Grotta del Cavallo e la Grotta di Serra la Cicora

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

preistoria

grottadiUluzzo1GROTTA DEL CAVALLO,
Baia di Uluzzo – Nardò, pietra incisa con motivo antropomorfo (Paleolitico Superiore)

L’Homo Sapiens arrivò in Europa proprio dalla Puglia, dal Salento (circa 40mila anni fa). I suoi resti sono stati trovati nel novembre 2011, nella Grotta del Cavallo, in Salento, e analizzati dall’Unità Radiocarbonio di Oxford. … un viaggio da 40-30.000 a 7.000 anni fa / Marina di Nardò  /  Baia di Uluzzo

In uno dei tratti della costa salentina meno feriti dalla cementificazione selvaggia il mare lambisce un territorio di arcana bellezza, in cui grotte e ripari rappresentano altrettanti scrigni colmi di importanti ed insostituibili tesori archeologici.
Grotta del cavallo, grotte di Serra la Cicora A, B e C, pianoro di Serra la Cicora, ecco alcuni dei siti archeologici presenti in quest’area celebrati dalla letteratura paletnologica.

Grotta del Cavallo 31.000 anni fa. Due specie umane si confrontano in una Baia di Uluzzo irriconoscibile, bassi alberi ricoprono le falesie popolate da cervi e daini, di fronte alla grotta una vasta pianura. Homo sapiens neanthertalensis, che già da cinquantamila anni quale unico rappresentante della genia umana, abita queste terre, sta per ritirarsi definitivamente dalla scena evolutiva ma non prima di lasciarci l’ultima testimonianza della sua esperienza applicata alle attività giornaliere: l’uluzziano, la prima cultura del Paleolitico Superiore, ci appare oggi come la fusione tra l’esperienza del neanthertalensis, profondo conoscitore del territorio, e le innovazioni tecnologiche apportate dal sapiens sapiens. Nuove catene operative, una vera e propria rivoluzione industriale che Homo sapiens sapiens ha portato con sè durante il suo lungo esodo dal Vicino Oriente e trasmette ora ai neandertaliani in cambio della loro vasta esperienza.

Pianoro di Serra la Cicora 7.000 anni fa. Popolazioni alloctone, provenienti ancora una volta dal Vicino Oriente, sono portatrici di una nuova cultura. È l’alba di una nuova era: la ceramica costituisce, per la prima volta, parte insostituibile della suppellettile di questi uomini che fanno dell’agricoltura una nuova e vincente strategia economica. Il loro insediamento, posizionato sulla sommità del pianoro di Serra la Cicora, domina la costa antistante dove numerose risorgenze carsiche costituiscono una preziosa fonte di approvvigionamento idrico.
Lontani episodi della storia umana, fragili e preziose testimonianze miracolosamente arrivate sino a noi. Le conserveremo per le future generazioni o le nasconderemo per sempre in una bara di cemento? All’uomo, artefice del proprio destino, l’improcrastinabile decisione

di Giovanni Greco


Mexico City, Mexico --- Diorama of prehistoric hunter-gatherers making stone tools and butchering a recent kill. --- Image by © Gianni Dagli Orti/CORBIS

Un diorama che mostra antichi cacciatori-raccoglitori mentre fabbricano strumenti di pietra in un riparo roccioso. Fotografia di Gianni Dagli Orti/Corbis

Sono state scoperte in Puglia le più antiche testimonianze dell’uomo moderno in Europa. La Grotta del Cavallo già 45 mila anni fa era frequentata dai primi sapiens europei, e non dai Neandertal come si era creduto finora.

Un team di ricercatori, guidato da Stefano Benazzi del Dipartimento di Antropologia dell’Università di Vienna, ha riesaminato due molari scoperti negli anni Sessanta nella Grotta del Cavallo, una cavità carsica che si affaccia sulla Baia di Uluzzo, in Puglia. Lo studio della morfologia dei due denti, effettuato attraverso una microtomografia computerizzata, ha rivelato che essi appartengono a Homo sapiens e non sono quindi neandertaliani, come si era invece sempre creduto.

I ricercatori hanno inoltre sottoposto alcune conchiglie ornamentali, ritrovate insieme ai due molari, a una nuova datazione al radiocarbonio, utilizzando una nuova metodologia messa a punto dall’Oxford Radiocarbon Accelerator Unit. I risultati ottenuti hanno svelato che i due denti hanno 45 mila anni. I resti fossili della Grotta del Cavallo rappresentano quindi i più antichi resti di Homo sapiens in Europa. La ricerca, pubblicata sulla rivista Nature, ha coinvolto ben 13 università e istituzioni europee, tra le quali anche l’Università di Pisa e l’Università di Siena.

L’Uluzziano della Grotta del Cavallo

Questi resti fossili, ritrovati insieme ad alcuni manufatti di tipo uluzziano, furono inizialmente attribuiti a Homo neanderthalensis. L’Uluzziano, che per questo motivo è stato a lungo associato agli ultimi neandertaliani, è una particolare cultura materiale che viene definita “complesso di transizione” e risale cronologicamente al passaggio avvenuto circa 40 mila anni fa dal Paleolitico Medio al Paleolitico Superiore. È un periodo in cui si assiste, in Europa, alla scomparsa dei Neandertal e alla diffusione dei sapiens in tutto il continente.

Secondo molti studiosi l’Uluzziano, in cui compaiono elementi di innovazione come strumenti in osso, oggetti ornamentali e decorativi, rappresenterebbe la prova diretta che gli ultimi Neandertal europei avrebbero raggiunto elevate capacità cognitive e assunto comportamenti simbolici del tutto simili a quelli dell’uomo moderno, ben prima però dell’arrivo dei sapiens in Europa e in maniera indipendente.
Lo studio dei due molari ribalta completamente questa teoria e dimostra invece che la cultura uluzziana della Grotta del Cavallo non è un’espressione degli ultimi Neandertal, ma al contrario, fu prodotta dai primi sapiens d’Europa.

cfr :
http://www.nationalgeographic.it/scienza/2011/11/04/news/homo_sapiens_puglia_nature-639248/


Video di Carlo Mazzotta

Una delle località più più importanti nel Salento per quanto riguarda l’archeologia preistorica, come testimoniano i ritrovameti nella grotta del Cavallo. dicembre 2010, Torre Uluzzo di Carlo Mazzotta per ACMEmaps, www.acmelab.it – ACMEmaps è un progetto nato nei laboratori di ACMElab nell’ agosto 2010. L’intento è quello di documentare visivamente ed acusticamente luoghi di particolare interesse paesaggistico: micro-documentari di pochi minuti per raccontare attraverso l’uso di sole immagini e suoni le bellezze naturalistiche del territorio.
Oltre al carattere puramente documentaristico, le finalità del progetto sono quelle di far conoscere il paesaggio per tutelarne le originarie caratteristiche ambientali, auspicando uno sviluppo turistico responsabile e sostenibile.

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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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i miei viaggi in Europa dal 1996 al 2014 – Giovanni Greco

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Se la conoscenza può creare dei problemi, non è con l’ignoranza che possiamo risolverli (Isaac Asimov)

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a cura di Giovanni Greco

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