La parola “colonizzazione” è sempre attuale. Sia esterna che interna.

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

mediterr* … La parola “colonizzazione” è sempre attuale. Sia esterna che interna.

La storia millenaria del meridione d’Italia è composta dal susseguirsi di continue colonzzazioni (o meglio dire, conquiste) territoriali. Ad esempio la popolazione meridionale ha un altissimo tasso di geni derivati dai Greci, che attorno al 700 a.C. colonizzarono le coste dell’Italia. I Greci infatti si stanziarono in Italia meridionale intorno all’ottavo secolo a.C, e addirittura i rapporti commerciali con i popoli italici del Sud erano già iniziati intorno all’anno 1000 a.C … Qui di seguito ecco un intero excursus dei popoli che hanno conquistato e/o colonizzato il Salento nel corso dei millenni : Fenici, Micenei, ETA’ DEL FERRO, Japigi // ETA’ MESSAPICA // ETA’ ROMANA, Rudiae, Appia Traiana // MEDIOEVO, Bizantini, Basiliani, Saraceni // ETA’ NORMANNA // Svevi, Angioini, Aragonesi // ETA’ MODERNA, Spagnoli, il Barocco // Borbone, Savoia
In definitiva le continue “colonizzazioni” nel meridione hanno alimentato una pluralità di nuove conoscenze nell’agricoltura, come nella musica, nel lessico, nella cucina, basti pensare a quanta cultura si è espressa in questo fazzoleto di terra: artisti, letterati, pittori, scultori, cantanti, compositori, scienziati, filosofi, matematici. ad esempio QUINTO ENNIO: il primo ad essere chiamato dai biografi latini col nome universale di Poeta per distinguerlo da quello più generico di scriptor. Ma poi Pitagora, Filolao, Pacuvio, Andronico, Quinto Ennio, Virgilio, Tancredi, Raimondello Orsini del Balzo, Maria d’Enghien, Galateo, Matteo Tafuri, Vanini, Zimbalo, Isabella Castriota Scandemberg, San Giuseppe da Copertino, Ignazio Falconieri, Liborio Romano, Giuseppe Massari, Giuseppe Pisanelli, Nicolò Cataldo Mignogna, Giuseppe Libertini, Antonietta De Pace, Pasquale Greco, Sigismondo Castromediano, Salvatore Trinchese, Giuseppe Candido, Stanislao Sidoti, Stasi, Gioacchino Toma, Bacile, Antonio Bortone, Cosimo De Giorgi, Scorrano, Eugenio Maccagnani, Casciaro, Grandi, Serrano, Cesare Augusto Lucrezio, Rita Franco, Gaetano Martinez, Giuseppe de Dominicis, Achille Starace, Raffaele Giurgola, Antonio D’Andrea, Girolamo Comi, Tito Schipa, Perulli, Vincenzo Ciardo, Geremia Re, Antonio Mazzotta, Luigi Gabrieli, Temistocle De Vitis, Ennio Marzano, Gaetano Giorgino, Nino Della Notte, Mino Delle Site, Suppressa, Sozzo, Barbieri, Manni, Nullo D’Amato, Cloe Elmo, Giuseppe Codacci Pisanelli, Vittorio Bodini, Carmelo Bene, Carmine Baldari, Vittore Fiore e tanti altri nelle nostre pagine in continuo aggiornamento.

Come si vede, svariate casate e blasoni nobiliari nei secoli hanno di volta in volta conquistato e poi protetto questo territorio, hanno generato questa vastità di cultura locale aperta npn solo all’intero bacino del mediterraneo, e segnando in essa stessa (cultura) una evoluzione e mai un regresso. Forse i peggiori conquistatori devono essere stati gli angioini … non da meno la più recente invasione savoiarda del 1861 che, da veri colonizzatori, questi si,  hanno portato ad un decisivo regresso generale dell’intero meridione depredandolo di ogni ricchezza. (…). Ma infatti qui oggi affronto il tema della conquista/colonizzazione che se pur ha favorito tanta cultura, vero è che non tutto è roseo come sembra. Ogni conquista e colonizzazione ha comportato stragi, divisioni familiari, sottomissioni … certo, fatti relegati alla “visione democratica” che vigeva ai tempi in cui via via si sono verificate queste vicende storiche … Ma è da quelle vicende, da quelle conquiste che nasce il popolo meridionale e, volendo cambiare prospettiva, la creatività del meridione si è forgiata proprio da questi continui incroci e dalla capacità di adattamento che le genti del sud hanno acquisito al susseguirsi di nuovi “padroni”. In fondo ciò vuol dire che l’evoluzione, nel nostro caso, è stata utile. Vanno aggiunte (proprio dal 2016 circa), le nuove conoscenze basate su documenti inediti del periodo borbonico, le quali possono ampiamente rivalutare la cosidetta “dominazione” del Regno delle Due Sicilie, rivelando una società agricola meridionale per nulla o poco sottomessa e/o vessata dalla Monarchia napoletana. Mentre uno stop al progresso, ripeto, si è avuto con l’invasione dei Savoia, che hanno reso il Sud Italia una vera colonia, propagandando quell’invasione con la falsa ideologia di una “liberazione”.

