ricerche a cura del dott Giovanni Greco
1852 telegrafi, istruzione, campagna, alghe marine, strade – il quadro della Terra d’Otranto di Sozi-Carafa
CAV. SOZI-CARAFA L’INTENDENTE DELLA PROVINCIA DI TERRA D’OTRANTO 1° MAGGIO 1852
E’ il Real Decreto di Sua Maestà il Re, pronunziato il 1° MAGGIO 1852 dall’Intendente della Provincia di Terra d’Otranto il Barone di San Nicola Cav. Sozi-Carafa per inaugurare le sessioni del consiglio comunale. L’intero testo è composto da 84 pagine con 6 contenenti il quadro sinottico, che ho acquistato dai miei amici della Bottega due Sicilie.
Molti conoscono il palazzo Sozi-Carafa in Lecce, e potete dare anche una lettura a una ricerca che ho fatto in questo link.
Ed è un piacere leggere che nel 1852 Sozi-Carafa scriveva che la provincia di Terra d’Otranto era sulla via di un vero progresso nella “morale”, nell'”istruzione”, nell’agricoltura”, nelle “imposte” (…). Questo è un indizio che ci informa (o “conferma”) che nel decennio pre-risorgimentale il quadro dell’economia del Regno Borbonico era decisamente progredito. E va ribadito con estrema forza e vigore che tutti i problemi economici e sociali del meridione (povertà e ignoranza) sono iniziati proprio con il dominio savoiardo, nel 1861. Tra l’altro, saranno gli stessi savoia e i governi che verranno dopo, che per oltre 150 anni hanno detto che il meridione era “regredito” e che (per fortuna) sono giunti loro ad “aiutarci” e ad unirci a Garibaldi e ad un’Italia ancora da fare. Ossia hanno imputato (in maniera completamente FALSA), una sorta di “regresso” meridionale (regresso però, imbastito sul nulla) dicendo che la colpa era di? di noi stessi meridionali; e dei Borbone! Già. Ma le loro affermazioni erano – e sono – tutte false, però. In quanto furono i Savoia a decimare ogni risorsa meridionale, a trucidare migliaia di cittadini, a costringerci all’emigrazione e a chiudere le scuole per 15 anni, proprio per renderci ignoranti e ancor più plasmabili. Cose queste che oggi stiamo smascherando recuperando la memoria che i filo Savoia contemporanei, temono possa emergere.
Vero è però, che, come si legge nel seguente testo, anche Sozi-Carafa pone l’attenzione ad una grande contraddizione insita in Terra d’Otranto. Ossia dice che, pur vivendo su un suolo fertile, le condizioni economiche della massima parte della popolazione sono meschine, miserabili, povere. Le ragioni di questa contraddizione, secondo lui sono per una ricchezza concentrata nelle mani di pochi: infatti se da un lato vi sono terre rigogliose, d’altro lato vi è una popolazione indigente. A mio avviso notava anche lui (come fu precedentemente per gli altri commissari mandati da Napoli) che l’economia del Salento era intrappolata dall’inerzia dell’aristocrazia locale e in una gestione feudale.
Nell’ISTRUZIONE PUBBLICA il collegio di Lecce, già diretto dai Gesuiti, divenne Liceo con una somma di 3.000 ducati e in più altri 300 annui per le cattedre di Diritto Civile e Penale “per edificare un Liceo, che dovrà servir di arena, sulla quale correranno nobilmente l’arringo gli elevati ingegni della Terra Idruntina”.
Nel documento si elogiano le virtù di una lunga serie di istituti dell provincia, tutti dediti all’educazione. Se ne deduce pertanto che nel periodo pre-risorgimentale, contrariamente a quanto hanno sempre affermato i filo savoiardi (e i filo liberali di quel tempo) i sovrani Borbonici avevano una elevata cura nel mantenere alto il livello culturale nell’intero regno.
Lo attesta -anche- questo documento, in cui l’Intendente della Provincia di terra d’Otranto ricorda i grandi successi ottenuti dagli allievi del “Real collegio” in Maglie, dalle Scuole Secondarie in Galatina e dalle scuole di Campi e Francavilla, dirette queste ultime dai padri Scolopi. Lo stesso dicasi per la casa di San Irene in Lecce, diretta dai Padri Teatini e “quella di cui hanno cura i padri della Missione“, come anche viene data lode agli isituti femminili come l’Istituto di San Vincenzo de Paoli e alla (scuola?) delle Suore della Carità, per le orfanelle e trovatelle in Lecce – Angiolilli e Orfanotrofio di Santa Filomena. Sozi-Carafa annunciava che l’anno successivo (cioè nel 1852) si sarebbero avviate cinque altre case (scuole) dirette dalle Figlie della Carità “le quali avranno cura degl’infermi, e della pubblica istruzione delle fanciulle ne’ comuni di Taranto, di Campi, di Gallipoli, di Brindisi e di San Vito“.
A pagina 22 vi è il PROGETTO DI UNA CASSA AGRARIA da fondarsi nella provincia di Terra d’Otranto. Si riporta che la popolazione era di 409.000 abitanti su un territorio di 2.270 miglia quadrate che aveva bisogno di soccorsi economici. In dettaglio Sozi-Carafa parla esplicitamente di una grande contraddizione insita in Terra d’Otranto: infatti se da un lato vi sono terre rigogliose, d’altro lato vi è una popolazione indigente. Ricorda che l’olivo selvaggio è abbondante e ricercato all’estero e che qui prosperano tabacco, cotone, gelso, acacia, baco, seta, cereali, vigna, agrumi, fico, lino, canapa, ortaggi e api.“Tutto pare potersi ottenere in questa regione privilegiata”.
