Domenica delle Palme nel Salento : riti, misteri e tradizioni

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

Domenica delle Palme nel Salento : riti, misteri e tradizioni

ulivo-700-x-395 Sono molte iniziative benefiche legate alla giornata della celebrazione della domenica delle Palme ed è possibile che i ramoscelli di ulivo siano dati in offerta, da gruppi scout, per sostenere le loro iniziative. La domenica delle Palme del 2016 ha parlato pugliese in piazza San Pietro. Non solo ulivi, ma anche altre specie floreali, come ad esempio i fiori di pesco per rappresentare la primavera, e comunque per simboleggiare la presenza, in quella piazza, del mondo intero. (foto: fonte rete24.com)

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Nel ricordo di Gesù che è venuto a portare la pace.
Cerchiamo di mettere in pratica questo insegnamento
impegnandoci ad amare il prossimo non a parole,
ma con i fatti.
E’ inutile in questa mattinata affollare le chiese,
se non abbiamo dentro di noi la volontà
di essere portatori di pace…
AUGURI A TUTTI DI PACE E SERENITA’!
Buona Domenica Delle Palme

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LU LAZZARENU

Ingresso Gerus Giotto

Un’antica tradizione tramandata da padre di in figlio che si perde nella notte dei tempi. Durante la notte che precede la Domenica delle Palme, gruppi di cantori girano le vie del paese, armati di fisarmonica chitarra e tamburello, intonando una triste nenia e fermandosi per le case.
Questo canto antico, giunto fino noi tramandato in forma dialettale, rappresenta un’autentica manifestazione di fede in bilico tra sacro e profano, che unisce presente e passato in una cantilena straziante. Il canto eseguito a due voci (lu ertu e lu vasciu) narra della risurrezione di Lazzaro, e poi l’arresto e la Passione del Cristo. Si fa, poi anche cenno al padrone di casa, che svegliato nella notte, ringrazia i cantori, offrendo in genere una piccola offerta in uova, da utilizzare poi per la preparazione de “lu spazzatu”, il piatto pasquale tipico di Sannicola, uno sformato di carne, formaggio e uova, da consumare il giorno di Pasqua e di Pasquetta o per la caratteristica “cuddhrura cu l’ou”, pezzo di pane fresco dalle più svariate forme (la più tipica è quella della “puddhrascia” – “gallina”, contenente un uovo lesso al centro. I De Prezzo una famiglia numerosa originaria di Sannicola, tutti musicisti, x anni hanno portato avanti questa tradizione che oggi un po’si è persa. Nella zona è un’usanza ancora sentita in Aradeo, Cutrofiano, Neviano …
Anna Giaffreda

ASPETTANDO LU LAZZARENU

Notte delle Palme a Sannicola. Canti popolari della tradizione salentina

Lazzarenu Seclì 2014

Questo ramoscello d’ulivo è per te con tutto il mio cuore … Che ti porti serenità e tanto amore …
Vi auguro Pace è serenità … (Franco Longo)

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Oggi, dove predomina il simbolo del ramoscello d’ulivo, mi piace augurare “BUONA DOMENICA” agli amici di questo stupendo gruppo … con una delle foto che amo di più  … 😊😉 Franco Longo

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Nessuna avversità fermerà la mia vita secolare,
seppur insidiata da calamità che tentano di affliggere la mia esistenza.
Mi difenderò con tutte le mie forze,
affinché continui a produrre frutti profumati
che caratterizzano la mia terra ricca di sapori, di colori e di meraviglie ovunque invidiate. Sarò insostituibile,
perché la mia importanza va oltre le tradizioni…..
Sarò riparo per coloro che cercheranno un po’ di riposo e di tranquillità, sotto le mie pesanti “braccia”
e amerò chi mi rispetterà;
non permetterò a nessuno di farmi del male,
perché rappresento il simbolo di pace, di rigenerazione e di fertilità….
E voi, spighe luminose, sarete le mie amiche preferite,
anche se mi terrete compagnia una sola stagione….

