GLI EQUINOZI NELLE VARIE CIVILTA’

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

Gli Equinozi nelle varie civiltà

Un rito di passaggio, noto e celebrato fin dall’antichità, che da un punto di vista strettamente scientifico consiste in una particolare orbita della Terra rispetto al Sole, con quest’ultimo a picco sull’Equatore e sull’orizzonte al Polo Nord al Polo Sud. Una posizione che nell’emisfero settentrionale prende il nome di punto vernale (o punto dell’Ariete o punto gamma) e che corrisponde a un ben preciso istante, dunque non a un giorno intero. All’equinozio, inteso come giorno di calendario, il Sole sorge quasi esattamente a est e tramonta quasi esattamente a ovest, mentre giorno e notte hanno durata identica (equi-nox, notte uguale al giorno), di 12 ore. Una credenza, quest’ultima, che però non è propriamente esatta: per effetto della rifrazione atmosferica, del semidiametro e della parallasse solare, in realtà la luce eccede il buio. Con l’equinozio di primavera la durata del giorno sarà maggiore di quella della notte, proprio perché il percorso del sole si sviluppa sopra l’equatore celeste. Finisce quindi l’inverno e inizia la primavera; mentre nell’emisfero australe finisce l’estate e ha inizio l’autunno.
In questo giorno il Sole passa allo zenit all’equatore e la giornata dura esattamente 12 ore in tutto. L’equinozio, oltre che dalla durata del giorno e della notte, può essere riconosciuto con una semplicissima esperienza di gnomonica : osservate l’ombra di un chiodo infisso su un muro esposto al Sole. Il vertice dell’ombra, durante ogni giorno dell’anno, disegna una curva che, agli equinozi, diventa una retta. Questa retta e almeno le due curve giornaliere dei solstizi sono generalmente presenti su i quadranti degli orologi solari.

Questi momenti di passaggio segnano sempre un punto di svolta e dimostrano che noi siamo parte di qualcosa di grandioso, di eterno, di Divino. Si rinasce con la Natura e ci si fonde con la Madre Terra, la si celebra e si gioisce della Vita che sboccia e che si manifesta in tutte le sue forme. Ora il giorno e la notte sono perfettamente in equilibrio ed uguali in lunghezza, e la forza del sole sta crescendo. Ricordiamo che la parola equinozio deriva dal latino “equus nox”, ovvero “uguale notte”. E’ il momento in cui la Natura tutta reca si rinnova e si risveglio, dopo l’inverno. Rappresenta quindi, una sorta di capodanno. Un momento da festeggiare, dunque, con il buio che cede il passo alla luce.


Gli Equinozi sono sempre stati celebrati nelle culture di tutto il mondo e sin dall’antichità, infatti, in tutto il mondo è associato al concetto della rinascita, caratterizzata dal risveglio di piante e animali. Gli Antichi celebravano con feste e riti questi momenti dell’Eterna Trasformazione di questa ricorrenza della Natura. Molto interessanti sono i riti dei Maya, del culto Buddista in Giappone mentre l’Iran festeggia in questo giorno l’inizio dell’anno. L’equinozio di Primavera, festa di Oestara, Alban Eiler (“Luce della Terra”), veniva festeggiato il 21 di Marzo, momento in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio.
Anche questo giorno è stato in parte assorbito dalla chiesa cristiana ed associato a due giorni santi cristiani : la festività dell’annunciazione della Vergine benedetta Maria (25 marzo) e la Pasqua. La parola “Pasqua” ha la sua origine nel nome della Dea germanica antica della fertilità e della Primavera, Eostre, Oestara o Ostara. Il giorno di festa dedicato ad Ostara era lunare piuttosto che solare e tradizionalmente è stato celebrato dagli antichi sulla prima luna piena dopo l’equinozio di primavera. Al contrario, il giorno santo cristiano di Pasqua è celebrato la prima domenica che segue l’equinozio di Primavera. Per porre una distanza di sicurezza tra il giorno della signora del Giorno e Eostre, la chiesa ha stipulato che se la domenica di Pasqua effettivamente cade in luna piena, (Pasqua) sara’ celebrata la seguente domenica.
NELLA ROMA ANTICA, l’anno aveva inizio proprio nel mese di marzo, dedicato a Marte, padre dei gemelli fondatori della città. L’Equinozio di primavera celebra il ritorno della primavera e della vita, l’ascesa della Dea dagli Inferi, celebra la fertilità della terra ed ha un particolare valore soprattutto nel paganesimo dell’area mediterranea dove già all’equinozio il ritorno della bella stagione e il rinnovarsi della natura è evidente. L’Equinozio di Primavera segna proprio il momento dell’unione in un simbolismo cosmico, legato al risveglio della Natura; a ciò si ricollega il tema del matrimonio fra una divinità maschile, appartenente alla sfera solare, ed una femminile, legata alla Terra o alla luna. Il Dio Sole si accoppia, infatti, con la Giovane Dea Terra. In questo giorno venivano accesi dei fuochi rituali sulle colline e, secondo la tradizione, più a lungo rimanevano accesi, più fruttifera sarebbe stata la terra. In questo girono venivano, solitamente irrigati i campi.
RITO DEI DRUIDI I Druidi, sfruttando la corrispondenza perfetta tra ore solari e ore notturne, celebravano i loro Riti. Nel Libro degli Incantesimi (Inghilterra X sec) è descritto il rito per la fertilità dei campi da praticare il giorno dell’equinozio di primavera. Prima dell’alba, prendere quattro zolle dai quattro lati della terra e segnate il punto dove si trovano, prendete olio, miele, lievito e latte e un pezzo di ogni tipo di albero che cresce sulla terra, un parte di ogni erba, versate su di essi la rugiada lunare e poi lasciare gocciolare tre volte sulle zolle, cantando: “Crescete e moltiplicatevi e riempite la Terra”. La cerimonia si conclude durante il tramonto del sole: rimettendo al loro posto le zolle ci si volge verso Est, ci si inchina tre volte e si recita:

