Corrado I re di Sicilia (1228-1254)

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ricerche a cura del dott Giovanni Grecomedioevo

Corrado I re di Sicilia 1228-1254

Corrado IV di Hohenstaufen (Andria, 25 aprile 1228 – Lavello, 21 maggio 1254) era il figlio secondogenito dell’imperatore Federico II di Svevia e di Jolanda di Brienne. La nonna paterna era Costanza d’Altavilla; il nonno era Enrico VI; il bisnonno paterno era Federico Barbarossa.
Dopo la deposizione di suo fratello, Enrico VII, fu designato alla successione da suo padre Federico, e assunse i titoli di Duca di Svevia (Corrado III; 1235-1254), rex Romanorum Re di Germania (Corrado IV; 1237-1254), e successivamente di re di Sicilia (Corrado I; 1250-1254) e re di Gerusalemme (Corrado II; 1250-1254). Corrado crebbe all’ombra di un padre forte, autoritario, senza avere la possibilità di avere una vita propria, secondo le proprie attitudini. Nell’esercizio della sua funzione Federico II non lasciò un grande spazio di manovra al figlio, come testimonia, fra l’altro, la rudimentale cancelleria del re. Era lo stesso imperatore a prendere gran parte delle decisioni importanti; con frequenti ambascerie guidava e teneva sotto controllo il figlio, che da parte sua dichiarò in molti documenti di agire con l’approvazione del padre.
Quando il fratellastro Manfredi gli comunicò la morte del padre avvenuta il 13 dicembre 1250, Corrado fu colto da una tempesta di sentimenti: dolore per la perdita di un punto di riferimento certo, senso di liberazione da un padre padrone che lo aveva vessato fin dall’infanzia, rabbia per non sentirsi all’altezza di una grave eredità. La morte del padre in Puglia, procurò a Corrado la successione in tre Regni.
Nel testamento Federico II nominava il figlio Corrado erede universale e suo successore sul trono imperiale, su quello di Sicilia e su quello di Gerusalemme, concedendo a Manfredi – fratellastro di Corrado – il Principato di Taranto e con esso il baiulato del Regno di Sicilia. Ma Corrado I aveva ormai completamente perduto l’area settentrionale dell’Impero, a sud del Meno la sua sfera di dominio non era più compatta, i suoi possedimenti erano devastati e i suoi sostenitori si erano assottigliati. I principi, che percepivano qualsiasi rafforzamento del potere regio come una sgradita concorrenza, erano quasi interamente schierati contro di lui, e il finanziamento della guerra si faceva sempre più difficile a fronte dell’onere economico. Quindi Corrado I, scomunicato dal papa il 13 aprile 1251, decise di partire per l’Italia per trasferire la sua base nel Regno di Sicilia, del quale rivendicava l’eredità. Entrò in contesa con Guglielmo d’Olanda per la successione al trono imperiale, ma nessuno dei due fu eletto.
Preso atto della situazione disperata in Germania, Corrado decise di venire in Italia con la vana speranza di prendere possesso del Regno di Sicilia e nel gennaio del 1252 scese in Puglia, sua terra natale. Ma non riuscì ad ambientarsi al clima mediterraneo e agli usi del posto, che gli erano estranei. Comunque, forse per garantire la continuità nella politica di Federico II, non ratificò il riconoscimento a Manfredi dei feudi e della completa autorità nel Principato di Taranto – che Manfredi  aveva ottenuto dal testamento paterno e si fece incoronare re di Sicilia. Qui cercò di rafforzare la sua posizione in Puglia e si riappropriò delle città di Capua e Napoli; quindi si oppose senza successo all’ostilità di papa Innocenzo IV, che lo scomunicò più volte e che non volle riconoscere il testamento, in particolare per la successione al Regno di Sicilia che considerava una prerogativa pontificia.  Il 9 aprile 1254 il papa scomunicava in maniera definitiva e solenne Corrado.

Il 21 maggio Corrado moriva di malaria, malattia contratta già da un paio di mesi: corse voce che Manfredi avesse fatto avvelenare il fratello, ma al riguardo non ci sono prove. Oltre al Regno tedesco perse anche il Regno di Gerusalemme che aveva avuto in eredità e con cui non ebbe mai alcun legame. Nonostante ciò non fu un sovrano inetto: i suoi provvedimenti si dimostrarono energici e coerenti; gli italiani lo considerarono un uomo giusto, ma severo e talvolta crudele. Apprezzava le feste allegre, ma non sembra rispondere a verità che conducesse una vita dissoluta. I guelfi italiani gli rimproverarono di essere smodato nel bere. La sua fedeltà nei confronti del padre rimase incrollabile. Grazie al valore e al talento militare che lo contraddistinsero, egli riuscì ad assicurare ancora per un decennio il possesso del Regno di Sicilia agli Svevi. Corrado amava la poesia e fu protettore dei poeti. Minnesänger famosi come Konrad von Winterstetten e Gottfried von Hohenlohe facevano parte del suo entourage; Rudolf von Ems scrisse per lui una Cronica universale.

Bibliografia:
Bianca Tragni, Il Re Solo, Corrado IV di Svevia, Mario Adda Editore, Bari, 1998.

Vedi anche :  in Numismatica con BelSalento.com

La zecca di Brindisi sotto Corrado I di Svevia (AD 1250-1254)

zecca di Brindisi / Corrado I (1250 – 1254) -> Denaro:
Dritto – Croce patente entro cerchio lineare. +gotic • CONRADVS •
Verso – Nel campo Rx +gotic • IERL’ • ET • SICIL ‘ • — (collezione privata del dott Giovanni Greco)


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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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