il 21 giugno è il solstizio d’estate

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

21 giugno Solstizio d’estate

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Il solstizio d’estate è il giorno più lungo dell’anno in quanto il Sole raggiunge il punto più settentrionale, con circa 17 ore di luce in più. Nel nostro emisfero questo passaggio avviene il 20 giugno all’orario di Greenwich che per l’Italia corrisponde al 21 giugno. L’orario varia di anno in anno. Da quel momento il Sole inizia il suo nuovo ritorno verso Sud e le giornate ricominciano gradualmente ad accorciarsi.piccolo-albero-eport

La celebrazione di un fenomeno naturale così importante per il ciclo della vita come il solstizio d’estate, esprime il desiderio di entrare in un Tempio, quello cosmico, di fondersi per un momento nel tutto, per osservare il tutto, per sentirsi parte del tutto, per condividere con la natura e il cosmo, quella parte della sostanza che ci compone e che è la stessa che compone tutte le cose create. E’ il desiderio di un’unione.

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Nel 2016 nel sito neolitico di Stonehenge, Inghilterra, in questo luogo – ritenuto essere un antico osservatorio astronomico – vi fu una lunga veglia nella notte più breve dell’anno tra feste, canti e balli tratti dall’antica tradizione celtica e dalle religioni neopagane, aspettando l’alba. Si ritiene che i monoliti ancestrali furono innalzati seguendo l’allineamento dei primi raggi del sole in base al suo apparire prorpio il giorno del solstizio.

Il solstizio d’estate del 21 giugno 2016 è coinciso con la “strawberry moon“. Lo stesso evento accadde nel 1967

La “strawberry moon” sarebbe la “luna di fragola“, ma il termine deriva dagli indiani americani ed indica l’evento astronomico della luna piena, nelle rare volte in cui avviene nel mese di giugno, che è il mese delle fragole. Il 2016 si è ripetuto l’eccezionale evento in coincidenza quindi con il solstizio d’estate. L’ultima volta che i due eventi sono coincisi era il 1967 mentre per osservare di nuovo il fenomeno occorrerà aspettare il 21 giugno 2062.

Il 21 giugno è definito come un “giorno fuori dal tempo” (…) nelle culture pagane è il momento in cui è più facile avere esperienze “sovrannaturali” perchè le fate si adunano nelle valli e la magia è al massimo della sua potenza.

Questa festa anticamente nella cultura pagana, rappresentava il Sole in tutta la sua gloria. E’ la celebrazione della passione e l’assicurazione del successo del raccolto; è il momento per le feste, la musica, le danze e i falò: il tutto per onorare il Dio Sole e incoraggiarlo a raggiungere la sua massima potenza. La vigilia della notte del 21 giugno – solstizio d’estate è la più importante celebrazione dei wicca in quanto è connessa al folklore delle fate. E’ il momento in cui i Druidi raccolgono le piante magiche e le seccano per utilizzarle in inverno. Esistono molte tradizioni magiche legate a questa notte. Si dice che  i sogni di questa notte sono quasi sempre premonitori e tendono a diventare realtà;  e che qualsiasi pianta colta la notte di Litha è magicamente più efficace; e che il piccolo popolo, gli elfi e le fate, possano essere visti con più facilità nella notte del solstizio perchè il velo tra i mondi è più sottile.

Un’erba associata a Litha è l’erba di san Giovanni o l’iperico. Questa pianta ha delle infiorescenze brillanti e gialle a quattro punte come la croce solare che è governata dal sole. Una leggenda vuole che se si inciampa sulla radice di san Giovanni la notte di Litha si viene magicamente trasportati nel regno delle fate.

Le tradizioni legate alla notte Litha contano l’accensione del falò che nelle antichità serviva sia per dare luce che per allontanare gli spiriti maligni. Le persone erano solite saltare sul fuoco per avere fortuna. Le strade inoltre erano illuminate con lanterne e vi erano fuochi dovunque!


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SOLSTIZIO D’ESTATE : IN PASSATO NELLA NOTTE SI SCACCIAVANO LE STREGHE ED I MALOCCHI (OGGI, 21 GIUGNO) – In epoca antica tutto il Solstizio d’Estate era intriso di stregoneria e riti annessi. Il Solstizio d’Estate non poteva che rappresentare un’unione con la natura per molti, ma anche uno spazio dedicato ai riti della cosiddetta “magia bianca”. Secondo la cultura mediterranea, nella notte del Solstizio d’Estate le donne di Ostuni raccoglievano noci per farne filtri e liquori, ma nascondevano anche tre fave che avrebbe svelato come sarebbe andato il loro destino amoroso. Una fava andava risposta intera, un’altra del tutto sbucciata ed infine la terza aperta a metà. La domanda da porre riguardava soprattutto il benessere economico del futuro sposo, responso che sarebbe stato rivelato al mattino, a seconda di quale fava avrebbe toccato l’ingenua fanciulla. Rimanendo in tema di streghe, è proprio a loro che veniva riservata quella che è conosciuta meglio come la Notte di San Giovanni, che poi non è altri che sempre il Solstizio d’Estate. Le streghe svolgevano in quella notte i loro più oscuri sortilegi e l’unico modo per cui la popolazione poteva salvarsi era di rifugiarsi nelle erbe di San Govanni, da nascondere rigorosamente al di sotto degli abiti. Lavanda, iperico, ribes, ma anche aglio e verbena. Quest’ultima poi è considerata in varie mitologie come un vero e proprio “scacciavampiri”. Un altro rimedio molto in voga contro le streghe e le loro malvagità era di nutrirsi di lumache. Funzionerà? Per i più arditi del palato non può che essere una prelibatezza, se poi c’è la garanzia di allontanare il malocchio non può fare che piacere!