“Prego la Terra e i cieli sopra di noi
e la potenza del cielo e la sua alta dimora
affinché la mia bocca pronunci questo incantesimo,
frutto di un saldo pensiero;
che le messi crescano per i nostri bisogni terreni,
che la terra sia ubertosa
e che i campi verdi siano bellissimi”

LE TRADIZIONI CLASSICHE ESOTERICHE

L’equinozio di Primavera, festa di Oestara, Alban Eiler (“Luce della Terra”), veniva festeggiato il 21 di Marzo, momento in cui giorno e notte sono in perfetto equilibrio. Ricordiamo che la parola equinozio deriva dal latino “equus nox”, ovvero “uguale notte”. Per le sue grandi valenze simboliche in molte culture del passato l’equinozio assumeva valenze esoteriche e venivano celebrati al suo arrivo riti “misterici“ e segreti. l’Equinozio è il giorno in cui la Wicca commemora la discesa della giovane Dea nel mondo sotterraneo e il suo ritorno trionfante alla superficie della terra, portando con sé i doni della luce, del calore e della fertilità per tutta l’umanità, e cio’ fa pensare alle Dee Persephone, Kore, Blodeuwedd, Eostre, Aphrodite, Athena, Cybele, Gaia, Hera, Iside, Ishtar, Minerva e Venere. Oestaria – Ostaria EQUINOZIO DI PRIMAVERA era il Festival della Primavera e resurrezione, in cui la Dea è desta e il Dio è sul trono della mezzaluna. In questo momento si piantavano semi e si intrecciavano tessere per simbleggiare l’unione della Dea con il Dio. Si danzava attorno al Maypole un palo decorato con biancospino.

IL TRIFOGLIO E’ LA PIANTA SACRA DELL’EQUINOZIO DI PRIMAVERA

 Approfondimenti botanici: Trifoglio, pianta sacra dell’equinozio di Primavera

di Beatrice Ramirez
Il trifoglio, di cui fanno parte circa 300 specie, è una piccola erbacea perenne appartenente alla famiglia delle fabacee. Molto comune in tutto l’areale europeo, soprattutto nelle regioni settentrionali, perché, avendo un apparato radicale superficiale, mal sopporta i periodi di siccità. Il suo legame con l’equinozio di primavera si deve ai druidi (sacerdoti di origine celtica) che associavano la forma tripartita della sue foglie a “Triskell”, la ruota sacra, emblema della triplice manifestazione della primavera (primi segnali in corrispondenza della nostra Candelora, inizio vero proprio con l’equinozio e pienezza in corrispondenza di Calendimaggio), dello scorrere delle stagioni, delle età dell’ uomo, delle forze della natura, delle tre fasi del sole, della dea madre e del mondo.
Il suo significato è  stato trasferito alla cristianità a opera di San Patrizio che nel V secolo dopo Cristo ha utilizzato il trifoglio per spiegare la Trinità: lo stelo rappresenta  l’uno e  la foglia tripartita la sua triplice manifestazione. Questa pianticella, quindi, è  divenuta il simbolo della verde Irlanda, e ancor oggi se ne adornano giacche e cappelli per la festa del Santo che cade il 17 di marzo, proprio in periodo equinoziale. Ma il suo simbolismo non si limita al mondo celtico e nord europeo; Plinio la descriveva come pianta magica, “perché  nessun serpente la toccava“, da qui la credenza che potesse curarne il morso. Nell’architettura gotica la ritroviamo come fregio di cuspidi e finestre in molte cattedrali, come ad esempio nel duomo di Milano, e le finestre piombate di epoca medievale ci ricordano la sua forma. Una leggenda narra, inoltre, che di trifoglio era fatto il cuscino di Gesù bambino nella grotta di Betlemme. Le notizie del suo utilizzo in agricoltura risalgono all’ XI secolo; pianta foraggiera per eccellenza e  indispensabile nella rotazione delle colture per la proprietà di questa leguminosa di fissare nel terreno l’azoto presente nell’atmosfera. Fra le sue proprietà  medicamentose, ricordiamo che è un antinfiammatorio e che in fitoterapia viene usato in caso di ansia e insonnia.CONDIVISO DA
http://www.abbadianews.it/approfondimenti-botanici-trifoglio-pianta-sacra-dellequinozio-di-primavera/

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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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i miei viaggi in Europa dal 1996 al 2014 – Giovanni Greco

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