcolare con precisione il momento dell’equinozio è necessario calcolare il momento in cui  il Sole si viene a trovare allo zenit, cioè esattamente perpendicolare all’equatore terrestre: in quel preciso istante avviene il cambio di stagione astronomico. L’evento segna l’addio dell’estate e da questo momento le giornate diventeranno sempre più corte, la luce diminuirà e inizierà il freddo autunnale.

6511_foto5415568c36fe3L’equinozio d’autunno era interpretato come l’inizio del dominio delle Tenebre sulla Luce che solo con il Solstizio d’Inverno riprenderà a crescere. Questo nell’antichità era considerato il cerimoniale del Sole Invitto. Durante l’equinozio molte specie migratorie – come le rondini – avviano il loro lungo viaggio verso sud. Il cigno è l’uccello dell’Equinozio in quanto simbolo dell’immortalità dell’anima e guida dei morti nell’aldilà. E’ anche il tempo per la fabbricazione del vino, dalla raccolta delle uve alla pigiatura e sino alla sua chiusura nel buio delle botti.  Il processo della fermentazione delle uve era accompagnato da rituali ben specifici (con incensi mirra, pino, salvia, ibisco, petali di rose, grano, foglie di vite e di quercia) ed era visto come simbolo della trasformazione spirituale.

La festa del Nuovo Anno, nell’antica Mesopotamia, fa riferimento all’equinozio primaverile. In quanto la data di tale avvento, coincide con il segno zodiacale dell’Ariete, simbolo del Dio nazionale Marduk.

Sham El Nessim era un’antica festività egiziana le cui tracce risalgono a circa 4700 anni fa. Resta una delle feste pubbliche Egiziane, cade il lunedì e coincide con l’equinozio di primavera.

Nell’antica Grecia l’equinozio veniva festeggiato con le Lampadaforìe l’equivalente dei Vulcanali in onore del dio del fuoco Vulcano, che si festeggiavano nell’antica Roma : erano le corse degli atleti che si passavano una lampada accesa come a rappresentare il sole avviato alla morte, che però rinascerà in primavera. Nell’antica Grecia si celebravano i grandi misteri elusini, riti misterici che rievocavano il rapimento di Persefone, la mitica figlia di Zeus e della dea Demetra, la dea che controllava i cicli vitali della terra. Per gelosia del fratello di Zeus, il dio dei morti Ade rapì Persefone, la condusse negli inferi, ne fece la sua sposa e la costrinse a passare 6 mesi all’anno sotto terra – inverno e autunno appunto – mentre 6 mesi poteva tornare a casa regalando la fioritura della terra. La leggenda racconta che Demetra, in segno di lutto (e fin quando non riebbe sua figlia), rese impossibile il germogliare delle sementi e delle pianti e rese sterile la terra. In questi miti, ogni autunno viene ciclicamente rivissuto il sacrificio del dio/dea che, dopo le gioie e glorie amorose della primavera e dell’estate, dopo aver fecondato i frutti e tutti gli esseri viventi, è costretto/a a morire a sè stesso.

Nel giorno dell’equinozio i Druidi si riunivano in circolo in un bosco e dividevano il pane fatto in casa, accompagnato da boccali di idromele o birra. Il primo pezzo di pane ed il primo sorso di bevanda venivano restituiti alla madre terra che ha permesso la loro crescita. Si nasce, si cresce, ci si sviluppa e si ritorna alla Madre Terra, nell’eterno ciclo delle rinascite. Nella tradizione druidica l’Equinozio d’Autunno viene chiamato Alban Elfed (Autunno, o «Elued», Luce dell’Acqua). Esso rappresenta la seconda festività del raccolto, segnando per parte sua la fine della mietitura, così come Lughnasad ne aveva segnato l’inizio. Ancora una volta, il giorno e la notte sono in perfetto equilibrio, come lo erano all’Equinozio di Primavera, ma ben presto le notti cresceranno fino ad essere più lunghe dei giorni, e l’inverno sarà di nuovo tra di noi. L’equilibrio è più intenso in questo momento piuttosto che nel fermento e nell’agitazione della primavera, e questa data autunnale è spesso la più tranquilla tra le feste.