SOLSTIZIO D’ESTATE : CHE COS’È E COME SI MANIFESTA – L’arrivo del Solstizio d’Estate non può che lanciarci nel passato, verso quell’antichità in cui i movimenti del sole, della luna e delle stelle erano osservati come se si trattasse di qualcosa di magico e legato alle divinità. Il sole, in particolar modo, era venerato al pari di un dio: basti pensare al pantheon romano e greco, al faraone d’Egitto, ritenuto il figlio del Sole, o all’imperatore Azteco che imponeva sacrifici umani in suo nome. Noi contemporanei invece conosciamo bene i moti terrestri, sappiamo perché il sole nasce e muore e come si susseguono le stagioni. Ciò non toglie che certe ricorrenze continuino ad avere un sapore un po’ magico, come avviene per il Solstizio d’Estate. Il termine solstitium deriva poi dal latino, ed è formato dal termine sol (sole) e sistere (stare). Astronomicamente parlando, il Solstizio d’Estate è il giorno in cui il sole raggiunge il suo zenit. Ovvero si troverà a mezzogiorno in perpendicolare perpendicolare ai due Tropici, quello del Cancro e quello del Capricorno. I Solstizi sono due e riguardano date stabilite per convenzione: il 21 giugno abbiamo quello d’estate ed il 21 dicembre quello d’inverno, ovvero quando il sole è perpendicolare all’equatore. Il giorno del Solstizio d’Estate è il più lungo e si avranno quindi più ore di luce; da quel momento in poi le ore di luce cominciano a scemare declinando verso l’inverno. Va precisato che il Solstizio d’Estate cade il 21 giugno nell’emisfero australe, mentre in quello boreale le stagioni sono rovesciate. Quindi, perché si chiama solstizio? Perché il termine con cui è indicato questo fenomeno astronomico parla di un sole fermo? Osservandone i movimenti, dal 21 giugno e per i tre giorni successivi sembra che il sole non si muova e che compia sempre lo stesso percorso. Solo in seguito riprende a spostarsi. Per questo anticamente il Solstizio d’Estate veniva festeggiato non solo nel giorno 21, ma anche nei giorni vicini.

SOLSTIZIO D’ESTATE : STONEHENGE ED IL CULTO DEL SOLE – Il Solstizio d’Estate non ha nulla a che fare con ciò che avveniva in passato, a quel culto che legava la popolazione all’adorazione del Sole. Questo significa che a quei tempi in quasi tutte le terre il Solstizio d’Estate veniva collegato ad una festività che di solito prevede la richiesta al Sole di essere benevolo verso i popoli. Una delle testimonianze più remote ci viene data da Stonehenge con cui possiamo capire l’interesse che le popolazioni primitive nutrivano nei confronti dei movimenti del sole. Stonehenge non è altro che il cerchio di megaliti che si trova in Inghilterra, nella piana di Salisbury, e che si suppone venne costruito dai druidi. La pietra centrale del complesso è conosciuta come Heel Stone e nel giorno del Solstizio d’Estate si trova perfettamente allineata al punto in cui sorge il sole. Esistono però costruzioni ancora più antiche, per esempio in Africa, che a loro volta sembrano costruite per seguire il corso del sole. Sia nell’antica Grecia che nell’antica Roma, il Solstizio veniva celebrato come momento di passaggio dall’oscurità alla luce e di unione dei due principi vitali dell’universo, quello maschile e quello femminile. A Roma il simbolo era incarnato dalla divinità Giano bifronte, così chiamata proprio perché aveva due facce, una raffigurante un uomo barbuto e l’altra una donna. In Grecia invece il Solstizio era considerata una porta tramite cui l’umano e il divino potevano comunicare.

SOLSTIZIO D’ESTATE : COME VENIVA FESTEGGIATO IN ITALIA – Con il Solstizio d’Estate e quindi con le epoche più moderne, molte delle credenze del passato sono andate perdute. In alcuni Paesi europei continuano però a sopravvivere riti ed usanze legate al Solstizio d’Estate, specie nelle nazioni più settentrionali. In Italia per esempio la festa solare viene vissuta in modo particolare in epoca romana, mentre con l’avvento del cristianesimo è stata ricondotta nell’ambito dei dogmi religiosi. Nei giorni vicini al Solstizio d’Estate e precisamente il 24 giugno, si celebra infatti la nascita di San Giovanni Battista. La data è stata scelta perché precede di 6 mesi il Natale, giorno della nascita di Cristo, che coincide pressappoco con il solstizio d’inverno. La festività di Giovanni Battista si lega soprattutto alla popolazione contadina, che la considerava il giorno in cui chiedere un buon raccolto e propiziare la stagione ventura con una nutrita serie di rituali. Ad esempio, la notte di San Giovanni era uso accendere dei falò in cui bruciare cose vecchie ed a mezzanotte si doveva raccogliere un ramo di felce. Si credeva inoltre che lavarsi con dell’acqua nella notte di San Giovanni, si sarebbe curata la vista e che conservare 24 spighe di grano avrebbe portato fortuna per tutto l’anno seguente. Queste credenze sono ancora vive in alcuni angoli della penisola, ma si sono affievolite nel corso del tempo con l’arrivo del progresso e dell’evoluzione della società.


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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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i miei viaggi in Europa dal 1996 al 2014 – Giovanni Greco

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Se la conoscenza può creare dei problemi, non è con l’ignoranza che possiamo risolverli (Isaac Asimov)

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