I nomi del risorgimento nelle vie e piazze del Salento? Nel 2019 vanno sostituiti con quelli della cultura salentina

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a cura del dott Giovanni Grecojhgfghjklkj

I nomi del risorgimento nelle vie e piazze del Salento? Nel 2019 vanno sostituiti con quelli della cultura salentina.

Cosa ne pensano i sindaci del Salento di sostituire i nomi del risorgimento presenti nelle vie e nelle piazze con quelli della cultura salentina? E perchè?
Dico subito che l’importanza consiste nell’attuare una operazione culturale e sociale e che fa “restituire la memoria collettiva ad un popolo per troppi anni oppresso e offeso”.

Nella sua storia millenaria il Salento ha conosciuto personaggi di elevata cultura : artisti, letterati, pittori, scultori, cantanti, compositori, scienziati, filosofi, matematici … (vedi il Parco Letterario); invero all’inizio del Risorgimento questa terra ha fornito ottimi nemici del sud; personalmente darei un cenno a favore di Sigismondo Castromediano, ma altri personaggi del sud furono fra i più attivi sostenitori degli invasori e dei conquistatori (i Savoia) : Liborio Romano (attuò la prima trattativa stato-camorra della storia), Giuseppe Massari (con la commissione d’inchiesta sul brigantaggio aprì le porte alla Legge Pica), Giuseppe Pisanelli (ministro della giustizia unificò le leggi piemontesi a quelle del meridione), Nicolò Mignona (fu il tesoriere della spedizione dei Mille di Garibaldi), e tanti altri … come Antonietta de Pace (che appartenne al vertice femminile della camorra) … e una trentina di famiglie salentine al servizio di Garibaldi, Cavour e Mazzini.

Ma sta emergendo una nuova coscienza diffusa. Cose che sino a pochi anni fa era molto difficile ipotizzare, oggi divengono una realtà condivisa in vari paesi e città del sud come del nord.  Ossia far scomparire dalle vie e piazze i nomi dei “padri della patria” del risorgimento come : Vittorio Emanuele II e III, Garibaldi, Cavour, Mazzini, Diaz, Cialdini, Bava, Beccaris, Cadorna, e i salentini don Liborio Romano, Giuseppe Libertini, Nicolò Cataldo Mignona, Giuseppe Pisanelli, Antonietta De Pace, Giuseppe Massari “sarebbe restituire la memoria collettiva ad un popolo per troppi anni oppresso e offeso”.

Perchè sostituirli con i nomi di tanti grandi salentini? Perchè sono veramente molti gli esempi di questa diffusa coscienza collettiva che si è sviluppata in tutto il meridione.

Dopo il 1861, la popolazione meridionale per essere conquistata fu completamente plagiata. E per ottenere questa conquista del sud, fu usata sia la forza delle armi sia la chiusura delle scuole; il risultato fu l’addomesticamento della colonia al falso credo che i Savoia erano i “liberatori” dal Regno delle Due Sicilie.
Anche se fu lo stesso Garibaldi a dire che “gli oltraggi subiti dalle popolazioni meridionali sono incommensurabili“, è anche vero che (come ha detto qualcun’altro) : “e ci dovevi pensare prima razza di mercenario di …“.
E comunque sia c’è chi crede ancora ad una sorta di “santità” di Garibaldi e che sia stato un grande eroe. Tant’è che ancora ora viene glorificato con la stessa sottile mistificazione della realtà nata nel risorgimento. Ad esempio c’è tutt’ora qualcuno che continua ad esaltare addirittura le “glorie” pre-risorgimentali dell’esercito savoiardo e delle truppe piemontesi che erano comandate da Carlo Emanuele III di Savoia … così come ci sono anche i sostenitori meridionali dei Savoia e dei liberali risorgimentali ai quali ancora oggi qualcuno continua a commemorarne e lustrarne i busti. Come ad esempio per la statua di Giuseppe Libertini che si trova in Lecce nell’attuale piazza del mercato fra le poste principali e il castello Carlo V. E come anche per vie e piazze e ancora busti dedicati ai salentini anti borbonici per eccellenza, come Don Liborio Romano, scuole titolate ad Antonietta De Pace, etc etc.