Infatti da quell’ultima invasione (= colonizzazione del 1861) ad oggi, si è sviluppato nel sud un regresso economico, industriale e sociale e si è creata una specie di casta interna allo stesso meridione. Lo si è visto nel regresso della produzione del tabacco con le rivolte delle tabacchine, o con lo sfruttamento nella vendemmia, come anche nell’oblio delle pregevoli tessiture salentine. Ossia a partire dal 1861 si è formata una colonizzazione interna, mirata allo sfruttamento spicciolo della classe subalterna : inizialmente i più colpiti furono i contadini e gli operai, che divennero il “bancomat” del signore ricco, che era il padrone delle terre e della vita dei suoi sudditi; il chè è perdurato sin oltre gli anni ’50 del ‘900, durante le lotte dell’Arneo; ma a partire dal periodo immediatamente successivo poi, i signori padroni (nuovi colonizzatori 2.0 del III millennio nelle terre del Salento) son riusciti ad estendere il loro potere di oppressione sul resto della popolazione locale salentina, loro conterranea; i figli dei vecchi contadini, quindi la nuova borghesia: medici, assessori, ingegneri e in generale chiunque abbia un minimo di potere e sieda su una qualsiasi poltrona, son divenuti i nuovi conquistatori / colonizzatori, che dagli anni ’80 del ‘900 ad oggi hanno dominato la scena nel ruolo di : “nuovi imperatori”. Sono innumerevoli le differenze fra i primi conquistatori dei secoli passati e questi ultimi, nati con gli eventi successivi al disfacimento portato dal regno sabaudo nel meridione; in primis i vecchi colonizzatori dei secoli passati venivano da lontano, armavano guarnigioni di soldati per muovere guerra e scalzare i blasoni già esistenti … i conquistatori/colonizzatori contamporanei invece, sono innanzitutto già sul posto da svariate generazioni, in quanto sono i nostri stessi parenti o dirimpettai. Le guerre che muovono questi ultimi sono economiche e psicologiche anche, come pure ostentano sempre il potere del denaro e della ricchezza (come anche son sempre pronti alla querela facile e stizzita, o apparire con Suv o fregiarsi di conoscenze alto locate);  come se si trattasse di un astio, che crea soggezione; con il risultato di opprimere i loro stessi compaesani o conterranei, che restano sciacciati e zittiti dall’invadenza della loro “colonizzazione” (semi isterico) appunto. Insomma la parola “colonizzazione” è sempre attuale. Sia esterna che interna.

-Per la prima, cioè quella esterna accennerei ad esempio alla sostituzione degli ulivi secolari salentini con nuove cultivar estranee a questa terra (per puro business); o alla tanto osannata “Notte della Taranta” snaturata per lo showbusiness di una manciata di giorni l’anno. O potrei accennare che in Campania a ottobre del 2015 il Napoli calcio volle realizzare le magliette dei giocatori con il simbolo dei Borbone, ma prodotte a Torino.

-Per la seconda, la colonizzazione interna, possiamo dirlo apertamente che il malaffare del politico locale è finalizzato ai suoi personalissimi interessi, che puntualmente vanno nella direzione opposta alle necessità della collettività locale che lo circonda. Basta vedere gli scempi ambientali … che quasi mai assecondano una sana evoluzione imprenditoriale dei territori. Parlano da soli gli abusi paesaggistici ed archeologici … come ad esempio in una terra di ulivi millenari e di antichità uniche, che vengono giornalmente disprezzate o addirittura odiate da troppi amministratori e/o politicians … che abitano a pochi chilometri dalle terre che tanto disprezzano; o addirittura a pochi metri. Una colonizzazione interna (ed esterna questa degli ulivi) quindi, mista a sistemi simil mafiosi, che spessissimo mira solo ad attirare alcuni finanziamenti (…) che di fatto non agevolano il contadino agricoltore nè la rivalutazione di strutture architettoniche di notevole interesse storico; infatti, forse a causa della stessa burocrazia esistente, ma questa casta di amministratori conterranei, quasi sempre è rappresentata da colletti bianchi che hanno accettato di non favorire i beni ambientali della loro stessa terra, per facilitare cosa? Pale eoliche, fotovoltaiche e olii da 4 euro. Certo non tutti, ma molti colletti bianchi locali sono così. Però  siamo circondati da colonizzatori interni, che spesso sono i nostri stessi sindaci e assessori … Ed è contro questi abusi che bisogna lottare per stabilire una sensibilità diffusa al rispetto, alla conoscenza, all’amore dell’ambiente, del paesaggio, dei beni culturali. E so che dire l’ovvio è un atto rivoluzionario, però bisogna puntare a contrastare tutto ciò … altrimenti perdurerà questa “colonizzazione interna”. E continueranno le start-up inutili che sono solo fonte di voti per i politicians di turno, i quali continueranno a fare da imbonitori di belle parole pro finto sviluppo tecnologico.

Una “colonizzazione” -anomala- quindi, sia interna che esterna, che però dovrebbe terminare prima o poi (o no?) … Ma in fondo già lo sappiamo. Sappiamo che terminerà solo quando ci svincoleremo dalle catene degli oppressori interni ed esterni. Bello sarebbe se iniziassimo a comnciare da oggi.

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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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i miei viaggi in Europa dal 1996 al 2014 – Giovanni Greco

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