L’antico Castello di Fulcignano in Galatone

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ricerche a cura del dott Giovanni Grecomedioevo

fulcignano_pan1L’antico Castello di Fulcignano in Galatone è una fortificazione medievale fra le più antiche sopravvissute nella provincia della terra d’Otranto ed è una struttura fortificata che per nostra fortuna è rimasta ai confini extraurbani della cittadina di Galatone. Il che, a parte l’incuria del tempo, l’ha preservato da usi o rimaneggiamenti.


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Abbiamo poche notizie sulle origini del castello come anche per quanto riguarda l’antico casale. La documentazione a disposizione del XII secolo è molto scarna. Del 1192 è menzionato il nome di un milite, Maurizio Falcone possessore di Fulcignano, e poi successivamente di un Aymarus di Guarnierius Alemannus possessore di Zurfiniani (fine del 1200). Sappiamo che nel 1719 il Vescovo di Nardò Antonio Sanfelice durante una visita pastorale fece fare un’epigrafe (in greco e in latino) che descrive Fulcignano come un centro di pellegrinaggio: “theodorus protopas famulus sanctae dei genitricis hospitium construxit anno 6657”, che corrisponde all’anno 1149 del calendario cristiano. E Furciniani (nel 1426). Nel dialetto locale è sempre Furcignanu.  Antonio De Ferraris, detto il Galateo (perchè nativo di Galatone) fa risalire il casale ad origini greche, per via dell’etimo del toponimo greco fulacà, “cosa nascosta”. Resta probabile anche che derivi dal latino fulcire: “puntellare, ergere su cavalletti”. Lo citava nel “Liber de Situ Japygiae”:

“… Ricordo di aver sentito riferire da alcuni vecchi sacerdoti greci … che i Galatonesi avessero avuto origine dai Tessali … Ora, per un gioco della fortuna, è tornata sotto il potere dei Tessali. Infatti Giovanni Castriota, duca di Ferrandina… è un macedone, originario di una località non distante da Calatana e Filace, città della Tessaglia.
Galatone nei tempi antichi racchiudeva nel perimetro urbano sia l’altura che la vallata. L’acropoli era detta “sentinella”, e fu così chiamata dall’omonima città tessala, come ascoltai dire dagli anziani. I Latini, avendo cambiato come al solito y in u, pronunziarono Fulaciano ossia Fulciliano. Questa era posta sul colle, nel piano invece Galatone. Da un’unica città sorsero due insediamenti distanti tra loro neppure cinquecento passi. Fulaciano conservò sempre la lingua greca, Galatone invece adottò la latina.
Sorti dei contrasti tra i due centri abitati dalla stessa gente, come frequentemente suole accadere tra vicini, si venne alle armi. Galatone sconfisse Fulaciano e la rase al suolo. Quasi tutti gli abitanti trasmigarono a Galatone; pochi, per l’oltraggio subito, trovarono rifugio nelle città vicine e smisero di servirsi delle consuetudini, delle fogge dei vestiti e della lingua greca, ma non dimenticarono la loro originaria etnia”.

“Galatone è ubicata alle pendici della collina, la sua acropoli, che abbiam detto chiamarsi Filace, è posta sul colle. Qui l’aria è salubre e tiepida, i venti giovevoli e dolci, i campi soleggiati: è un’eterna primavera con la terra coperta di fiori e profumata di erbe …”

Il Galateo ha fatto cenno anche di una guerra a cavallo fra il XIII e il XIV secolo, avvenuta con la vicina Galatone, che portò alla distruzione del Castello e del Casale di Fulcignano; evento di cui se ne parla anche nel “Chronicon Neretinum” che risale al 1335. Dopo un periodo di abbandono, passerà in possesso di Giovanni Del Balzo Orsini che nel 1426 lo ricevette in dono dalla Regina Giovanna II.