Comunque, fortunatamente, ora, siamo già a metà 2019 e in tutto il meridione sta emergendo con rinnovata intransigenza, una più accurata e corposa conoscenza del nostro passato nonché una più che positiva cognizione della grandezza meridione pre-risorgimentale.
In pratica sino al 1861 è esistito il regno delle due Sicilie che nelle scuole è pressoché ignorato. Dai nostri studi emerge invece che durante il regno borbonico, anche il Salento conobbe un’era abbastanza florida e che tutto il meridione visse un periodo corposamente ricco.
Dopo i Borbone si impose invece la monarchia savoiarda, i cosidetti “liberatori” piemontesi. I quali tutto fecero tranne che liberare il sud da qualcosa (come rivelano le fonti che troverete nei tanti link qui sotto); addirittura, oggi siamo prontissimi a confermare con dati alla mano e fonti certe che i Savoia depredarono il meridione di tutto. Nel senso letterale. Tant’è che ormai pare sempre più palesemente obsoleta tutta l’intera retorica risorgimentale (come quella dei “Mille”) che fu diffusa sin da subito in particolare nel meridione (e che poi si è ripetuta immune di decennio in decennio anche nelle scuole), parlo di quella grande fake news (la prima della storia dell’Italia “unita”) in base alla quale il regno dei Borbone era una monarchia oppressiva, che metteva la popolazione alla fame e che menomale c’erano loro, i Savoia che si offrivano per … traslando i termini … esportare la democrazia.

Savoia e piemontesi non si fermarono dinanzi a nulla pur di screditare le Due Sicilie e i loro legittimi Sovrani: era necessario dare giustificazione a una guerra non dichiarata e condotta in spregio alle regole elementari del rispetto nei confronti del nemico.

E’ l’interpretazione della storia che si nutre di simboli. La rilettura che, alimentata da nuovi orientamenti ideologici e politici, ridiscute i miti e gli eroi di un Risorgimento che ha sempre diviso l’Italia”.
Gigi Di Fiore “Cialdini, addio al busto di marmo”, ilmattino

Pertanto attualmente, ripeto, sono veramente molti gli esempi di questa diffusa coscienza collettiva che si è sviluppata in tutto il meridione; quella conoscenza che la storiografia nazionale ha “tentato” di offuscare ed insabbiare per oltre 150 anni; ma inutilmente in quanto queste verità del nostro passato sono emerse quasi tutte nella loro abnorme atrocità. Siamo stati tutti noi ricercatori a scavare a fondo, con fatica, nelle biblioteche, tra le vecchie carte … occasionalmente e fortunatamente scartabellando anche le bancarelle degli antiquari o cercando in internet e fra i documenti desecretati; io ad esempio nel 2015/2016 ho scoperto così “casualmente” che Mr Colt aveva venduto 20.000 fucili a Garibaldi – altro che “Mille” … Cercavo in internet le armi dei Borbone e giunsi invece ad un link che la ditta Colt aveva postato esattamente un mese prima, nel quale veniva riportato il carteggio originale della trattativa fra Colt e Garibaldi –> qui nel link
Abbiamo ricostruito un quadro generale degli eventi che altrimenti sarebbe svanito, quindi possiamo smentire coloro che anche ingenuamente continuano a scagionare gli invasori dandogli l’aurea dell’eroe che ha sconfitto il drago. Capita infatti che a furia di ripeterla una bugia questa diventa l’unica verità conosciuta … Ma oggi sappiamo invece che le bestie furono proprio quegli invasori che si imposero come liberatori.

