Donato da Nicola Cozzi il Giglio borbonico a Giovanni Greco, amministratore della pagina web e del gruppo “BelSalento”

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jhgfghjklkjDonato da Nicola Cozzi il Giglio borbonico a Giovanni Greco, amministratore della pagina web e del gruppo “BelSalento”

di Nicola Cozzi
“Donata a Giovanni Greco con sentimento di condivisione per la “reale” storia della famiglia Reale dei Borbone delle Due Sicilie e per riconoscimento del suo lodevole impegno nella ricerca della nostra storia nell’antichissima Patria NAPOLITANA e DUOSICILIANA !!! Aggiungo che fu benedetta durante la cerimonia commemorativa della storica benedizione della bandiera Due Sicilie nella Reale basilica pontificia della Madonna del Pozzo di Capurso (BA) (co-patrona del regno delle Due Sicilie insieme a San Francesco da Paola e San Gennaro)”.di Giovanni Greco Genau
è stato un grandissimo onore per me ricevere questo dono, una bandiera molto particolare quella, che nella sua semplice umiltà è stata presente in tante importanti rievocazioni, e che ha già unito tanti meridionali. Grazie Nicola Cozzi, mi hai regalato un sogno. Da voi lei passa a me. E io sarò un geloso e virtuoso custode di quel giglio, che mi comunica amore. E per confermare la storia del passato glorioso del RDS le saprò rendere onore. Viva re Carlo di Borbone”.


E’ più che palese che l’identità territoriale è ciò che caratterizza ogni terra, ogni paese; indubbiamente non si può non parlare di identità territoriale nei luoghi storici del meridione, che è stata una realtà “borbonica”, ossia terra che fu il regno della dinastia che vi ha regnato per quasi mille anni. Per circa dieci secoli nel meridione, ha sventolato una bandiera che in tutto quel tempo ha unito le genti italiche affacciate al Mediterraneo, ed ha espresso la nostra identità territoriale; quella del Regno delle Due Sicilie, e dei Borbone appunto.
Quell’antico Regno -la più longeva delle monarchie europee- si concluse nel 1861 con l’occupazione piemontese – In realtà fu una rapina, uno stupro, una colonizzazione ed una gognia … della quale oggi ne documentiamo abbondantemente le “atrocità”. E da quel momento per il meridione, ebbe inizio un declino che fu bollato con le lombrosiane affermazioni di “terra del brigantaggio”, “terra di fannulloni, “questione meridionale” e tutti i luoghi comuni utili a impedire la conoscenza storica e a frenare ogni forma di riscatto per l’intero Sud.
Detto questo, resta da ribadire che invece oggi più che mai, sostenere che quella bandiera non ha più alcun valore, è un vero oltraggio alla nostra storia, al nostro glorioso passato ed è soprattutto un controsenso, inaccettabile tra l’altro, perchè proprio il nostro Giglio, rappresenta esattamente l’identità del nostro territorio. Ed ha molto valore parlarne, farla conoscere e farla apprezzare, perchè in quella bandiera si contemplano le glorie del passato – che qualcuno vuole che si dimentichino – e che invece furono davvero tante. L’elenco dei primati che quella bandiera trasporta è sorprendentemente vasto.
E solo per questi motivi è più che giusto dar valore ad essa.
Per questi motivi è giusto parlarne.
Tra l’altro siamo nel III millennio!
E se ancora oggi 2017 qualcuno ha paura di quel passato,
se ancora oggi qualcuno teme che si conosca la storia,
se ancora oggi qualcuno rinnega le proprie origini …
beh questa gente è concretamente poco gentile, per nulla umile e dissacratoria, perchè teme che la conoscenza renda liberi.
Evidentemente qualcuno tenta ancora di sostenere che non ci fu alcuna rapina, nessuno stupro, nessuna colonizzazione e nessuna gognia.
Evidentemente la verità fa male …
ed evidentemente la verità fa più male a chi il male fa.

Giovanni Greco

In occasione del Convegno “NoTappermettere, né moi né mai”, Cavallino (Le) 10 giugno 2017, coordinato da Monica Lippolis, con Associazione Briganti, Pino Aprile, Luigi Russo, Giuseppe Serravezza, Fabio Tarantino, Agostino De Luca, Saverio De Bonis e Crocifisso Aloisi.

