Carlo I d’Angiò (1226 – 1285)

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ricerche a cura del dott Giovanni Greco

Carlo I d’Angiò (1266 – 1285)

Capostipite degli Angioini è Carlo I d’Angiò (Parigi, 21 marzo 1226 – Foggia, 7 gennaio 1285) figlio del Re di Francia Luigi VIII e di Bianca di Castiglia.

Gli Angioini, forti del rinnovato appoggio del papa, subentrarono agli Svevi in Puglia e vi restarono per circa due secoli. La dinastia, nelle varie diramazioni, oltre ai regni di Napoli e, brevemente, quello di Sicilia, riuscì in seguito a governare molti paesi in Europa, tra cui la Provenza, la Lorena, la Polonia e l’Ungheria. Già nel 1246, Papa Urbano IV invitò Carlo I alla conquista della Sicilia. Nel 1266, l’ultimo sovrano di origine sveva Manfredi, figlio naturale di Federico II, morì combattendo nella battaglia di Benevento contro Carlo d’Angiò, che divenne re di Sicilia e dell’Italia meridionale. Il nuovo sovrano, fondatore della dinastia angioina, era accompagnato da un nugolo di cavalieri provenzali che nel giro di pochi anni si sostituirono agli antichi feudatari normanno-svevi. Questi ultimi, non sopportando di essere privati dei loro feudi, invocarono l’aiuto del sovrano aragonese, imparentato con il defunto re Manfredi. Comincia così un’interminabile contesa tra Angioini (di origine francese) ed Aragonesi (di origine spagnola). Approfittando di ciò presero il sopravvento i baroni, piccoli sovrani assoluti di feudi più o meno vasti, che costruirono grandiosi e minacciosi castelli riducendo il popolo alla miseria.
Carlo I fu re di Sicilia dal 1266 fino alla sua cacciata dall’isola nel 1282 in seguito ai Vespri Siciliani.
Dopo un fallito tentativo da parte di Corradino nel 1268 di riprendere la Sicilia, la decapitazione di quest’ultimo e le tante vessazioni produssero un malcontento da parte dei siciliani verso i francesi, che portò ai moti dei Vespri Siciliani nel 1282. I Siciliani offrirono la corona a Pietro I d’Aragona. Cacciato dalla Sicilia nel 1282 in seguito ai Vespri Siciliani, Carlo I d’Angiò continuò a regnare sui territori peninsulari del Regno, con capitale Napoli, con il titolo di re di Napoli, fino alla sua morte, avvenuta nel 1285.

La battaglia di Benevento, la morte di Manfredi (1266) e infine la decapitazione di Corradino in piazza del mercato a Napoli nel 1268 segnano la fine della casata Sveva sul trono del regno di Napoli e la conquista dello stesso da parte di Carlo I d’Angiò. Gli anni della dominazione angioina a Brindisi 1266-1343, sono definiti della “prima età angioina”, epoca densa di frequenti e interessanti costruzioni  di edifici civili e religiose. Già Federico II, che operò in Puglia per molti anni (1220-1250), aveva iniziato un processo di profonda trasformazione (concentrò il potere e il governo del Regno nelle proprie mani) e modificò l’assetto del territorio facendo costruire nuovi castelli e ampliando e ristrutturando quelli esistenti. Carlo I proseguì alcuni rifacimenti della fortezza iniziati dai Normanni e, nella necessità di dover proteggere le coste del regno soggette ai ripetuti ed imprevedibili assalti dei Saraceni, con editto di Brindisi del 24 maggio 1274, fortificò le città con torri costiere e masserie (fortificate) a difesa e controllo della popolazione contadina e dell’economia dei baroni del suo regno. Il sistema di difesa di Carlo I d’Angiò si concentrò soprattutto lungo la fascia costiera, anche se l’intero progetto fu attuato compiutamente soltanto a partire dal 1500. Le prime torri, di creazione angioina, presentano una base cilindrica (le torri aragonesi, costruite successivamente, hanno invece una pianta quadrata). Contemporaneamente alla ristrutturazione del castello di Oria, avvenuta negli anni tra il 1270 e il 1290, Carlo I fece probabilmente edificare una nuova torre, nel territorio di Torre Santa Susanna, con funzione di avvistamento e controllo, in luogo del vecchio castello ormai diruto. Nell’entroterra, fra i tanti, sono importanti e degni di nota il Castello di Maglie o Palazzo Capece, il Palazzo D’Ayala di Carosino, Castello angioino a Gallipoli. Mentre nel borgo di Castro (sempre in provincia di Lecce, a circa 6 km a sud da S. Cesarea Terme) sorge un castello del 1100 – 1200  che  Carlo I d’Angiò definì “fortezza di rilevanza strategica per la difesa del regno”; fu costruito sui resti di una precedente rocca bizantina.

Qualche anno dopo il 1266 ordinò alla ripristinata zecca di Brindisi di coniare le monete d’oro, come  “il reale d’oro”. Vedi “La zecca di Brindisi sotto Carlo I d’Angiò” in “Numismatica in BelSalento.com”. Poi la chiesa di Santa Barbara a Montesardo (Le) e altre costruzioni religiose.
Per quel che riguarda l’espansione dei suoi interessi feudali, la Puglia e la Terra d’Otranto diventano le basi per l’espansione nella vicina terra balcanica. Carlo I procede quindi alla conquista di buona parte dei territori albanesi ed epiroti instaurando protettorati sulla Morea, sull’ Acaya e sul Ducato di Atene. Con i grandi feudatari del luogo concorda rapporti politici e commerciali ai danni anche dell’impero di Costantinopoli.

A Carlo I, succede Carlo II lo Zoppo (1285-1309) ed ancora Roberto d’Angiò il Saggio (1309-1343).

Vedi anche NUMISMATICA in BelSalento.com il “reale d’oro” di Carlo I d’Angiò coniato nella zecca di Brindisi (1266-1343)

La zecca di Brindisi sotto Carlo I d’Angiò (AD 1266 – 1282)

Carlo I d’Angiò (1266-1282) Denaro del 1267 con Giglio fiorentino, moneta coniata a Brindisi o a Messina


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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”.
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i miei viaggi in Europa dal 1996 al 2014 – Giovanni Greco

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