Indubbiamente la storia vera non sarà mai scritta da chi occupa e depreda un territorio. Infatti per rispondere a chi avesse domande (a volte -lecite- a volte no) ecco qui una serie di domande comuni e critiche al regno duo siciliano che ho trovato qua e la nei social; e nel link affianco potrete recuperare una risposta corredata da fonti. Se qualcuno volesse dare un’attenta lettura, potrà fornire fonti più accurate delle mie … E’ laconico ricordare a tutti che, ripeto, nel mondo della ricerca storica (e risorgimentale in particolare) bisogna pur dar una giusta valutazione ai fatti accaduti basandosi su fonti potenzialmente affidabili(ssime), non alle interpretazioni dettate e ripetute dai vincitori;  soprattutto poi, quando quelle loro interpretazioni (essendo “fake news” si dirà dopo 150 anni), sono state inserite a comando nei testi scolastici e riproposte ciclicamente da un decennio all’altro sino ai giorni nostri.
Esattamente, a mio avviso, per impiantare nella mente di tutti una bugia eclatante spacciandola però, per verità assodata.

Passiamo quindi alle 10 domande (in corsivo) che ho trovato qua e la (qualcuno le ha postate nei social) e alle –> risposte corredate da link, fonti e dati oggettivi.

  1. “Viva Giuseppe Garibaldi, uomo generoso, che in Italia ha fondato le Società Operaie di Mutuo Soccorso e l’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali) –> risposta Da Garibaldi ai massoni agli inglesi ai Savoia. Viaggio dal 1861 alla mafia di oggi
  2. “L’Eroe nazionale fu sempre amato dalle popolazioni del nostro Sud e i garibaldini erano persone che ci tenevano alla patria” –> risposta I Volontari Britannici e Scozzesi per Garibaldi del 1860 e Garibaldini Salentini
  3. “Garibaldi non agì mai per soldi” –> risposta «Il finanziamento – ha detto il prof Aldo Mola, docente di storia contemporanea di Milano e storico della massoneria e del Risorgimento – proveniva da un fondo di presbiteriani scozzesi e gli fu erogato con l’impegno di non fermarsi a Napoli, ma di arrivare a Roma per eliminare lo Stato pontificio. Tutta la spedizione garibaldina – ha aggiunto il professor Mola – fu monitorata dalle massoneria britannica, che aveva l’obbiettivo storico di eliminare il potere temporale dei Papi. Anche gli Stati Uniti, che pur avevano rapporti diplomatici con il Vaticano, diedero il loro sostegno». 1860 National Bank of Scotland Lettera di credito rilasciata a Garibaldi / Fondi e Legione Britannica
  4.  “I briganti erano armati dalla mano pontificia–> risposta I Briganti, quei cittadini del Regno Borbonico resistenti al regime piemontese e LA GUERRA CIVILE NEL SALENTO – Cronaca storica della prima resistenza nel Salento – Luglio e Agosto 1861 – Il Regno delle Due Sicilie è annesso al Piemonte e Il brigantaggio nell’area salentina Ciro Annicchiarico di Grottaglie, detto “Papa Giru” e il massacro di Martano e La legge Pica del 1863 – Servizi di BelSalento e 1862 Brigantaggio nel Salento e in Puglia a Lecce, Otranto e Barletta,
  5. “Bisogna affrontare e risolvere problemi importanti di questi / Ma pensate a cose serie in Italia, piuttosto di pensare a un cazzo di nome per una via–> risposta Guerra perenne e Manipolazione di massa nel Sud – Ecco le 10 costanti che si perpetuano ciclicamente dal 1861 ad oggi
  6. “i borbonici si limitassero alla provincia di Napoli o comunque alla Campania” –> risposta Qual’era il Regno delle due Sicilie? Benedetto Marzolla (Brindisi, 14 marzo 1801 – Napoli, 10 maggio 1858) tenente ingegnere, nel Real Officio Topografico della Guerra di Napoli cartografo italiano e Carta dei Prodotti Alimentari delle Provincie Continentali del Regno delle due Sicilie – di Benedetto MARZOLLA (Napoli – 1856)