I Celti festeggiavano l’Equinozio autunnale col nome di Mabon: il giovane dio della vegetazione e dei raccolti. Scrive Maria Giusi Ricotti nel suo sito: “Mabon, indicato col nome di Maponus nelle iscrizioni romano-britanne, è il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne liberato dal Re Artù e dai suoi compagni. Il suo rapimento è l’equivalente celtico del rapimento greco di Persefone: un simbolo evidente dei frutti della terra che sono immagazzinati in luoghi sicuri e poi sacrificati” per dare la vita agli uomini.”
Per la tradizione cristiana il simbolo dell’equinozio è San Michele Arcangelo che separa l’estate dall’autunno … il bene dal male … purificando la natura ed eliminando le scorie negative accumulatesi nel tempo. All’equinozio si collega anche la festività cristiana dell’Annunciazione.

L’autunno è la stagione dell’Arcangelo Michele

Nell’equinozio d’autunno è simbolicamente situato il punto mediano dell’equilibrio assoluto, tra l’evoluzione e il principio della involuzione. Durante l’autunno la luce del mondo declina, ed è questo il momento dell’anno in cui l’essere umano inizia a percepire sé stesso come portatore di una luce invisibile, non soggetta al tramonto. In autunno inizia la rigenerazione invisibile. Il 21 settembre (quest’anno 2016 l’equinozio cadrà il 22) il sole entra nel segno della Bilancia, periodo in cui la vegetazione sembra perire, per poi rigenerarsi in altre forme e sostanze. Inizia a un nuovo ciclo, quello dell’equinozio d’autunno appunto, presieduto dall‘Arcangelo Michele, il Genio del Sole (la cui festività ricorre il 29 settembre). L’Arcangelo Michele ricopre il ruolo della purificazione della terra. E non a caso, in questa fase autunnale, nelle ere acaiche si riteneva crescesse tutto ciò che tende alla riflessione. Ossia con l’arrivo dell’autunno, i frutti cadono dagli alberi abbandonando i loro involucri. Ma dalla  morte del frutto si forma una vita vita e i semi vengono selezionati per essere consumati o conservati. Parimente l’Arcangelo Michele domina le forze dell’equilibrio, della giustizia, del discernimento tra il buono e il cattivo e della liberazione di ciò che è bene e della trasformazione di ciò che è male.  E’ il momento del passaggio per consentirci di rinascere “a nuova vita”. La morte annuale della natura e il risveglio delle forze interiori di volontà si bilanciano nell’equinozio d’autunno.

Nell’antichità al culmine dell’estate erano visibili la caduta delle meteore che contengono il ferro cosmico. Quel ferro ha rappresentato l’arma degli Dei contro il drago (l’appassimento della natura, la caduta dei frutti dai rami). E dal deperimento ecco la rinascita – che coincide con l’equinozio – per combattere le paure e il terrore della morte. Questa è l’autocoscienza vittoriosa.

L’elemento alchemico dell’autunno è dunque il Ferro, che corrisponde al ferro spirituale della volontà. Nell’antichità gli Dei benedicevano l’azione concreta, la volontà che si afferma in progetti ben definiti o che si volge alla formazione di sé. Ecco che, come l’immagine di san Michele che tiene la spada di ferro puntata sul drago rappresenta la vittoria purificatrice contro il malvagio (il drago, che è una trasposizione della morte della natura per l’arrivo delle giornate fredde), così l’equinozio d’autunno è la festa della forza interiore e della liberazione da ogni timore o paura, la festa dell’autocoscienza; pertanto nel giorno dell’equinozio si celebra la festa del forte volere. L’elemento del ferro nell’interiorità dell’uomo si esprime come volontà. Per questo si dice: “volontà di ferro“, e i lavori riprendono tutti, ora, con nuova forza e rinnovato vigore dopo la pausa estiva.

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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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i miei viaggi in Europa dal 1996 al 2014 – Giovanni Greco

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