“NoTappermettere, né moi né mai”, Ass Briganti, Pino Aprile – Cavallino 10/6/2017 – BelSalento

con Giovanni Greco, Leon Galiot, Vito Mazzilli, Nicola Cozzi, Crocifisso Aloisi, Monica Lippolis

Alcuni momenti della benedizione della bandiera Due Sicilie durante la cerimonia commemorativa nella Reale basilica pontificia della Madonna del Pozzo di Capurso (BA).

https://www.facebook.com/Regno.di.Napoli.e.delle.Due.Sicilie/photos/a.442802088310.238285.19671313310/10152364220973311/?type=3&theater

Qui alcune utili informazioni sulla Reale basilica pontificia della Madonna del Pozzo di Capurso (BA)
REGNO delle DUE SICILIE
REALE BASILICA dedicata alla Madonna
CAPURSO – Bari , Puglia

Santa Maria del Pozzo-Madre e Regina di Misericordia, anche chiamata dai fedeli Madonna del Pozzo, Maria Santissima del Pozzo, Vergine del Pozzo, è uno degli appellativi con cui la Chiesa cattolica e le Chiese che riconoscono il culto dei Santi venerano Maria, madre di Gesù.

La Madonna del Pozzo è protettrice principale e patrona di Capurso in provincia di Bari. A lei è dedicata la “Reale Basilica” costruita nel 1770 e la “Cappella del Pozzo” sita al Piscino nella periferia di Capurso. La solennità di Santa Maria del Pozzo ricorre l’ultima domenica d’agosto. Si festeggia anche il 20 maggio, data in cui nel 1852 l’icona della Madonna del Pozzo fu solennemente incoronata dal cardinale Mario Mattei.

Nella memoria storica e popolare si ricordano le due visite di Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie. La prima, vide il Re con il suo seguito a Capurso durante un viaggio in Puglia l’8 maggio 1831. La seconda, voluta ed organizzata con la presenza di tutta la Famiglia Reale, il 25 maggio 1847, la visita ufficiale ebbe come momento culminante la preghiera dei Sovrani ai piedi della Madonna del Pozzo. La terza visita programmata per la solenne incoronazione del 1852 non ebbe luogo perché a Napoli erano ospiti gli Imperiali Principi di Russia. I frati alcantarini realizzarono in ricordo delle reali visite una grande lapide, che ancora oggi si può visitare nella sacrestia del Santuario. Ricordiamo la grande devozione della regina Maria Isabella, madre di Ferdinando II, verso la Madonna del Pozzo.
La Regina Maria Isabella oltre ai molti donativi offerti, praticava il novenario di preparazione alla festa dell’ultima domenica d’agosto. Di sua iniziativa la realizzazione nella cappella di San Giuseppe di un ricco altare e una nicchia marmorea per la Madonna del Pozzo, che papa Pio IX volle rendere ancora più celebre donando un grosso cero ricoperto di motivi floreali. La Madonna del Pozzo di Capurso è co-patrona dell’ex Regno delle Due Sicilie.


Per chi vuole approfondire :

Il 30 agosto 1705 è la data in cui il sacerdote don Domenico Tanzella, dopo essere guarito da grave malattia che lo costringeva a letto bevendo l’acqua del pozzo di “Santa Maria”, scendendo nella cavità del pozzo del Piscino trovò sulla parete che volgeva a mezzogiorno un’icona bizantina della Santa Vergine.

Nella difficoltà della discesa con una scala a pioli le candele di cui erano dotati il Tanzella e altri tre amici caddero in pozze di acqua ma continuarono ad ardere, dopo aver pregato il sacerdote decise di staccare l’immagine della Vergine per portarla a Capurso ed esporla a pubblica venerazione, ma ecco un altro prodigio, miracolosamente il dipinto si distaccò dalla parete del pozzo e si portò tra le sue braccia.
Rientrato a Capurso don Domenico espose l’icona nell’erigenda cappella patronale dei Tanzella dedicata a san Lorenzo Martire. Sarebbero stati registrati numerosi miracoli, tra gli altri quello di una certa Caterina, storpia da molti anni, moglie di Lorenzo Maffiola.
La Madonna le sarebbe apparsa in sogno e le avrebbe detto che se voleva guarire doveva recarsi nella nuova cappella del Tanzella e avrebbe ricevuto la grazia.

Il giorno successivo Caterina si trascinò là e con calde lacrime implorò la guarigione. Improvvisamente avrebbe sentito un brivido e un vigore mai sentito prima, provò a camminare e ci riuscì. La gioia esplose incontenibile e con lei quella dei presenti. Alla notizia di questo nuovo miracolo cominciarono ad affluire a Capurso curiosi e pellegrini, sempre più numerosi, da paesi vicini e lontani, a piedi e con ogni mezzo disponibile all’epoca, cantando inni popolari spontanei che glorificano Maria ancora oggi nella festa dell’ultima domenica d’agosto. Tutti volevano toccare e venerare la miracolosa icona di Santa Maria trovata nel pozzo, si era nel gennaio del 1706. Da questo ritrovamento e da questi fatti si avvierà il culto della Madonna del Pozzo.

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a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco

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