  7. i Borboni difendevano i latifondisti e lasciavano i contadini meridionali nell’analfabetismo” –> risposta Giuseppe Palmieri, marchese economista salentino del ‘700 e Terra d’Otranto 1800 – Feudalesimo mai terminato all’ombra dei Borbone e la cattiva amministrazione finanziaria della Terra d’Otranto e David Winspeare – 1811, Storia degli abusi feudali : notizie sul feudalesimo in Terra d’Otranto, 24 novembre 1838 Decreto RdS per la rinnovazione del titoli di rendita sui terreni ex-feudali della provincia di Lecce,
  8. Garibaldi ha il grande merito di averci liberato dai Borbone che ci avevano condannati all’isolamento e all’arretratezza – tutto è avvenuto perché eravamo il più arretrato stato italiano, grazie ai Borbone.–> risposta IL REGNO BORBONICO ANNOVERA MOLTI PRIMATI e Reddito di cittadinanza nel Reame Due Sicilie, 1831 e  Nel 1859 i Borbone progettarono il 1° telegrafo sottomarino dell’Europa continentale che avrebbe collegato Otranto con Valona e Il Regno delle due Sicilie era dotato di un’efficiente rete di comunicazione : il primo telegrafo elettrico dell’Italia preunitaria e La raccolta differenziata è nata a Napoli il 3 maggio del 1832 nel Regno delle Due Sicilie e Con la dinastia borbonica il Sud riaffermò la propria indipendenza e Quando i Borbone vietavano con un Decreto l’uso di veleni in agricoltura nel 1837 e 1836 DECRETO del REGNO DELLE DUE SICILIE per la fondazione di un orfanotrofio nel soppresso monistero de’ cappuccini in Lecce e 1862 uso della forza per reprimere il CONTRABBANDO in Terra d’Otranto; ma i primi contrabbandieri erano camorristi che Garibaldi arruolò come prefetti e 1865-1871 – La SOCIETA’ ANONIMA per la vendita dei beni demaniali – Convenzione – Assemblea degli Azionisti – Atti
  9. “i Savoia hanno fatto solo bene al sud” –> risposta La soppressione delle corporazioni religiose in Terra d’Otranto dal 1862 al 1881 e UNITÀ D’ITALIA UN DISASTRO ANNUNCIATO di Antonio Pulcrano su un articolo di giugno 2018 su BBC History; otto pagine dedicate all’Unità d’Italia – a cura di Dario Marino
  10. quanti km di ferrovia, oltre alla Napoli-Portici, aveva Il Regno delle Due Sicilie e quanti km gli altri stati Italiani alla viglia dell’Unità?–> risposta IL GIOCATTOLO DEI BORBONE CHE ARRICCHI’ I PIEMONTESI

Il mondo agrario salentino nel primo ventennio postunitario

Qui di seguito ecco alcuni post e link meridionalisti che, con il supporto di sindaci meridionali e settentrionali e amministrazioni sensibili al tema, puntano a far scomparire dalle vie e piazze i nomi del risorgimento come : Vittorio Emanuele II e III, Giuseppe Garibaldi, Cavour, Mazzini, Cialdini … sarebbe restituire la memoria collettiva ad un popolo per troppi anni oppresso e offeso. Questo è un esempio da diffondere in tutto il meridione e nel Salento, vista la realtà dei protagonisti salentini del nefasto 1861 = Liborio Romano, Libertini, Pisanelli, Antonietta De Pace

Il SUD, la SICILIA e la SARDEGNA dovrebbero rimuovere il nome dei Savoia dalle loro strade e piazze

Basta vie e scuole dedicate a Vittorio Emanuele III. E gli altri Savoia? E Garibaldi? E Crispi?/ MATTINALE 299

Napoli, è ufficiale: revocata la cittadinanza onoraria al generale Cialdini

DALLA SARDEGNA.
QUANDO NELLE DUE SICILIE MATURERA’ QUESTA COSCIENZA STORICA?