pesia di Simona Pacar 🌾🌾🌿🌿🌾🌾

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foto di Walter Macorano

Le processioni del Venerdì Santo

Sono di origine spagnola le processioni del Venerdì Santo, fra cui è da viverepomba_17-1113132209 quella di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi. Le statue dei Misteri, realizzate in cartapesta, vengono portate in processione dalle sette confraternite. Dietro la statua che raffigura la caduta di Cristo si dispongono 50 crociferi che, per penitenza, trascinano sulle spalle, incappucciati e a piedi nudi, pensanti croci costruite in casa con travi di legno e tramandate di padre in figlio. Ogni statua viene poi accompagnata dai pappamusci (dallo spagnolo andar lento), penitenti, che a piedi scalzi e incappucciati si trascinano lentamente per tutta la processione, che termina dopo la mezzanotte. Il giovedì Santo, in coppia, i pappamusci visitano i Sepolcri per le bellissime chiese della città. A Pasqua, poi, grande processione con Cristo Risorto per le vie del paese.

Ma a Francavilla l’attesa della Pasqua inizia sin dal venerdì che precede la domenica delle Palme: il pomeriggio viene portata in processione la statua della Madonna Addolorata, vestita di nero che, tra la commozione generale, va alla ricerca di suo Figlio. Il mercoledì Santo i bambini vanno in giro per le vie della città portando con sé cestini adorni di grano anemico (fatto germogliare al buio) e fiori e ripetendo una domanda in dialetto (ti piace il mio piatto?) (www.comune.francavillafontana.br.it).
La vicina Oria, invece, anticipa tutti i riti, con una breve processione che inizia il primo giovedì di marzo e si protrae fino al giovedì Santo, durante la quale la statua di Cristo morto, adornata di fiori di stoffa bianchi, simbolo della primavera e della Resurrezione, viene portata dalla chiesa delle benedettine alla Cattedrale (www.comune.oria.br.it). La domenica delle Palme, passione vivente a cura degli oltre 200 volontari del gruppo di promozione umana di Oria.
Da Martignano, nel cuore della Grecìa Salentina, arriva invece l’eco dei canti della Passione, intonati nella lingua grika, un dialetto molto simile al greco arrivato nel Salento con i primi coloni greci nell’antichità classica e ulteriormente rinverdito dai monaci bizantini, in fuga dall’Oriente, nel XI secolo per le lotte iconoclaste. Durante la settimana Santa i contadini girano per le case dei borghi o vanno nelle masserie per intonare i canti della Passione, dove si narra con commozione la storia di Gesù. Il canto si conclude spesso con un dono: una puccia (il tipico pane salentino), un po’ di formaggio e, quando si vuole strafare, qualche uovo.
A Calimera, dove, finanziata dall’Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, è molto attiva una scuola di griko per bambini e adulti, il griko viene utilizzato anche per pregare, in attesa della Pasqua. Ma Calimera è famosa anche per il rito della Rinascita. Il lunedì dell’Angelo, infatti, gli abitanti si danno appuntamento davanti alla chiesa di San Vito, fuori paese, tra alberi di ulivo e muretti a secco. Al centro della piccola chiesa si erge una pietra forata, attraverso la quale passano grandi e piccini, ricordando il parto e quindi la rinascita. Attraversare la pietra porta fortuna e fertilità. Si tratta di un rito antichissimo, sicuramente legato al culto di Demetra, la dea Madre. Con il tempo la chiesa cattolica ha inglobato e cristianizzato il rito pagano. La pietra forata è infatti confitta nel terreno. E intorno ad essa è stata costruita la piccola chiesa di San Vito, protettore degli animali. Recenti studi hanno dimostrato che pietre forate come quelle di Calimera si trovano anche in Grecia e Turchia e sono considerate propiziatorie per la fertilità.
