Il Lupo-cerviero o Gatto-pardo in Salento – la Lince che ancora nell’800 viveva in Terra d’Otranto

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di Oreste Caroppo

Il Lupo-cerviero o Gatto-pardo in Salento – la Lince che ancora nell’800 viveva in Terra d’Otranto.


Foto dal link : http://explorerspain.com/wp-content/uploads/2016/06/FOTOS-LINCE.jpg

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Con il nome di “Lupo-cerviero”, che ben si sa essere uno zoonimo indicante la Lince, questa specie di felino europeo è elencata tra quelle della fauna della Terra d’ Otranto dal botanico Martino Marinosci di Martina Franca, (conosciuto per la sua importante opera pubblicata postuma intitolata “La Flora Salentina”, che descrive la presenza in quell’epoca nel Salento ancora forestato di numerose specie oggi presenti in aree garganiche, appenniniche e della Pianura Padana); all’inizio dell’Ottocento, giunto dal mare a San Pietro in Bevagna (provincia di Taranto), egli scrive che: “gli animali selvaggi sono qui copiosi fino ad Arneo… I lepri, le volpi, le viverre [furetti], i daini, le melogne [tassi] vi sono da per tutto. Abbondano pure i lupi, i lupi cervieri [linci, varietà locali delle specie europee, la Lynx lynx o la Lynx pardinus], gl’istrici o porcospini e tanti altri, come i gatti selvaggi, le faine, le puzzole [la puzzola europea], le donnole, le lontre, i conigli, le talpe, i topi, i sorci, i moscardini, i ricci, gli scoiattoli [delle varietà proprie del meridione d’Italia della specie Sciurus vulgaris], i cervi e caprioli e potremo a detti quadrupedi aggiungere cheiropteri, come l’orecchiuto e la nottola, come pure gli anfibi e quadrupedi ovipari, come le numerose e varie testuggini, i rospi, le lucertole… oltre poi innumerevoli serpenti, come le serpi, le vipere, i colubri.” (Vedi di Fulco Pratesi e Franco Tassi “Guida alla Natura della Puglia Basilicata e Calabria”, Oscar Mondadori, seconda edizione 1986).

Sempre con il nome di “Lupo-cerviero”, la Lince è indicata nel testo che descrive il Salento dei secoli ‘500 e ‘600, “Descrizione, origini e successi della provincia d’ Otranto” del filosofo e medico vissuto a cavallo tra cinquecento e seicento Girolamo Marciano di Leverano (Leverano, 1571 – Leverano, 1628) con aggiunte del filosofo e medico seicentesco sempre Domenico Albanese di Oria, vi leggiamo lì: “Animali quadrupedi selvaggi: Caprii, Cervi, Cignali cioè porci selvaggi [nota dello scrivente: in alcuni catasti dei secoli scorsi si parla dei “neri” che pascolavano nel Bosco Belvedere, dovevano essere così chiamati i cinghiali o incroci di cinghiali e maiali domestici; il noto toponimo “Porcarizza” rimanda probabilmente a quell’importante allevamento di maiali ubicato nel bosco per cui era famosa Supersano], Damme, Daini, Istrici, Grinacei cioè Ricci, Faine, Gatti selvaggi, Lepri, Lupi, Lupi Cervieri, Martore, Mustele cioè Donnole, Talpe cioè Toponi, Tassi cioè Melogne, Topi di casa, Topi di campi, Topi Moscarelli, Testuggini, Testuggini salarie, Viverre cioè Furetti, Volpi.”

Testimonianze fossili attestano paleontologicamente la presenza del genere Lynx in Puglia nel Pleistocene (incluso il Salento) e nell’Olocene.

Due sono le specie (o varietà) di Lince in Europa, oggi ancora viventi, la Lince comune (Lynx lynx) presente in area alpina, e la Lince pardina (Lynx pardinus, qui in foto) oggi vivente nella Penisola Iberica.
Quest’ultima vive in aree anche prettamente di macchia mediterranea, simili a quelle dove in Salento la Lince veniva descritta dal Marinosci nell’ ‘800.
Una Lince quella iberica che caccia Lepri e Conigli selvatici soprattutto, e che per mantello più nitidamente leopardato più ricorda alcune descrizioni delle Linci che ci giungono da testimonianze storiche dei secoli passati per l’Italia peninsulare, e in particolare per l’area abruzzese-molisana dove la lince era pur presente.
Non è dunque escluso che oltre alla Lince comune vivesse anche la Lince pardina in Italia.
Delle Linci comuni pare siano scappate da recinti in area abruzzese anni or sono, vedi “Il Mistero del Gattopardo”

ma in Abruzzo vi son descrizioni da pastori di Linci avvistate ancora negli anni ’30 e ’40 del ‘900.
Vi è un’ avvistamento recente di una Lince nell’Appennino Emiliano e dalle foto parrebbe una Lince pardina: https://www.greenme.it/informarsi/animali/10452-lince-estinta
Taluni hanno subito cercato di dirla frutto di rilasci di esemplari da parte dell’ uomo. Potrebbe essere, certo, ma come sempre nelle degenerazioni di certa visione della Natura si constata una certa fretta da parte di taluni a denigrare queste presenze non come naturali, ma frutto di reintroduzioni.
E anche se fosse? Sarebbero da premiare dallo Stato queste iniziative spontanee civiche di fronte ancora alla ancora non piena affermazione in Italia di una politica ecologista vera, tollerante della biodiversità presente anche delle specie alloctone ben naturalizzatesi, e pronta alle reintroduzioni di quelle specie europee estinte territorialmente dalla pressione antropica nei secoli!

Chiediamo se qualcuno, magari pastori italiani, ne han ricordi, testimonianze, segnalazioni, foto, recenti o dei decenni passati, di Linci in Italia, e, se sì, come chiamavano questo grosso felino nella loro zona.

Ed oggi?
RINATURALIZZAZIONE in Italia delle Linci europee, e altre specie, per una Repubblica naturalista, e non schiava dei mistificatori professionisti del biocidio falso-ecologista speculativo!
L’introduzione dei predatori oggi assenti riporta equilibri, dove si dovesse ritenere che questi manchino nelle catene alimentari con conseguente sovrannumero di alcune specie, anche esotiche naturalizzate.
Basta biocidi speculativi, per di più a zero rinaturalizzazione, e zero rimboschimenti!
Fuori dalle istituzioni queste ideologie speculative fossilizzanti e desertificanti della falsa-ecologia pseudo-scientifica!

Oreste Caroppo


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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco

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