” Le motivazioni che hanno portato la Giunta alla scelta di bandire dalla toponomastica i nomi delle strade dedicate ai Savoia, sono sostenute da un’ampia storiografia che dimostra in modo esteso e dettagliato come questi agirono sempre contro gli interessi del popolo sardo e della Sardegna, sino a costruire, con la violenza, l’oppressione e la rapina, un forte sottosviluppo per super sfruttamento.”

 

Cialdini, addio al busto di marmo

Intitolazione Strada a Re Carlo Di Borbone 25 maggio 2016 in SANT’ARPINO (CE)

E quindi oggi, anche se sono passati oltre 150 anni, è il momento di conoscere e ri-conoscere la verità, di iniziare ad introdurla finalmente nelle scuole e di ripeterla nelle strade oltre che nei testi scolastici.
Già questo deve bastare per cancellare i nomi e i busti di coloro che distrussero il meridione; sarebbe opportuno riportare con vigore e orgoglio in auge coloro che invece difesero la gloria dell’antico regno duosiciliano.

Insomma, è arrivato il momento che i sindaci dei comuni del Salento aprano gli occhi per dare un segnale chiaro che accettano di non essere più servi di chissà quali trame nordiche che si perpetuano indenni dal 1861 ad oggi. Che dicano basta a vie, piazze, scuole e busti dedicati a chi appoggiò i distruttori del meridione.
E’ tanto lo sforzo? O dobbiamo ancora sottometterci a credere anche alle barzellette?

Che comunque è scontato che qualcuno ri-dirà … “Avaaanti savoia”!
E certo. Come no!?! Qui nel meridione ci hanno fatto tanto bene. Uhhh quanto!


Qui invece una folta ricerca su Garibaldi che ho racchiuso in una pagina di BelSalento.
Poi, solo per accennarne una, ricordo che i massoni britannici finanziarono i Mille.
Il resto delle mie ricerche su Garibaldi le potete leggere qui sotto nel link – che in pochi anni ha raggiunto la discreta cifra di 5k di condivisioni; segno che la conoscenza e la fruizione culturale di BelSalento sta dando molti frutti.

Da Garibaldi ai massoni agli inglesi ai Savoia. Viaggio dal 1861 alla mafia di oggi

Da Garibaldi ai massoni agli inglesi ai Savoia. Viaggio dal 1861 alla mafia di oggi

E poi : cosa vogliamo aspettare ancora a riprenderci la nostra identità? Quella che è stata polverizzata quasi per intero quando azzerarono ogni gloria del sud Italia con la scusa del “Risorgimento”. E poi da cosa dovevamo risorgere, se stavamo meglio prima che arrivasse Garibaldi?
I SINDACI DEL SALENTO SONO DACCORDO? 
O NO?

Ps. Per poter diffondere la reale storia del Salento pre e post risorgimentale, le mie ricerche ritengo possano essere molto utili in quanto ho cercato di essere meticoloso nell’elenco delle fonti (certe) che ho allegato ad ogni pagina dedicata a “Borbone e Risorgimento“. Pertanto vorrei portare in stampa queste pagine sul “Risorgimento” e la storia dei Borbone qui nel Salento;  naturalmente assieme all’intero sito, che solo su internet raccoglie oltre 800 pagine di arte, ambiente, storia e cultura del Salento dalla preistoria ad oggi … Ma questo progetto culturale del nostro BelSalento potrò farlo appena riuscirò a trovare i fondi per divulgare un cartaceo degno del caso. Quindi spero che ciò si possa realizzare così come mi auguro che i Sindaci salentini diventino sensibili al tema meridionalista e agiscano con la ragione e non con i diktat calati dall’alto.


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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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