ricerche a cura del dott Giovanni Greco
Ascanio Grandi – Poeta epico di Lecce (1567? -1635 o 1639? 1647?)
Ascanio Grandi, qui ritratto in un ovale inciso dal Biondi. è stato un celebre poeta epico; nacque in Lecce verso la metà del Sec. XVI° ed ivi morì verso il 1635. Le date sono quasi tutte incerte. La più attendibile è la data di morte ossia 1639. Il Seicento italiano è stato il periodo dell’Inquisizione in cui proliferavano taluni scrittori marinisti. Siamo fra il tardo Rinascimento e l’età del manierismo e del barocco, in quest’epoca spicca Ascanio Grandi e la sua opera principale “Il Tancredi “. Di lui citiamo i due tomi che maggiormente lo rappresentano : “Il Tancredi” e “La Vergine Desponsata”, ma anche “Il Belisario” e “i Fasti Sacri”.
Il genere epico di età barocca in Terra d’Otranto, può partire dalla grande fortuna che ebbe la Gerusalemme Liberata nel meridionale, dove svolse una funzione anti-marinista e conservatrice rispetto alle sperimentazioni innovative della poesia lirica ed eroica. In Terra d’Otranto il genere epico riassorbì gli influssi barocchi. Nascerà la produzione epica salentina del XVII secolo, checaratterizzò in un epos religioso e spirituale, Il registro della poesia epica è stato estremamente variegato, con alcune costanti fisse, come l’osservanza verso la poetica ortodossa e convenzionale, la vena didascalico-edificante, la narrazione di trame risalenti a un repertorio tematico tradizionale e consolidato, che sono state però rivitalizzate in prospettiva allegorico-religiosa. La rievocazione epica della conquista turca di Otranto consente la trattazione del tema della città assediata e distrutta. Il poema epico del poeta Ascanio Grandi Il Tancredi, è dedicato a Carlo Emanuele I di Savoia, che sviluppa un filone laterale della Gerusalemme (la conquista di Antiochia da parte dell’esercito crociato). In esso il Grandi, ricalca il tema dell’antagonismo cristiano-musulmano e riallacciandosi così, al sentimento anti-turco ben conoscuto dall’epica salentina. Il Tancredi racconta i viaggi e le imprese dell’eroe della Gerusalemme Liberata, in una cornice narrativa incentrata sulle origini normanno-salentine. Su rifà ad Omero e a Virgilio nella elaborazione del viaggio; e al Tasso nella elaborazione del «glorioso acquisto» della città orientale. La sua epica risulta perfetta e regolare secondo il clima culturale della Controriforma. Dopo Il Tancredi, il Grandi svilupperà la sua produzione epica religiosa, con quattro opere: I Fasti sacri (Roma, 1636), le Egloghe simboliche (Lecce, 1642), la Vergine desponsata (Lecce, 1639) e il Noè ovvero la Georgica mistica (Lecce, 1646).
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Il Tancredi poema heroico del sig. Ascanio Grandi al serenissimo Carlo Emanuele duca di Savoia con gli argomenti del sig. Giulio Cesare Grandi fratello dell’autore et con una tauola delle cose piu principali
Il Tancredi è un poema eroico in venti canti in ottave di ventitremila versi.
Ascanio Grandi ritrova nel capostipite della sua casata, tal “Giovanni Grandi”, l’antico consigliere del Tancredi re normanno e conte di Lecce. Per i “molti servizi” resigli, re Tancredi dette in dono a Giovanni Grandi, la cappella della Nunziata nel tempio di San Nicola e Cataldo. Dopo sei secoli Ascanio Grandi, ancora in vita, nella medesima chiesa ottennne un “mausoleo con statua laureata” per meriti letterari e gentilizi. Ascanio celebrerà il suo antenato nelle sembianze eroiche dell’omonimo Giovanni re di Tripoli, Tiro e Sidone, in numerosi passi del suo poema. Il Tancredi poema heroico del sig. Ascanio Grandi al serenissimo Carlo Emanuele duca di Savoia con gli argomenti del sig. Giulio Cesare Grandi fratello dell’autore et con una tauola delle cose piu principali. – In Lecce : appresso Pietro Micheli Borgognone, 1632.