Nonostante ciò, Sozi-Carafa dice che, pur vivendo su un suolo fertile, le condizioni economiche della massima parte della popolazione sono meschine, miserabili, povere. Le ragioni di questa contraddizione, secondo lui sono per una ricchezza concentrata nelle mani di pochi. Infatti scrive che quando i raccolti sono scarsi i salari sono bassissimi ed il prezzo ad es dei cereali è alto.
A pag 36 parla della SOCIETA’ ECONOMICA, diretta dal segretario D. Gaetano Stella.
Sozi-Carafa auspicava che l’imminente fondazione dell’Ospizio per gli Orfani e Trovatelli per dare loro una adeguata istruzione agraria. Poi per le OPERE PUBBLICHE PROVINCIALI DI CONTO REGIO il PORTO DI BRINDISI e di GALLIPOLI ne auspica la realizzazione di lavori per battelli, legname, strumenti idraulici. Per l’EDIFIZIO DI TRIBUNALI Sozi-Carafa dice che furono spesi ingenti somme per la restaurazione dell’edificio del tribunale, e che per il CARCERE CENTRALE E CORREZIONALE consigliava la demolizione di alcune parti da adibire ad abitazioni.
Arriviamo quindi ai TELEGRAFI, qui Sozi-Carafa ci informa che Sua Maestà aveva provveduto allo “Stabilimento di altri otto posti telegrafici in questa provincia, mettendo Gallipoli e Taranto in comunicazione col Capoluogo della Provincia e della Metropoli. Li nuovi posti sono in Cisternino, Martina, Monte Specchione, Taranto, Montesardo, Ugento, Taviano, Gallipoli.”
Sulle STRADE COMUNALI sono elencate alcune delle priorità del 1852, che riguardavano, fra le altre, le strade e i collegamenti fra i comuni di Campi, Novoli, Salice, Veglie, Arnesano, Monteroni, S. Pietro in Lama, Lequile, S. Cesario, Leverano, Copertino, Nardò, Otranto, Poggiardo, Casamassella, Uggiano la Chiesa, Minervino, Galatina, Ruffano, Sogliano, Cutrofiano, Supersano, Lizzanello, Calimera, Castrì, Galatone, Seclì, Neviano,Aradeo, Tricase.
Fa poi seguito una PROPOSTA DI ESPEDIENTI ECONOMICI PER LA COSTRUZIONE DELLE TRAVERSE COMUNALI. Qui ho trovato interessante leggere un riferimento alla Posidonia, sulla quale avevo fatto un’altra mia ricerca (in questo link). Infatti Sozi-Carafa da un lato proponeva / o meglio : incoraggiava la costruzione di strade traverse fra i comuni limitrofi e i centri interni, dall’altro ricorda che (era il 1852) è bene usare le alghe (Posidonia) come “migliore elemento industriale agrario”; quando invece “resta ammonticchiato sulle sponde in grandi masse, ed accresce i letali miasmi che infestano l’atmosfera de’ paesi circonvicini, e delle fattorie limitrofe”.
Il problema, anche qui, torna ad essere limitato ad una classe dirigente locale di stampo feudale e parassitario (terminologia contemporanea), che all’epoca poco faceva per migliorare la qualità della vita e del lavoro nelle terre d’Otranto. E difatti l’Intendente della Provincia di Terra d’Otranto, il Barone di San Nicola Cav. Sozi-Carafa, in fondo aveva il doppio dovere di seguire gli ordini di Sua Mestà il Re e di individuare il maggiore vantaggio agli abitanti della Terra d’Otranto. Ma a mio avviso notava anche lui (come fu precedentemente per gli altri commissari mandati da Napoli) che l’economia del Salento era intrappolata dall’inerzia dell’aristocrazia locale e in una gestione feudale.
PROPOSTA-APPROVAZIONE E DISTRIBUZIONE DELLE IMPOSTE
- ISTRUZIONE PUBBLICA
- AGRICOLTURA E PASTORIZIA
- PROGETTO DI UNA CASSA AGRARIA
- PROSCIUGAMENTO E BONIFICA DE’ TERRENI PALUDOSI
- DISSODAMENTO DELLE TERRE SALDE
- COLTIVAZIONE DEL TABACCO E MANIFATTURA
- DELLE POLVERI LECCESI
- SOCIETA’ ECONOMICA
- OPERE PUBBLICHE PROVINCIALI DI CONTO REGIO
- OPERE PUBBLICHE COMUNALI
- PROPOSTA DI ESPEDIENTI ECONOMICI PER LA COSTRUZIONE DELLE TRAVERSE COMUNALI
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Ricerche a cura del dott Giovanni Greco;
dott in Conservazione dei Beni Culturali, con laurea in archeologia industriale, è studioso e autore di numerose ricerche sul Salento, Erasmus in Germania nel 1996, ha viaggiato per venti anni in Italia e in Europa, ha lavorato un anno in direzione vendite Alitalia nell’aeroporto internazionale di Francoforte, ha diretto per cinque anni la sezione web di un giornale settimanale cartaceo italiano a Londra, libero professionista, videomaker, artista raku, poeta, webmaster, blogger, ambientalista, presentatore, art director, graphic designer, speaker radio, giornalista freelance Internazionale iscritto presso l’agenzia GNS Press tedesca, collabora come freelance con diverse realtà sul web e sul territorio locale. Dal 1998 è direttore responsabile della rivista on line “BelSalento.com – arte, storia, ambiente, politica e cultura della Terra dei Due Mari – Servizi di Fruizione Culturale”. BelSalento è un progetto a cura del dott Giovanni Greco
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