Giovanni Grasso da Casole

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a cura del dott Giovanni Greco, Francesco De Cillis e Rita Paianomedioevo

Giovanni Grasso

Poeta italobizantino del sec. XIII, Giovanni Grasso è stato uno dei 4 poeti della scuola di poesia dell’abbazia di San Nicola di Casole presso Otranto, i cui esponenti più importanti, oltre a lui, furono Nicola Nettario (il fondatore),  Giorgio di Gallipoli e Nicola di Giovanni da Otranto. Fu protonotario e maestro imperiale (1219-36), funzionario di cancelleria di Federico II; sottoscrisse inoltre il testamento di Federico II il 10 dicembre 1250.

Conosceva perfettamente il greco e il latino, come dimostrano le annotazioni presenti in un manoscritto contenente l’opera dello storico Diodoro Siculo che appartenne a G. (Parigi, Bibl. nationale, Gr. 1665, cc. 146r, 219v, 253v, 255r). Giorgio Bardanes riferisce che G. gli aveva prestato l’Odissea e forse anche l’Iliade (epistole 7, 8, 9, ed. Hoeck-Loenertz).

Il Cancelliere Aulico ricevuto da Federico II, Re di Sicilia, a palazzo della Favara di Palermo con letterati, artisti e studiosi siciliani.

Giovanni Grasso ha scritto almeno quattordici documenti collocabili tra il 24 dic. 1239 e l’11 giugno 1240; si conservano, inoltre, il testo del giuramento pronunciato da G. quando prese possesso dell’importante carica di raccoglitore delle petizioni rivolte all’imperatore e l’elenco preciso delle funzioni da lui svolte nell’ambito di questo incarico. Il 10 dic. 1250 sottoscrisse il testamento di Federico II, in qualità di testimone e fidelis dell’imperatore. Secondo il racconto del cronista inglese Matthew Paris († 1259) l’imperatore, sentendosi in punto di morte, volle indossare l’abito cistercense e dettare le sue ultime volontà, alla presenza dei massimi rappresentanti dell’Impero.

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Nello stesso anno 1250 G. aveva redatto in greco delle lettere di Federico al duca dell’Epiro Manuele Comneno e al genero, l’imperatore di Nicea Giovanni III Comneno duca di Vatatzes. Inoltre, nel Codice diplomatico brindisino sono registrati tre documenti, rispettivamente degli anni 1224, 1243 e 1261, in cui compare un “Iohannes Grassus, filius Guarini Grassi” che potrebbe essere identificato con Giovanni da Otranto.

Sia Giovanni Grasso, sia Giorgio di Gallipoli scrissero versi sull’assedio di Parma. Pizzi afferma che, con molta probabilità, i due poeti fecero parte del seguito dell’imperatore durante il celebre assedio del 1247.

GIOVANNI GRASSO PER LA MORTE DI NICOLA NETTARIO
“Soffro la pena di Tantalo* perché tu non sei più con noi, bel Nicola, che versasti il nettare nelle parole e nei costumi, e perché non riesco a godere pienamente dei tuoi scritti che fanno cessare gli affanni e sono dolcissimi, più dolci del miele dell’Imetto*, o caro”.

*Tantalo: Il modo di dire “Supplizio di Tantalo” si usa quando si vuole spiegare lo stato d’animo di qualcuno che desidera moltissimo qualcosa, ma non la può avere.
Tantalo appartiene alla mitologia greca, era il re di Sipilo, figlio di Zeus e per questo veniva invitato alla mensa degli dei. Un giorno se ne approfittò e rubò il nettare e l’ambrosia, fonti dell’immortalità, causando l’ira e la punizione degli dei, che lo incatenarono a un albero di frutta vicino a una fonte d’acqua fresca.
Appena lo sfortunato si avvicinava ai frutti e all’acqua, questi si ritraevano impedendogli per sempre di mangiare e bere.

L’Imetto è un massiccio montuoso della Grecia, nell’Attica, a sudest di Atene. Giovanni Grasso, di Otranto, notaio di Federico II ed esponente di spicco della Scuola Poetica Idruntina che faceva capo all’Igumeno Nicola di Otranto e aveva la sede in San Nicola di Casole. I tempi più fulgidi per l’Abbazia e la stessa Otranto, culturalmente parlando!

Cfr : https://www.facebook.com/oltrelabbaziadisannicoladicasole/


Fu notaio imperiale βασιλικòς νοταριος negli anni 1219-1236 ed era βασιλικòς γραμματκòς quando compose sotto la tenda nel 1247 la poesia sul tradimento di Parma e sul trionfo di Federico: da una lettera di Giorgio Bardanes apprendiamo che il nostro Giovanni prole delle Muse e figlio della sapienza scrisse altri carmi in onore di quel Federico che era stato servito anche da Nettario. […..] Tale sua produzione è andata perduta: dei suoi sentimenti di fedeltà a Federico II resta solo il carme su Parma: un carme politico, attuale, vibrante di energico ghibellinismo e ridondante di sapienza tecnica, scritto durante lo stesso assedio e inviato al figlio, Nicola di Otranto, mite poeta, terzo della scuola otrantina, quasi a trasmettere l’eredità del suo credo politico.

Alla cancelleria di Federico II viene riportato il nostro poeta dalla notizia che egli fu anche, per un certo periodo … sovrintendente alla ricezione delle petizioni dirette all’imperatore. A lui, Elicona di miracoli delle Muse e protonotaio, Giorgio di Gallipoli affida il suo lungo carme su Roma che si rivolge all’imperatore invitandolo a sollecitare la benevolenza di Federico II perché traduca in realtà la preghiera di Roma. Alla corte di Federico II redasse almeno quindici documenti (1239-1240) e sottoscrisse il testamento dell’imperatore il 10 dicembre 1250. Ma è, soprattutto, molto probabile che il nostro Giovanni sia stato il redattore delle lettere greche inviate nel 1250 da Federico II a Michele Angelo Comneno Duca di Epiro e all’imperatore Niceta Givanni Vatatzes.

Come Nettario, il notaio Giovanni ebbe anche interessi filosofici. Fu infatti autore di un’opera dal titolo ….Un’altra opera non pervenuta gli è attribuita da Giorgio Bardanes, i Pyrrhonia […..]

Le poesie che ci sono giunte oltre a quelle già menzionate per Nettario e per la defezione di Parma sono raggruppabili in due nuclei: sacro e profano. Al primo appartengono gli epigrammi II-VIII. La sua vena di notaio appartenente alla chiesa greca si nutre dell’Antico e Nuovo testamento e di testi agiografici. […..]

Il secondo nucleo delle poesie è profano (IX-XII). Queste poesie mostrano la familiarità di Giovanni con i classici: sappiamo da Giorgio Bardanes che egli disponeva anche di una biblioteca greca privata.”

(M. Gigante 1985, 43-48)

Un’icona del viaggio miracoloso della Portaitissa sull’acqua al Monte Athos

L’abbazia di San Nicola di Casole

A Parma il più antico manoscritto della lingua salentina del 1072 con caratteri ebraici


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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco

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