Il Braciere, il social dei racconti di un tempo

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

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I nostri antenati per scaldarsi utilizzavano Caminetto e Braciere : i social dei racconti di un tempo

Il Braciere era un recipiente in lega di metallo (generalmente in ottone e fondo in rame battuto dalle misure: alt. cm 7, dia. cm 37) che conteneva legna, carbone e brace ardente per riscaldare un locale. Veniva utilizzato in passato durante le giornate invernali per riscaldare con la brace gli ambienti che all’epoca erano sprovvisti di riscaldamento come ad esempio le camere che non avevano il camino.


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Al suo interno vi si metteva la legna con la carbonella. I nostri avi accendevano il carbone nel braciere e lo mettevano fuori dalla finestra fino quando non restavano che braci e non c’era più pericolo per le esalazioni velenose. Infatti era molto pericoloso se usato in locali chiusi, poiché la combustione del carbone poteva provocare esalazioni mortali. Accadeva anche che qualcuno si addormentasse e cadesse dentro il braciere acceso.
Per ravvivare la brace poi, di tanto in tanto bisognava stuzzicarla con l’apposito attizzatoio; e una volta accesa, riscaldava l’ambiente circostante e tutti vi si avvicinavano per catturare il calore che la bracera sprigionava. Ma forse il calore che noi oggi apprezziamo maggiormente è quello della famiglia, quando seduti intorno al bracere tutti scaldavano vicendevolmente … anche il cuore … fratelli, sorelle, nipoti, genitori, nonni, zii, cugini, amici … perchè in fondo il bracere era il “social” di quei tempi. E intorno ad esso iniziavano una infinità di racconti, favole, li “Cunti” che già all’epoca erano detti “li Cunti de na fiata“; in piedi o seduti con un bracere sotto il tavolo, questo strumento del “focolare” domestico era sempre presente e lo si ritrovava in tutte le case, in quanto ovunque era occasione per chiacchierare e sentire o dire fatterelli; quante storie intorno a quel focolare! Si parlava e si scherzava, spesso con la compagnia di una bottiglia di vino e di un mazzo di carte … e così la gente dimenticava il maltempo o gli affanni. Ci si metteva coralmente intorno ad un bracere acceso e si ascoltavano i racconti delle favole della nonna assieme con la famiglia riunita. Come anche c’era sempre un bracere quando d’inverno si andava fare visita a parenti. Le nonne spesso recitavano il rosario o facevano l’uncinetto nelle sere fredde al calore del bracere. E quelle sere avevano anche un sapore antico, alla penombra dei mozziconi incandescenti della carbonella, spesso ardevano ancora i gusci delle castagne, o i resti del pane per quelle deliziose bruschette abbrustolite e subito mangiate con pomodori di pendula, olio e sale. C’era poi chi preferiva arrostirsi al bracere fave, chi i ceci, chi invece le bucce d’arancia per una merenda … d’altri tempi …
Ma il nostro antico bracere aveva anche altri usi, in quanto lo si impiegava per asciugare la biancheria d’inverno con il supporto di una sorta di gabbia in legno (molto più grande del bracere stesso) su cui si poggiava la roba bagnata.

Che dire, bei tempi di una volta, quando la famiglia si scaldava giornalmente unita attorno a quest’oggetto … che oggi è stato naturalmente dimenticato, sorpassato dalla modernità, come è giusto che sia. Inutile fare paragoni con i mezzi di riscaldamento attuali. Quel che si è perso resterà comunque quel calore umano che per generazioni ha alimentato e offerto quel che oggi è visto come … un complemento d’arredo.

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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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