Il professore di Archeologia Medievale presso l’Università del Salento Paul Arthur dice che : “la forma planimetrica, e i dettagli architettonici, suggeriscono che l’edificio non sia anteriore all’età sveva, quando una serie di fortificazioni in Italia, note specialmente attraverso i castelli in Sicilia, risentono di influssi architettonici orientali trasmessi dalle Crociate. La forma quasi quadrata, con quattro torri angolari (le due posteriori scomparse: una circolare, l’altra forse circolare in una prima fase e quadrata in una seconda), trova confronti nell’architettura castellare islamica, che sembra aver, a sua volta, mantenuto vivo le tradizioni tardo romane di architettura castrense.”fulcignano_pan2

Il sito è stato dichiarato monumento nazionale con D.M. 6/11/1967, dal 2011 è poi divenuto proprietà comunale di Galatone. La struttura ha tre vani ma nell’insieme pare ormai abbondantemente semidistrutta e con zone in parte crollate.
Nell’agro di Galatone sono rinvenute tracce di costruzioni romane. La frequentazione del nucleo abitato del casale sembra sia stato abbandonato verso la metà XV secolo, data la presenza di reperti ceramici bizantini, normanni, svevi e in particolare rinascimentali. Il castello ouò esser stato la fortificazione esterna ad un chorion bizantino che si è poi sviluppato durante il periodo Normanno. Il De Giorgi fa risalire il Castello al periodo Angioino per delle similitudini con la tipologia decorativa di S. Caterina d’Alessandria in Galatina. Sembra più probabile che il castello sia però di tipologia Sveva, in quanto presenta arco ogivale, sormontato da decorazioni del fregio con foglie e palmette a falde rettilinee, presumibilmente di tipo bizantino-normanno, databile tra il XII e il XIV secolo.fulcignano17

Il fronte del fabbrico guarda ad oriente.
La cinta muraria è imponente e quadrangolare dello spessore di circa 2,5 per circa 8 metri di altezza. Mentre la forma della cinta muraria è quadrangolare irregolare; la sua lunghezza è di 75 per 49 metri per lato. Gli spigoli del quadrilatero sono posti approssimativamente secondo i punti cardinali.
L’arco di scarico ogivale del primo ambiente ha la volta a crociera e costoloni.
L’ingresso ha una volta a botte con forno laterale; il primo vano ha una sala d’ingresso con volta a crociera a sesto acuto e costoloni sporgenti a sezione trilobata che si intersecano al vertice con una rosetta.
Sulla destra rispetto all’ingresso si trovano due vani laterali con volta a botte.
Sono ancora presenti due torri angolari poste sul lato est ed allo spigolo nord di circa 8 metri per lato. Le torri accanto all’ingresso sono cilindriche internamente e quadrate esternamente.
L’interno presenta stanze con volta a crociera a sesto acuto, quindi siamo in epoca protogotica.
Nel Bastione interno vi è una antica colombaia.
Ben visibili all’esterno dell’edificio una doppia fila di “buche pontaie”, dei fori nella muratura che erano usati solitamente per conficcare i pali delle impalcature necessarie per completare le costruzioni particolarmente alte, e quindi per ottenere una sopraelevazione; i pali poi potevano essere sfilati successivamente a lavoro ultimato. A volte le “buche pontaie” venivano usate, in modo definitivo, come base per realizzare dei ballatoi esterni. Vi è anche l’ipotesi che potessero accogliere delle travi di copertura di alloggiamenti realizzati in legno. Un esempio abbastanza simile è in Salice nei ruderi di un edificio protogotico (quindi contemporaneo al Castello di Fulcignano). A Salice è presente una colonna protogotica di un Sedile del 1200-1300.
E’ ipotizzabile sia stato munito di un ponte levatoio esterno.
Tracce di un ampio fossato ormai semi scomparso.fulcignano2

Cosimo De Giorgi nel suo libro “La Provincia di Lecce. Bozzetti”, nel riprendere quanto scritto dal Galateo, fa un breve ma efficace descrizione del sito:

“Oggi non resta che il solo castello, e dista da Galatone circa ottocento metri in linea retta al S.E. dell’abitato. Nell’interno è di forma rettangolare; all’esterno gli spigoli volti al N.O. sono rinforzati da torrette quadre, mentre gli opposti che guardano la collina ne mancano affatto. Bella è la porta d’ingresso ed il vestibolo … L’arco è gotico, ed è decorato da un fregio delicato scolpito sulla pietra leccese e in parte cariato. Restano ancora poche stanze nell’interno e da una scala, che sembra quella descritta dall’Alighieri fra Lerici e Turbia, si monta sulle mura che hanno circa due metri di grossezza. Osservate che bel panorama!

Sulle case di Galatone torreggia la cattedrale colla sua torre campanaria, quadra, tozza, di pietra carparo traente al giallastro; più a destra la chiesa dei Domenicani, quella del Crocefisso e la parte posteriore del castello; e poi tutt’intorno alla città un anello di giardini e frutteti.