A Erchie (www.comune.erchie.br.it) dopo le Tavole di San Giuseppe (il 19 marzo) si festeggia santa Lucia, il secondo giovedì dopo Pasqua (quest’anno l’11 aprile). Nella cittadina vi è infatti un bellissimo santuario, dedicato alla Santa, dove sgorga dalla roccia una fonte con cui i pellegrini sono soliti bagnarsi gli occhi. La città ha stretto un gemellaggio con Siracusa nel nome di santa Lucia. Imperdibile una tappa golosa a Mesagne, in occasione della festa del Carciofo, che inizierà il 14 aprile e durerà ben sette giorni con eventi, convegni e sosta nei ristoranti tipici che offrono menu con ricette a base di carciofo in tutte le sue declinazioni. Il progetto di promozione del carciofo brindisino Igp a cura del Gruppo di azione locale Terra dei Messapi di Mesagne punta a valorizzare l’intera economia della zona partendo dalla tipicità.
Il territorio del Gal, dove vivono 130 mila persone, pari al 30 per cento della popolazione della provincia di Brindisi, è ricco di arte, storia e tradizioni agricole. I turisti potranno visitare importanti siti archeologici come quello di Mesagne dove si leggono le testimonianze dell’antica civiltà messapica, scoprire i percorsi naturalistici tra gli alberi di ulivo secolari e la campagna e sperimentare gli itinerari golosi dal carciofo brindisino Igp al negroamaro, il vitigno autoctono che più di altri identifica e rappresenta il Salento e che grandi aziende e cooperative vitivinicole imbottigliano e promuovono con successo nei mercati internazionali.
In attesa di assistere ai riti pasquali, di giorno ci si può lasciare rapire dalla bellezza dei paesaggi e degli orizzonti, tra mare, cielo e terra a Portoselvaggio, sul Mar Jonio (www.comune.nardo.le.it). Poco distante, a Santa Maria al Bagno, si può visitare il museo della Memoria e dell’Accoglienza: qui ha vissuto una comunità ebraica che, dopo la seconda Guerra Mondiale, venne ospitata dalle Forze Alleate prima di raggiungere Israele. Bellissimo poi, il centro barocco di Nardò. Sulla costa Adriatica ci si può lasciare guidare dagli amici dell’Associazione degli operatori turistici di Vignacastrisi (www.vignacastrisi.it), che propongono tutti i sabati escursioni tra muretti a secco e ulivi selvatici a piedi o in bicicletta lungo i sentieri di campagna. All’arrivo ci si lascia incantare dal borgo di Castro che, degradando dolcemente verso il mare, sembra un piccolo presepe incantato (www.comune.castro.le.it).
Percorrendo i circa 50 gradini si può visitare la grotta naturale Zinzulusa, abitata sin dalla preistoria e di grande interesse naturalistico perché ci vivono ancora i gamberi ciechi di origine preistorica. Da non perdere una visita nel borgo medievale. Tra il castello, la chiesa bizantina e romanica e le antiche megalitiche mura messapiche, ci si può affacciare dalla piazza principale, un vero e proprio balcone sul mare: luoghi dove, mentre il vento accarezza i capelli, l’Anima respira libertà.
Info: www.mediterraneantourism.it
— ~ —
La tradizione cattolica vuole che la domenica delle Palme avvenga uno scambio di ramoscelli d’ulivo e di auguri in segno di pace, gioia e serenità.
  • La palma benedetta, buone novelle aspetta. Tanti auguri!
  • Buone Palme a tutti voi e ricordate: la domenica dell’olivo tutti gli uccelli hanno il nido, e la merla furbarella l’ha per aria e l’ha per terra; ma il colombo sciagurato non l’ha ancora cominciato.
  • La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di loro.
  • Tanti auguri per una felice domenica delle Palme da tutti noi.
  • Che la domenica delle Palme porti tanta pace e serenità nella sua famiglia. Cordialità.
  • Buon 20 marzo e felice domenica delle Palme.
  • Buone Palme a tutti voi da (Nome)
  • Pace e gioia nei vostri cuori, buon 20 marzo da tutti noi.
  • Che questa domenica possa portare tanta serenità nella vostra famiglia. Auguri sinceri da (Nome).

5 aprile 2020 Domenica delle Palme con un ramoscello di ulivo del Salento


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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;

dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco

i miei viaggi in Europa dal 1996 al 2014 – Giovanni Greco

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