L’epica sacra del Grandi comprende anche rimodulazioni di sottogeneri dell’epica tradizionale (georgico, didascalico) secondo rilevate istanze biblico-cristiane. Dedicate alla «Santissima Vergine Madre», le già citate Egloghe simboliche, ad esempio, pur non presentando unità poematica, costituiscono un ambizioso tentativo di attribuire spessore religioso a una produzione bucolico-pastorale tradizionalmente considerata paganeggiante e disimpegnata, in linea con un processo di figurazione allegorico-religiosa del genere egloghistico che affondava le radici nell’umanesimo meridionale e che ora si rinnovava sulle basi di un simbolismo religioso di marca post-tridentina. Anche il Noè ovvero la Georgica mistica è senz’altro riconducibile a una conformazione mistico-devota del poemetto georgico-didascalico di derivazione virgiliana e si risolve in una sacralizzata historiasalutis del genere umano esibita ancora una volta su complessi richiami simbolici e comprendente particolareggiati inserimenti didascalici sui lavori campestri per bocca del noto personaggio biblico.
I Fasti sacri sono un poema in dodici canti di ottave che celebrano le maggiori ricorrenze dell’anno liturgico (a partire dall’Annunciazione, ritenuto evento-cardine dal punto di vista cultuale-religioso), con l’intento di spiegarne il significato teologico. Frequenti sono gli inserti devozionali sulla figura della Vergine Maria e sui principali esponenti del pantheon dei santi e martiri cristiani, che rivelano le finalità parenetiche e devozionali dell’opera. Composto in sincronia con un’analoga opera del cardinale Sforza Pallavicino e dedicato al pontefice Urbano VIII, questo poema del Grandi costituisce un significativo esempio di epica agiografica e di encomiastica sacra, che si poggia anche su risentiti riferimenti alla patria d’origine, come quando il poeta richiama i preziosi manufatti della coeva e rigogliosa civiltà artistico-figurativa leccese («la dedala scoltura») o le affollate e solenne processioni che si organizzarono nel centro salentino per scongiurare gli effetti della catastrofica eruzione vesuviana del 1631.
Di diversa impostazione è la Vergine desponsata, opera prediletta dal Grandi secondo la testimonianza del fratello Giulio Cesare nel suo trattato dedicato all’Epopeia (importante punto di riferimento teorico di quest’epica salentina), che non è allineabile alla restante produzione devota dell’autore per la tendenza alla cristianizzata metamorfizzazione delle forme umanistiche perseguita in più occasioni dallo scrittore. Tale opera, fondata su una rielaborativa contaminazione tra il modello esameronico tassesco (Il mondo creato) e l’autorevole esemplare sannazariano (il De Partu Virginis), ha invece come argomento un episodio tratto dai Vangeli apocrifi (lo sposalizio della Vergine), ricorrente nella letteratura devozionale, e si distingue piuttosto per il fatto di inserirsi in una feconda linea salentina di poesia mariana in ottave, della quale il Grandi rappresenta solo l’esponente più rilevante. Le espressioni letterarie del culto della Vergine Maria, radicatosi in Terra d’Otranto in quegli stessi anni soprattutto in virtù dell’azione dei Domenicani, dei Francescani e della Confraternita del Rosario, furono numerose ed esemplari, in corrispondenza con una significativa tendenza alla rielaborazione poetico-creativa e artistico-figurativa delle tematiche mariane insorta tra Cinque e Seicento in Italia e in Europa. La Vergine Desponsata è un poema sacro in dieci canti in ottave di oltre diecimila versi. L’argomento sacro era prediletto dal Grandi, come rileva la testimonianza del fratello minore del poeta, Giulio Cesare Grandi. Ne La Vergine Desponsata (c. X, 132, 133, 134), “… perocché Grecia non prezzò già i carmi / chiari d’Omero, allor ch’egli vivea“ la fama e la notorietà di Ascanio Grandi varcarono i confini provinciali. Ma anche il nostro poeta manierista venne poi dimenticato sino alla fine dell’Ottocento, allorchè venne riscoperto dagli studi di Antonio Belloni (“Gli epigoni della Gerusalemme Liberata”, Padova, 1893).
cfr : http://www.unigalatina.it/
Pietro Marti – il Movimento Intellettuale nel Salento
III. Qualche esempio può giovare.
Ascanio Grandi, che fu ritenuto ai suoi tempi per un miracolo, ed a cui, vivente, furono tributati gli onori di un conquistatore, cominciava con questa invocazione la Giorgica Mistica
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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco
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