Oggi l’interno del castello di Fulcignano è un verziere del Principe di Belmonte; il fossato che lo cingeva è stato colmato, e la carie, corrodendo le pareti esterne delle sue mura, lascia credere sia stano prodotto da projettili nemici ciò che è lavoro di mamma natura. Noterò infine, che a breve distanza da Fulcignano furono scoperte delle tombe; ma nessun’altra notizia mi fu riferita sulla ubicazione e sull’età di esse e sui cimeli rinvenuti.”


dal sito http://www.mondimedievali.net/castelli/Puglia/lecce/fulcignano2.htm
In periodo svevo il feudo, assieme a quello di Galatone e Nardò, passa ai Gentile: nel 1212 a Simone, poi a Bernardo, quindi a Tommaso intorno al 1239. Nel 1266 tocca all’ultimo Gentile, Simone, che viene giustiziato a Nardò nel 1269, e il feudo di Fulcignano passa all’ammiraglio angioino Filippo de Toucy. Con questo feudatario Fulcignano distacca definitivamente le sue sorti feudali da Galatone. Questi nel 1273 scambierà il feudo con Gugliemo Brunello. L’esosità delle pretese fiscali del Brunello farà fuggire gli abitanti di Fulcignano. Il feudatario li rintraccerà e li farà ritornare forzatamente nella sua proprietà. Il feudo si trasmetterà ai successori del Brunello (tra questi un Raullo Brunello presente al parlamento di Eboli il 2 agosto 1290, lo stesso che nel 1319 cederà a decima delle quote di Fulcignano).

Poi c’è una svariata moltitudine di feudatari. Si rintracciano i de Caniano tra il 1314 ed il 1319 (congiuntamente con Raullo Brunello?), i Capitignano, i Palmieri nel 1348, poi i De Mistretta,fino a Gualtieri di Brienne, conte di Lecce e duca di Atene, nel 1352.

Negli anni angioini Fulcignano risulta avere una buona consistenza demografica; nel 1378 è ipotizzabile ammontasse ad un migliaio di persone (come e più di Otranto o di Gallipoli). Raggiunto questo apice dobbiamo annotare una veloce decimazione dei fuochi. Nel 1412 i suoi abitanti non dovevano essere più di 170. Appena trent’anni dopo un focolario aragonese non ne conta più di una trentina. La rapida discesa ed il declino di Fulcignano deve essere fatto risalire alle lotte tra il capitano di ventura Ottino De Caris, conte di Fortino, signore di Galatone, Grottaglie, Parabita, detto il Malacarne, che usurpa dei possedimenti alla Chiesa di Taranto, e Giovanni Del Balzo Orsini che si incarica di spodestarlo e rimettere la Chiesa nel legittimo possesso. è negli anni seguenti al 1406 che Ladislao d’Angiò concede in feudo Galatone e Fulcignano al Malacarne. Nel 1426 la regina Giovanna II concede l’assenso alla donazione di Fulcignano ed altri feudi al principe di Taranto Giovanni Antonio del Balzo Orsini, che era riuscito a detronizzare il Malacarne, precisando che la «Terra Furciniani cum castro et pertinentiis suisi omnibus sita similiter in d.a Provincia Terrae Hydronti iuxta territorium d. ae terrae Galatulae (Galatone), et iuxta territorium rettae Sfilichij (Seclì) et iuxta territorium castri Naviani (Neviano) et alios confines».

Probabilmente la riedificazione congiunta all’espansione delle mura di Galatone in periodo aragonese, presumibilmente intorno alla seconda metà del XV secolo, favorirà la completa desertificazione del casale aperto di Fulcignano e la fagocitazione dei suoi ultimi abitanti. O bisogna pensare forse il contrario: che sia stata la pressione demografica degli esuli di Fulcignano distrutto dalla guerra e confluiti nel centro fortificato di Galatone ad averne imposto l’espansione aragonese. Galatina fu rimurata espandendone i confininel 1539. Galatone già nel Cinquecento si espande con il convento e la chiesa dei Domenicani costruiti proprio nel 1500 da Giovanni Castriota Scanderbeg fuori la cinta trecentesca; è quindi lecito pensare che la cinta aragonese a quella data fosse già stata realizzata o che si stesse realizzando.


vedi anche in : http://www.mondimedievali.net/castelli/Puglia/lecce/fulcignano.htm

vedi anche in : http://massimonegro.wordpress.com/2012/01/22/galatone-il-castello-di-fulcignano-e-la-triste-leggenda-del-tesoro/


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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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